VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
12,1:Guardatevi dal fermento de' Farisei. Giuseppe Ebreo racconta in più luoghi qual fosse il credito, che aveano presso del popolo i Farisei per la apparente loro santità. Era perciò necessario di levar la maschera a costoro, che erano i più ostinati nemici di Gesù Cristo, e del Vangelo, e di illuminare il popolo, affinchè dietro a tali condottieri non precipitasse nella fossa, come essi. Al fermento giustamente assomiglia la profonda superbia de' Farisei soste nuta dalla ipocrisia. Siccome un po'di lievito altera lutta una gran massa di farina nella quale sia mescolato; così l'ipocrisia guasta tutte le opere dell'uomo, anche quelle che sono in apparenza migliori.
12,2-3:Nulla v'ha di occulto, ec. Si studino gli ipocriti, quanto vogliono, di nascondere la loro malizia agli occhi degli uomini nella vita presente; saranno però alla fine scoperti nella vita futura, nell'ultimo giorno al cospetto di tutte le creature, allora quando si manifesteranno anche le parole più occulte, e più segrete, e i disegni tramati nelle tenebre, e confidati all'orecchio saranno pubblicamente disvelati. Ragione efficace per ritrarre i Cristiani dall'ipocrisia, la quale non può ascondersi giammai agli occhi di Dio, e non potrà ingannare gli uomini, se non pel breve tempo di questa vita, dopo del quale il Signore rischiarerà i nascondigli delle tenebre, e manifesterà i consigli de' cuori, I. Cor. IV. 5.
12,13:Ordina a mio fratello, ec. Forse quest'uomo ricorre a Cristo, perchè credevalo il Messia, e avea inteso, che il Messia dovea esserre, e giudice e protettore dei pupilli, e de' poveri, come si legge nel salmo LXXI, e in molti altri luoghi. Ma tutte queste profezie aveano un senso più grande, e sublime, e a questo senso non era arrivato l'Ebreo carnale. La risposta data da Gesù a costui è un gran documento a' ministri della Chiesa ascritti, come dice Paolo, alla milizia di Dio, per non impacciarsi ne' negozi del secolo, 2. Tim. II.
12,15:Guardatevi attentamente da ogni avarizia. Il fatto di quell'uomo, il quale in vece di domandare a Cristo lume, e consiglio per l'anima, a lui ricorse, perchè gli facesse ragione nelle pretensioni, che avea contro del fratello; questo fatto dà occasione a Gesù di predicare contro l'avarizia e il disordinato amor della roba; con ciossiachè è avaro (dice s. Agostino) non solo chi prende l'altrui, ma ancora, chi il suo ama di soverchio.
12,17:Che farò or, che non ho, ec. Dipinge maravigliosamente le pazze sollecitudini che accompagnano le ricchezze. Il seno de' poveri (dice s. Basilio) potea tener luogo di ampio, e sicuro granaio, dove riporre quel che sopravanza non solo al bisogno, ma anche alla capacità di accumulare. Ma questo pensiero non si affaccia alla mente del ricco, il quale pieno di quella superbia, che è ordinariamente compagna dell'opulenza, se pur crede di essere debitore alla Provvidenza delle sue raccolte, e de' suoi averi, non sa immaginarsi, che questa dando gli a lui in tal copia, possa aver avuto altro fine, se non di render lui solo grande e felice.
12,18:I miei beni. Il linguaggio è questo di coloro, ne' quali l'affascinamento delle ricchezze ingombra talmente lo spirito, e il cuore, che altri beni più non conoscono, nè amano,fuori di questi visibili, e temporali, anzi questi soli tengono per beni.
12,20:Quel che hai messo da parte, ec. Per un tal uomo, il quale la sua pace ripone ne' suoi tesori, il peggior tormento non è il lasciarli, ma il lasciarli (come dice Davidde) ad estranei, Ps. 46.
12,21:Per chi tesoreggia per se stesso. Tesoreggiare per se stesso vuol dire accumulare per se solo e pel proprio piacere senza alcun riflesso a Dio, nè al prossimo. È ricco per Iddio, ovvero dinanzi a Dio colui, il quale della ricchezze si serve per onorare Dio, servendolo nella persona de' poveri. 29–
12,29-31:E non vogliate alzarvi ec. Non vi lasciate por tare da' vostri desideri fino ad affannarvi per cose, che sono sopra la vostra capacità, perchè alla fine da Dio e dalla sua provvidenza più assai, che dalle vostre sollecitudini dipende il provvedervi del necessario per la con servazione della vita. Lasciate, che gli amatori del secolo in soverchie cure si consumino come quelli, che per primario, e quasi unico oggetto de' loro pensieri hanno la vita presente, e, dalla propria industria aspettano i be ni presenti, che soli bramano. Dirizzate voi a più nobil segno le vostre brame; e per quello, che riguarda il temporale, ponete la fiducia vostra in Dio, che è vostro Padre, e le vostre necessità conosce, e non ha mai lasciato il giusto in abbandono, nè i figliuoli del giusto privi di pane, Ps. 36.
12,32:Piccol gregge. Intendonsi per questo gregge o tutti i discepoli, o tutti gli eletti, o più veramente tutti i fedell. Dopo aver insegnato a questo gregge di fuggire la viziosa sollecitudine per le cose terrene, lo anima e lo conforta colla speranza della futura felicità. Di questa felicità ha disposto Dio a favore degli eletti per suo solo beneplacito, vale a dire per gratuita bontà paterna.
12,33:Vendete quello che possedete, ec. Per rendervi più facile l'acquisto del regno de' cieli vendete e distribuite il vostro a' poveri; consiglio eseguito, come vedremo negli Atti, da' fedeli della Chiesa nascente. Fatevi delle borse, ec. È manifesto, che parlasi della carità usata a' poveri, a' quali qualunque cosa si dia, non è da temere, che sia mai perduta per chi la dà, come si perde il denaro, che si riponga in una tasca vecchia e mezzo rotta: imperocchè chi ha pietà del povero, dà a usura al Signore, Proverb. XIX. 17.
12,35:Sieno cinti i vostri lombi, ec. La metafora è presa dalla maniera di vestire degli orientali, i quali usando lunghe vesti, quando hanno faccende da fare, raccolgono la veste, e con la cintura la serrano a' fianchi, perchè non sia loro d'impaccio. Così aver cinti i lombi significa esser pronto e vigilante, come sogliono i servi, quando aspettano il padrone. E nelle mani vostre lampane accese. Vuole, che siamo preparati sempre di tutto punto per andar incontro al Signore, quando verrà per chiamarci a sè, e che come servi amorosi e diligenti sempre acceso portiamo il lume della nostra fede avvivata dalla carità e dalle buone opere.
12,36:Quando torni da nozze. Dal banchetto nuziale, che faceasi di notte. Ha voluto Gesù notar questo tempo, in cui gli uomini inquietati dal sonno son meno disposti ad agire, e anche in tal tempo comanda, che si stia in ordine. Vuole adunque che in ogni tempo siamo preparati: perchè non sappiamo il tempo preciso di sua venuta. Questa ignoranza a' servi buoni e fedeli è di stimolo per istar sempre vigilanti: e aspettando essi il padrone allegro e contento, perchè viene da nozze, si aspettano ancora, che loderà, e premierà la loro vigilanza, onde nqn di mala voglia, ma con letizia, e con gaudio gli aprono la porta, e lo ricevono con amore. Tale dee essere la disposizione dell'uomo cristiano, allorchè il Signore nell'ora da lui stabilita pel suo passaggio da questa vita all'eterna verrà a premiare la sua fede e la sua vigilanza.
12,37:Li farà mettere a tavola, ec. Per questi servi vigilanti, e fedeli farà il buon padrone quello, che nissun altro padrone suol fare coi servi: imperocchè li farà entrare a mensa e li servirà egli stesso; vale a dire comunicherà con essi la sua stessa gloria, e li farà come padroni di tutti i beni della sua casa, affinchè mangino e bevano alla sua mensa nel celeste suo regno.
12,39:Se al padre di famiglia ec. Mostrò di sopra il premio de' servitori vigilanti; mostra adesso la pena di un padre di famiglia, il quale secondo il debito suo non vegliò, perchè non sapeva in qual tempo potesse il ladro andare a tentar la sua casa, e perchè non vegliò, fu sforzata la casa, e il ladro rubogli il suo. Il dì del Signore si dice nelle Scritture, che viene come un ladro per quei che non vegliano, I. Thess. v. 2, 2. Pet. III. 10. e nel l'Apocalisse cap. ni. 3. Se non sarai vigilante, verrò a te come un ladro, e non saprai in qual ora verrò a te.
12,42:Chi credi tu, ec. Non risponde direttamente all'interrogazione di Pietro: ma con quello, che dice adesso gli fa intendere, che è obbligo di tutti il vegliare; ma che vi sono di quelli, i quali sono a ciò tenuti più strettamente, e questi sono i ministri della Chiesa destinati a pascere la famiglia di Gesù Cristo colla dottrina celeste, co' Sacramenti, coll'esempio. Di questi parlando dice: Chi credi tu, che sia il dispensatore fedele, ec. Interrogazione, che fa intendere, non essere grande il numero de' dispensatori fedeli. Questo titolo di dispensatori de' misteri di Dio fu dato anche da Paolo agli Apostoli, I. Cor. IV.
12,44:Gli darà la soprantendenza ec. Avrà nel regno de' cieli abbondanza di beni, e di gloria sopra degli altri Santi.
12,45-46:Lo separerà, ec. Quel dispensatore, il quale lusingandosi, che il padrone non sia per venire così presto a chiedergli conto dell'amministrazione, maltratta i servi del comun padrone, e di quello, che ha ricevuto per dispensare, ne abusa per iscialacquamento e per voluttà, sarà separato e alienato dalla famiglia di Dio, e sarà mandato a quel luogo, che fu dal padrone destinato pe' servi infedeli, co' quali avrà comune il gastigo, come ebbe comune la colpa; sarà mandato in quelle tenebre, dove è pianto e stridore di denti.
12,47:Quel servo, il quale ha conosciuto ec. Tutti gli uomini, essendo servi di Dio, sono tenuti a fare la volontà di lui; ma obbligazione più grande e più stretta ha colui, a cui per ispecial dono fu conceduto di meglio conoscere questa volontà del padrone, e più sarà egli punito severamente, se manca nell'eseguirla. Continua a parlare del servo dispensatore, a cui il padrone ha comunicata cognizione, e luce maggiore intorno a quello, che ciascuno dee fare per la propria salute. Le pene e i gastighi dell'altra vita sono qui indicati col nome di battiture, stando Cristo nella parabola del servo; conciossiachè il gastigo comune e ordinario de' servi erano le verghe.
12,48:Quel servo poi, che non l'ha conosciuta, ec. Si può interpretare, che non ha avuto tanta cognizione di quello, che vuole il padrone, quanta ne ebbe l'altro. Dove notisi, che non si parla della ignoranza, che è in coloro, i quali dicono a Dio: Ritirati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie; la quale ignoranza non iscema, ma accresce la colpa.
12,49:Sono venuto a portar fuoco. Secondo la comune sposizione de' Padri questo fuoco egli è lo Spirito santo, ovvero (il che è l'istesso ) la carità e l'amore divino. Tertulliano, e alcuni moderni intendono le persecuzioni, i patimenti, i quali egli il primo, e dietro a lui i suoi seguaci doveano soffrire per amore di lui, e per la causa del Vangelo.
12,50:Ma ho un battesimo, ec. L'acqua nelle Scritture è posta frequentemente come simbolo della tribolazione, Salmo LXVIII. I., LXV. 12., ec., quindi il battesimo, di cui parla Cristo, egli è la passione e la morte desiderata ardentemente da lui per eccessivo desiderio della nostra salute.
12,56:E come non distinguete ec. Come non sapete riconoscere il tempo della venuta del Messia da' tanti segni predetti, e notati da' profeti, i quali segni potete, se avete occhi, vedere ora adempiti?
12,57:E come non discernete ec. Siccome potevano alcuni rispondere, che non erano tanto versati nello studio de' profeti, aggiunge Cristo, che anche i più ignoranti potevano col naturale talento conoscere, che uno, il quale facea tali opere, quali nissun uomo fece giammai, dovea essere qualche cosa più, che semplice uomo. Ond'è adunque, che voi non discernete da voi stessi quello, che abbiate a creder di me? Nel Greco questo versetto lega col seguente, e richiede altro senso. Vedi var. lect.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap