VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
14,1-2:Il suo tempo. Il tempo del gastigo di Babilonia non è lontano. Il Signore avrà pietà del popolo di Giacobbe, e una mano d'Israeliti eletta farà tornare al loro paese, dove avranno riposo e ristoro dalla lunga cattività; e così fu sotto il regno di Ciro e in appresso. Molti Gentili ancora in quel tempo abbracciarono la religione dei Giudei, onde avvenne (dice s. Girolamo) che molti e Medi e Persiani e Babilonesi vennero a Gerusalemme abbandonando il culto degl'idoli, e gli Ebrei spiritual mente soggettarono alla loro religione quelli, da' quali eran già stati tenuti schiavi. Ma anche letteralmente gli Ebrei, che tornarono a Gerusalemme, aveano seco buon numero di schiavi, che sono notati a parte nel primo libro di Esdra II. 65., ed è più che probabile che fossero uomini e donne di quelle nazioni, tralle quali erano stati dispersi: perocchè quanto agl'Israeliti si sa, che ei non potevano essere schiavi se non per un tempo, fuori che rinunciassero di pieno loro volere alla libertà. Vedi Exod. XXI.6. Da vari luoghi ancora delle Scritture si vede, che molti degli Ebrei in que' paesi stranieri erano non solo benestanti, ma ancor divenivano facoltosi per la loro atti vità e industria.
14,5-6:Il Signore ha spezzato il bastone degli empi. Ha spezzata la potenza, di cui i Babilonesi abusavano a tiranneggiare e straziare i Giudei e le altre genti soggette.
14,8:Gli abeti ancora e i cedri del Libano fanno festa ec. Non solo i popoli e la moltitudine, ma anche i principi e i regi confinanti all'impero di Babilonia fanno festa della caduta di Babilonia e della morte di Balthazar suo re. Non verrà più (dicon essi) chi ci assalisca e ci getti per terra e ci faccia sua preda.
14,9:L'inferno laggiù al tuo arrivo ec. È qui una ironia, ed una forte derisione del re di Babilonia ucciso, la cui superbia e l'empia arroganza è fortemente schernita in questa finzione del Profeta. Gli abitatori dell'Inferno, e particolarmente quei, che già furono regi e tiranni, si sono commossi al tuo arrivo, o gran re di Babilonia; sceser da' loro posti, e ti vennero incontro; e soprattutto que' famosi giganti, che fecer tanto romore sopra la terra, e furono tuoi modelli nella empietà e nel fasto, questi i primi si mossero ad accoglierti, e come meravigliandosi di tua caduta ti dissero: A te pure è toccata la stessa sorte che a noi; e sarai nella stessa condizione, in cui noi ci troviamo: la tua superbia ti ha condotto all'inferno, e là nel mondo non è rimaso di te se non un sordido e fetente cadavere: ora per istrato su cui giacere tu avrai il fracidume, e per coperta i vermi. Si crede con fondamento, che Balthazar ucciso nella presa di Babilonia non fu nè imbalsamato secondo l'uso de' Caldei, nè sepolto nella sepoltura de' regi.
14,12:Come mai se'tu caduto dal cielo, o Lucifero, ec. Come mai se'tu caduto dall'altissima tua dignità e dal tuo sublime trono di gloria, o re, che emulavi lo splendore della stella di Venere, che tanto spicca nel cielo sul far del giorno? Come sembra impossibile, che la stella di Venere cada dal cielo, cosìpareva impossibile, che tu venissi a cadere in tanta miseria. Vedi s. Girolamo e s. Agostino De Doct. Chris. III. 37. e s. Basilio sopra queste parole ec. E allude il Profeta alla caduta di Lucifero; onde il sentimento di que' Padri e Interpreti, i quali per Lucifero intesero il demonio, non è contrario alla sposizione, che abbiam data, perchè secondo la lettera intendiamo detto della superbia di Balthazar e della superbia del diavolo in un senso allegorico quello, che altri intendono secondo il primo senso del diavolo, e nel secondo senso del re Balthazar. Chiunque però legga con attenzione tutta la serie di questo capitolo, facilmente si accorgerà, che la prima interpretazione corre assai meglio. A questo luogo fece allusione il Salvatore quando disse: Io vedeva Satana cader dal cielo quasi folgore, Luc. X. 18.
14,13-14:Tu che dicevi in cuor tuo: Salirò al cielo, ec. È qui descritta la stolta ed empia ambizione, che ebbero molti re, di farsi adorare come dei da' loro sudditi. Ed è certo, che i re Assiri e Caldei erano riguardati da' loro popoli come tante divinità, ed esigevano dimostrazioni di ossequio e di venerazione, che al solo Dio sono dovute. Veggiamo di più nel libro di Giuditta capo III. 13. come Nabuchodonosor pretese, che tutte le nazioni, rigettati i loro dei, lui solo adorassero. Simile vanità è qui rinfacciata a Balthazar, dicendosi, che egli avea in cuore di farsi dio, di salire al cielo, d'innalzarsi sopra le altissisime stelle, di sedere come dio nel tempio di Gerusalemme, il quale tempio era posto nella parte settentrionale della città. Vedi Ps. XLII. 2. Così Balthazar, come tanti altri regi del Gentilesimo imitarono la superbia del diavolo, il quale aspirò ad avere e nel cielo e in terra gli onori divini. Quindi essendo stati simili a lui nella colpa, ebber simile anche la pena, come si dice in appresso.
14,15:Tu però se'stato precipitato nell'inferno, ec. Oppone al cielo l'inferno, ed all'altissimo cielo la parte più profonda del medesimo inferno.
14,18-19:Tutti i re delle genti ec. Agli altri re è toccata generalmente a tutti la consolazione di morire nella loro gloria, e di essere sepolti ciascuno nella sua casa e nel sepolcro de' loro predecessori: ma a te è stato negato anche questo: tu, perduto il regno e la vita, se' stato gettato in una gran fossa insieme con quel gran numero di soldati, che perirono di spada nel tempo istesso. Ecco quali sono stati gli onori renduti sopra la terra a un re grande, a un dio.
14,20:Tu con quelli non avrai società ec. Con que' regi delle nazioni (vers. 18.) non avrai consolazione nè so cietà di sepoltura: eglino ebbero gli ultimi onori funebri, e furon sepolti in tombe magnifiche, quali alla lor grandezza si convenivano: tu sarai in tutto da men di loro, perchè in vece di essere padre e pastore del tuo popolo, se' stato un tiranno crudele.
Non sarà per sempre la stirpe de' malfattori. La stirpe degli empi finirà presto: in fatti insieme con Balthazar perì tutta la stirpe reale di Nabuchodonosor. Vedi s. Girolamo.
14,21:Per l'iniquità de' loro padri. I figliuoli di Balthazar saran messi a morte in pena delle iniquità e dello stesso lor padre e degli avi loro. I figliuoli di Balthazar sembra, che doveano essere di tenera età.
Non empieranno il mondo di cittadi. Non fonderanno nuove cittadi, alle quali dieno il loro nome per rendersi anche in tal guisa immortali. I LXX, il Caldeo ed altri lessero: non empieranno il mondo di soldatesca nemica.
14,22:Sperderò il nome di Babilonia, ec. Babilonia dopo che sarà espugnata da Ciro, non sarà più quella superba città regina di un mondo: ella anderà sempre in decadenza, e finalmente perirà intieramente il suo nome.
14,23:La scoperò con iscopa devastatrice. Io spoglierò Babilonia a parte a parte di tutti i suoi onori, di tutte le sue ricchezze, di tutto quello, che la rendeva superba. Non lascerò in lei vestigio od ombra di quello, che ella è di presente. Quanto agli erici, i quali dice Dio, che farà padroni di Babilonia, non sappiamo di certo, che specie di animali sien questi, ma certamente vuolsi intendere qualche animale di acqua.
14,24-25:Il Signore degli eserciti ha giurato ec. Il Profeta che si era allontanato dal suo primo argomento per annunziare la distruzione di Babilonia, di cui la possanza dovea essere tanto funesta pel popolo del Signore, torna adesso a parlare delle cose de' suoi tempi, e di quello che Dio ha decretato contro Sennacherib. Così l'avveramento prossimo di quello ch'ei dice riguardo a questo re dimostrerà a' Giudei la ferma credenza, che debbon prestare a tutto quello, che de' tempi più rimoti egli ha predet to e predirà.
14,26:Riguardo a tutta la terra, ec. Riguardo non solo agli Assiri, ma anche riguardo alle altre genti ad essi soggette o confederate con essi, come i Siri, i Samaritani, i Moabiti, gl' Idumei, i Filistei ec., a' quali nei seguenti capitoli rivolge il profeta le minacce di Dio.
14,29:Filistei quanti voi siete, ec. La verga, con cui Dio battè i Filistei, furono Sansone, Davidde, Ozia; ma questi non eran più, e i Filistei si gloriavano di non trovare, chi si opponesse alle loro scorrerie nelle terre di Giuda, ed aveano riportata una gran vittoria sopra di Achaz, 2. Paral. XXVIII.18. Isaia adunque, morto appena il re Achaz, predice ai Filistei, che dalla stirpe del serpente, da David e da Czia, è nato un basilisco, il quale farà più male ad essi di quel che facessero que' re, intendendo per questo basilisco il re Ezechia, il quale devastò tutto il loro paese, come sta scritto 4. Reg. XVIII. 8. Presso gli Ebrei era una maniera di proverbio il dire dalla stirpe del serpente è nato un basilisco, per significare come a un male anche grande ne succederebbe un peggior male; perocchè si diceva, che il basilisco uccidesse col solo sguardo, quando il serpente non uccide se non col morso.
E la stirpe di quello ec. La stirpe del serpente divorerà i Filistei. Il basilisco dicevasi, che col suo sguardo, cioè coll'alito, uccidesse, e uccisi ingoiasse particolarmente gli uccelli. Havvi chi pel serpente intende Sennacherib, e pel basilisco intende Assaradon suo successore, e ciò sopra due fondamenti: primo, perchè nel vers. 31. si dice, che il male verrà a' Filistei da settentrione, colla qual frase è molte volte indicata la Caldea e l'Assiria; secondo, perchè non sembra, che possa aver voluto Isaia paragonare Ezechia a un basilisco, e aggiungiamo, nemme no Davidde e Ozia a un serpente. Ma quanto al primo, siccome Gerusalemme resta a settentrione rispetto a Gaza città primaria de' Filistei, e a Gaza portò la guerra Ezechia, 4. Reg. XVIII. 8, ci sarà permesso, cred' io, d'intendere predetta con quelle parole la guerra, che portò a' Filistei Gerusalemme ed Ezechia, e così noi l'intenderemo tanto più volentieri, perchè riconosciamo, che quella frase può avere anche quel senso, che abbiam detto; la qual cosa serviva a mettere in quella profezia una certa oscurità almen riguardo agli stranieri, alle mani de' quali fosse capitata. In secondo luogo nulla ha di odioso quel proverbio, nel quale si paragona non Davidde e Ozia al serpente, nè Ezechia al basilisco; ma sì i danni fatti da Ezechia a'Filistei, con quelli fatti da que' due regi, e si afferma, che quelli saranno maggiori. Parmi adunque, che non siavi ragione di abbandonare la comune sposizione de' Padri e degli Interpreti.
14,30:E i primi tra' mendichi avranno del pane, ec. Israele povero e mendico avrà abbondanza di pane, ed avrà pace e tranquillità, mentre voi, o Filistei, perirete per la fame e sarete uccisi con tutta la vostra stirpe. Vedi il luogo de' Regi già citato vers. 29.
14,31:Urlino le porte ec. Alle porte sedevano i Principi e i Magistrati: nella città sta la plebe e la moltitudine.
Da settentrione verrà il fumo. Il fuoco e il fumo sono simboli di guerra. Vedi Num. XI. 28. Jerem. I. 13. Si può anche intendere la polvere, che si alza nel movimento di un grande esercito.
E non è chi alle schiere di lui possa sottrarsi. Dalle schiere di settentrione, cioè che vengono da settentrione, nissuno potrà salvarsi. L'Ebreo piuttosto significa, che nissuno degli Ebrei si ritrarrà dal servire in questa guerra.
14,32:E che si risponderà ec. E quando le vicine nazioni manderanno ambasciadori a congratularsi con Ezechia della vittoria, qual risposta si darà loro? Ecco la risposta de gna della pietà di Ezechia. Dio ha fondata Sionne, e la ama, e la sostiene, e a lui debbonsi grazie per quello, che ha fatto contro i nostri nemici; e i poveri del popolo d'Israele impareranno a sempre sperare nel Dio loro.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap