Giudici - 16

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Sansone trovandosi custodito dalle guardie porta sul monte le porte della città di Gaza: ma scoperta da Dalila (che era stata burlata da lui più volte) la cagione di sua fortezza, egli è schernito, e accecato dai nemici; e finalmente uccide con se stesso tre mila Filistei.

1Andò eziandio a Gaza, e ivi vide una donna meretrice, ed entrò in casa di lei.
2La qual cosa avendo udita i Filistei, ed essendosi propalato tra loro, che Sansone era entrato nella città, lo circondarono, e posero guardie alle porte della città: e ivi aspettarono quietamente tutta la notte per ucciderlo la mattina, quando partisse.
3Ma Sansone dormì sino alla mezza notte: e di poi alzatosi prese ambedue le porte della città co' loro contrafforti, e serrature, e messele sulle sue spalle, le portò alla cima del monte che guarda Hebron.
4Amò di poi una donna che abitava nella valle di Sorec, chiamata Dalila.
5E andarono a lei i principi de' Filistei, e dissero: Ingannalo, e fatti dire, donde a lui venga tanta fortezza, e in qual modo noi possiam superarlo e legarlo, e punirlo: se tu farai questo, ti daremo ciascun di noi mille, e cento monete d'argento.
6Disse adunque Dalila a Sansone: Dimmi di grazia in che consista la tua somma fortezza; e qual sia quella cosa, colla quale tu essendo legato non potresti scappare.
7Le rispose Sansone: Ove io sia legato con sette corde fatte di nerbi freschi, e ancora umidi, io sarò debole come gli altri uomini.
8E i principi de' Filistei portarono a lei le sette corde, come avea detto: e con esse ella legollo,
9Stando quelli nella casa di lei in agguato, e aspettando l'esito dell'affare, ed ella gridò a lui: Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli ruppe le corde, come uno romperebbe un filo torto di cattiva stoppa, allorché ha sentito l'odor del fuoco: così non potè sapersi, donde fosse in lui tanta forza.
10E dissegli Dalila: Ecco che tu mi hai ingannata, e m'hai detto il falso: dimmi almeno adesso con qual cosa convenga legarti.
11Egli le rispose: Ove io sia legato con funi nuove, che non sieno state mai messe in opera, io sarò debole, e simile agli altri uomini
12E Dalila legollo ancora con queste, e gridò: Sansone, i Filistei ti sono addosso: ed erano preparate in una stanza le insidie. Ma egli ruppe i legami come un tenue laccio.
13E dissegli di bel nuovo Dalila: Sino a quando m'ingannerai, e dirai bugia? Insegnami con che convenga legarti. Risposele Sansone: Se le sette trecce de' miei capelli tu le tesserai nella tua tela, e attaccatovi un chiodo, lo ficcherai nella terra, io diventerò debole.
14E avendo ciò fatto Dalila, gli disse: Sansone, i Filistei ti son addosso. Ed ei svegliato dal sonno sconficcò il chiodo co' capelli, e colla tela.
15Ma Dalila gli disse: Come mai dici di amarmi, mentre il tuo cuore non è con me? Per tre volte mi hai detto bugia, e non hai voluto dirmi in che sia posta la massima tua fortezza.
16E molestando, e standogli ella attorno continuamente per molti dì senza lasciargli spazio di riposare, s'illanguidì il suo spirito, e diede in un battimento mortale.
17Allora manifestando la verità le disse: Non è mai passato il rasoio per la mia testa, perocché io son Nazareo, cioè consacrato a Dio dall'utero di mia madre: tosata che sia la mia testa, se n’anderà la mia fortezza, e verrà meno, e sarò come tutti gli altri uomini.
18Ed ella vedendo, com'egli le avea aperto il cuor suo, ne mandò avviso a' principi de' Filistei, e fece dir loro: Venite ancora per questa volta, perchè egli mi ha aperto il suo cuore. Ed essi andarono portando seco il denaro promesso.
19Ed ella lo fece addormentare sulle sue ginocchia, e posare il corpo sul suo seno. E chiamò un barbiere, il quale tosò le sette trecce di lui: e di poi cominciò a respingerlo, e cacciarlo da se: perocché subito ebbe egli perduta la sua fortezza:
20E disse: Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli svegliato dal sonno disse dentro di se: Io mi svilupperò, come per lo passato, e mi distrigherò: perocché non sapeva come il Signore si era ritirato da lui.
21E i Filistei avendolo preso gli cavaron subito gli occhi, e lo condussero incatenato a Gaza, e chiusolo nella prigione gli fecero girar la macina.
22E già cominciavano a rinascere i suoi capelli,
23Quando i Filistei si raunarono per offerire ostie solenni a Dagon loro dio, e far banchetto, dicendo: II nostro dio ha dato nelle mani nostre il nemico nostro Sansone.
24E ciò vedendo il popolo dava lodi al suo dio, e dicea similmente: II nostro dio ha dato nelle mani nostre il nostro avversario, il qual devastò il nostro paese e uccise tanta gente.
25E banchettavano allegramente, e dopo aver ben mangiato ordinarono di far venire Sansone per prendersene trastullo. Ed egli tratto fuori del carcere serviva loro di divertimento: e lo fecero star ritto tra due colonne.
26Ed egli disse al fanciullo che lo menava a mano: Lascia ch'io tocchi le colonne, sopra le quali posa tutta la casa, e mi appoggi ad esse, e riposi un tantino.
27Or la casa era piena di uomini, e di donne, e vi erano tutt’i principi de’ Filistei, e v’eran circa tre mila persone dell'uno e dell'altro sesso, le quali dal tetto, e dal solaio stavano a vedere gli scherni fatti a Sansone.
28Ma egli invocò il Signore, e disse: Dio Signore, ricordati di me, e restituiscimi adesso la mia fortezza, Dio mio, affinchè io faccia vendetta de' miei nemici, e faccia loro pagare in una sola volta il fio della privazione de' miei due occhi.
29E prendendo le due colonne, sulle quali posava la casa, e una tenendone colla destra, l’altra colla sinistra,
30Disse: Muoja io co' Filistei: e scosse con forza grande le colonne: rovinò la casa addosso a tutti i principi, e a tutto il resto della moltitudine che vi era, e molti più ne uccise egli morendo che non aveane uccisi pell'innanzi da vivo.
31E andarono i suoi fratelli, e la tutta parentela, e preso il suo corpo lo seppellirono tra Saraa, ed Esthaol nel sepolcro del padre suo Manue. Ed egli fu giudice d'Israele per venti anni.
Note:

16,1:Vide una donna meretrice. La voce Ebrea può egualmente significare un albergatrice, una locandiera, e siccome la Scrittura non dice, che Sansone l'amasse; quindi s. Agostino, il Grisostomo e molti Interpreti credono, che Sansone non entrò nella casa di lei per altro fine, che di passarvi la notte.

16,2:Le circondarono. Circondarono la casa, dove egli dormiva, e cosi lo assediarono.

16,3:Prese ambedue le porte ec. Prese l'una e l'altra parte della porta della città co' suoi contrafforti, ec.; e portò ogni cosa alla cima del monte, che guarda Hebron. Or da Gaza ad Hebron erano molto miglia di distanza. Sansone, il quale a mezza notte aperta la porta della città si toglie dalle mani de' nemici e della morte, è figura di Cristo, il quale rovesciata la pietra del suo sepolcro, n'esce fuori risuscitato e glorioso. Vedi Hieron. in cap. 1. Hepes. Aug. Serm. 107. de temp. Greg. hom. XXI. in Evang.

16,4:Amò una donna, ec. L'indegno affetto verso questa donna straniera, donna di perversi costumi, fu il principio di tutte le sciagure e della ruina di Sansone. Da quello che Scrittura ne dice, sembra, che alla non poté essere, se non donna di mala vita, e che Sansone non la sposò; perocchè quando l'avesse sposata, l'avrebbe condotta alla propria casa; laddove tutti gl'inganni e i tradimenti dovetter tramarsi nella casa di lei.

16,13:Se le sette trecce de' miei capelli ec. Bisogna supporre Sansone a sedere sulla terra, e che Dalila fosse attorno alla sua tela; or in antico tessevano stando in piedi, teso l'ordito di su in giù, cosi s'intenderà come quella potesse agevolmente intrecciare nella sua tela i capelli di Sansone.

16,16:S'illanguidì il suo spirito, e diede ec. Egli non volea perdere l'amor della donna, e dall'altro lato avea tuttora tanto lume da conoscere, che non era da fidarsene; così lungamente combattuto e angustiato cedè alla tentazione, lasciando un terribile esempio di quello che importi il non addomesticarsi col nimico, ma fuggirlo per tempo.

16,19:Lo fece addormentare ec. Alcuni credono, che ella gli desse qualche sonnifero: altri, che gli facesse bere del vino, lo che era contro il voto de' Nazarei.
Chiamò un barbiere. Si Vede, che la donna non si attentò a fare il taglio de' capellì da se sola onde fece venire chi l'aiutasse.

16,21:Chiusolo nella prigione ec. Nel pistrino, nell'ergastolo; ora a quelli, che erano condannati al mestiero di girar la macina, si cavavano gli occhi, affinché le vertigini non gl'impedissero di lavorare. Era questo lavoro il più vile e abietto presso tutte le nazioni.

16,22:Già cominciavano a rinascere i suoi capelli. E co' capelli tornava a lui la sua forza; perocchè nella sua prigionia egli si era ravveduto, avea pianto i suoi errori, e si era riconciliato con Dio, onde avea meritato di rientrare ne' privilegj del suo Nazareato.

16,28:Affinché io faccia vendetta de' miei nemici. Il tradimento de' Filistei, e le atroci ingiurie fatte da questi a Sansone meritavano un atroce gastigo, anche perché ferivano l'onore di Dio vilipeso nella persona del giudice del popolo suo; onde affinché i Filistei non avessero lungamente a gloriarsi della possanza di Dagon, il Signore rendè a Sansone l'antica forza. Il sacrifizio, che egli fece della propria vita, sacrifizio, a cui certamente egli fu mosso dallo Spirito del Signore, è celebrato con giustissime lodi da' Padri, tra' quali vedi s. Agost. de civ. XXI. XXVI., e Cont. Gaud. lib. II.
Abbiamo già accennato, come in molte circostanze della sua vita Sansone fu una immagine di Gesù Cristo; ma non sarà fuor di proposito il riunire in questo luogo brevemente i tratti, ne' quali ci convengono. La nascita di Sansone fu predetta da un Angelo, e prima fu predetta alla madre; così la nascita di Cristo: il nome di Sansone, che vuol dir piccol sole, figura il nostro sol di giustizia: Sansone è Nazareo, salvatore e giudice d'Israele; e gli stessi titoli convengono al Cristo, e furono predetti dal Cristo in tutte le Scritture: Sansone sposa una donna straniera, come Cristo uni a se la Chiesa delle nazioni. Le vittorie di Sansone sopra i Filistei dinotavano la vittoria di Cristo sopra l'inferno e gli oltraggi e gli strapazzi sofferti da Sansone pronunziavano quello, che Cristo dovea soffrire per la salute del genere umano; e finalmente Sansone, stende le braccia alle due colonne, e in morendo diviene la sterminio della nazione Filistea, dimostrava, come il Salvator nostro divino, distese le braccia sulla sua Croce, sarebbe morto, e la sua morte sarebbe stata la rovina dell'incredula Sinagoga oppressa sotto il peso dell'orribile attentato commesso da lei contro la persona del suo Messia. I prodigi della vita di Sansone divulgalti tra' Gentili diedero a questi occasione d'inventare i loro Ercoli, a' quali molte cose attribuirono tratte dalla storia di Sansone.

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