VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
21,3:E quella notte non presero nulla. Benchè sia la notte il tempo più proprio per la pesca. Ma al mistero, che in questo raffiguravasi, si conveniva, che non si facesse presa alcuna, prima che venisse Cristo, e mostrasse a' pescatori quello, che dovean fare.
21,6:Non potevano più tirarla a causa della gran quantità ec. Figura dell'infinito numero di uomini, i quali dovevano essere tratti alla Chiesa per opera degli Apostoli guidati dallo Spirito di Cristo.
21,9:Veggono preparato il carbone ec. Il carbone acceso, il pesce, il pane erano stati miracolosamente prodotti da Cristo, che volle in tal guisa far mostra della suprema sua potestà, affine di avvivar maggiormente la fede degli Apostoli.
21,12:Nissuno... ebbe ardire di domandargli: ec. Quantunque vedessero in lui quel non so che di sovrumano, che nol lasciava parer quell'istesso, che avea sì familiarmente trattato con essi ne' tempi addietro; con tutto questo nissuno si arrischiò a domandargli, chi egli fosse, perchè alla voce, e a' fatti conoscevan, che era Gesù.
21,15:Simone, figliuolo di Giovanni, mi ami tu piu, che questi? Rammentando a Pietro il nome di suo padre, vuole, che si ricordi della bassa sua origine. Ed è certamente mirabile la sapienza, e la bontà di Cristo in questa interrogazione. Pietro si era vantato di superar tutti nell'amore del suo Maestro: quand'anche tutti si scandalizzassero, io non mi scandalizzerò giammai: di poi lo aveva negato tre volte. Gli somministra adesso l'occasione di dare una pubblica soddisfazione a lui per averlo bruttamente negato, e a' compagni, de' quali si era creduto più forte.
21,16:Signore, tu sai, che io ti amo. Non dice ti amo più, che questi: la sua caduta lo aveva reso più umile. Gli bastò, dice s. Agostino, di rendere testimonianza del proprio cuore, non volle esser giudice del cuore altrui.
Pasci i miei agnelli. Queste parole aggiunte da Cristo dopo la triplice solenne interrogazione dimostrano evidentemente, che qualche cosa diede Cristo in tale occasione a s. Pietro, che agli altri Apostoli non fu data: e questa fu certamente la suprema podestà di pascere, e governare la Chiesa, la qual potestà non nel solo Pietro dovea fermarsi, ma in tutti i successori di lui transfondersi sino alla fine del mondo. Imperocchè adempie qui Gesù Cristo quello, che aveva già promesso a Pietro, Matth. XXI. 17., e come dice s. Cipriano, sopra di lui solo edifica la sua Chiesa, e a lui commette di gover nare le sue pecorelle. E non questa, o quella parte di gregge, ma tutte le pecorelle, e tutto il gregge, come notò s. Bernardo.
21,17:Si contristò Pietro. Temè, che forse, com'eragli accaduto altra volta, Gesù non vedesse nel suo cuore un amore molto più scarso di quello, che a lui pareva d'avere.
21,18:In verità . .. Quando eri giovine, ec. Consola finalmente Pietro: imperocchè mostra, che ha pervera la sua risposta, e nello stesso tempo gli mette davanti agli occhi la difficoltà, e la malagevolezza dell'ufficio, al quale lo eleggeva. L'adempire le tue parti ti ha da costare oltre le immense fatiche la perdita della libertà, e anche della vita, la quale finirai a imitazione di me sopra una croce. Questo è quello, che Gesù Cristo vuol fargli intendere allorchè dice, che da giovane era in sua libertà l'andare dove voleva; venuta poi la vecchiezza, sarà costretto a stender le mani, e lasciarsi legare, e andare alla morte, dalla quale per naturale istinto l'uomo abborrisce.
21,19:Indicando, con quali morte fosse per glorificare Dio. La morte di Pietro, come quella di tutti i Martiri, glorifica Dio, perchè sofferta in conferma della verità.
21,20:Vide... quel discepolo... il quale anche nella cena ec. Tutte queste cose sono qui dette per far intendere, che Pietro avendole in vista dopo aver ricevuto l'annunzio da Cristo di dover dare per lui la vita, crede, che quest'altro discepolo poteva esser destinato alla medesima sorte.
21,22:Se io vorrò. Se a me piacerà, che egli resti nel mondo sino alla mia venuta, che importa a te? Tale è il senso del Greco seguitato da s. Girolamo, e generalmente da tutti i cattolici Interpreti. E certamente per errore de' copisti si legge nella Volgata sic in cambio di si. È più difficile di spiegare quel che significa sino a tanto che io venga. Alcuni, come s. Agostino, vogliono che sia lo stesso, che dire: sino ch'io venga a condurlo nella mia gloria per mezzo di una morte naturale. Altri intendono per questa venuta la rovina di Gerusalemme; la qual rovina altre volte nel Vangelo è annunziata sotto il nome di venuta di Cristo. Vedi Matth. XVI. 28. XXIV.29.30.34. S. Giovanni infatti non morì se non circa trent'anni dopo la distruzione di Gerusalemme.
21,23:Tra i fratelli. Non vuol dire tra' discepoli, ma trai cristiani, viene a dire tra quelli, che credettero alla predicazione degliApostoli, i quali cristiani tra di loro chiamavansi col nome di fratelli.
Ma: se voglio, ch'egli rimanga, sino a tanto che io venga, ec. Queste parole sino a tanto, ciò venga le intesero molti dell'ultimo giorno del mondo, giorno della venuta di Cristo; e credettero che in conseguenza non dovesse s. Giovanni nè morire, nè risuscitare, ma vivere sino a quel dì per passare dalla vita temporale all'eterna con Gesù Cristo. Or il s. Evangelista dice, che questà io, terpretazione non era adattata alle parole di Cristo; il quale non aveva detto mai di escluder Giovanni dalla morte . e nè men di lasciarlo nel mondo sino alla sua ultima venuta, ma semplicemente, se paresse a me di lasciarlo ec., che importa a te questo?
21,24:E sappiamo, che è veridica ec. S. Giovanni comincia la sua prima Epistola quasi nello stesso modo, col quale pon fine al Vangelo: Quello, che fu da principio, quello, che udimmo, quello, che vedemmo co' nostri occhi, quello, che considerammo, e che colle mani nostre toccammo riguardo al Verbo di vita; onde con poca ragione hanno taluni immaginato, che gli ultimi due versi di questo capo fossero stati aggiunti dalla Chiesa di Efeso, parendo loro, che non istesse bene in bocca dello stesso Giovanni questo tal qual elogio della verità della sua storia. Poteva senza offendere la modestia parlare così un uomo pieno dello Spirito di Dio, pieno di santità, di autorità, e anche di giorni.
21,25:Credo, che nè men tutta la terra ec. È un'iperbole, con la quale il s. Evangelista vuole, che s'intenda l'infinito numero di cose operate da Cristo, non registrate da lui, nè da alcun altro degli Evangelisti, delle quali cose era fresca ancor la memoria, essendo non molto prima passati all'altra vita quelli, che ne erano stati testimoni oculari.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap