VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
14,1:Non si turbi il cuor vostro. Vedeva i suoi Apostoli commossi, e atterriti dal precedente discorso intorno alla sua morte, intorno ai pericoli, che lor sovrastavano, intorno alla caduta del più fervente tra essi, cioè di Pietro, finalmente intorno alla orribile perfidia, e crudeltà di uno di loro; per questo soggiugne: non vogliate per tutto questo abbattervi, nè perdere il coraggio; abbiate ferma fede in me, come l'avete in Dio, e non avrete di che temere, nè onde angustiarvi muniti di tal protezipne. Riflette s. Agostino, che Cristo in questo luogo dichiara manifesta mente la sua divinità, perchè non sarebbe legittima la conseguenza, che, chi crede in Dio, abbia a credere in Cristo, se questi non fosse Dio.
14,2:Nella casa del Padre mio vi sono ec. Per avervi detto, che non potete venire, dove io vo, non vi affliggete, quasi io abbia voluto togliervi la speranza di aver luogo con me nel regno del Padre mio: no certamente: vi è luogo anche per voi; imperocchè molte, e di diversi gradi sono le mansioni in quella casa; ed è tanto lungi dal vero che la mia partenza da voi possa essere a voi di ostacolo per esservi ricevuti, che anzi vi precedo appunto per preparare a ciascuno di voi il suo posto. Le mansioni preparate ai giusti nella eterna predestinazione doveano ancor prepararsi colla morte, e coll'ascensione di Cristo, dopo la quale il cielo, che fin allora era stato chiuso, sarebbesi aperto, stabilita la riconciliazione degli uomini con Dio, e mandato lo Spirito santo, il quale idonei li rendesse alle mansioni della vita beata.
14,3:Verrò di nuovo. Come viaggiando molti di conserva si usa, che quelli che sono andati avanti per disporre l'alloggio, ritornano incontro agli altri per introdurli nella casa.
14,4:E dove io vo, lo sapete, e la via la sapete. Dice questo, non perchè lo sapessero, almeno perfettamente, ma perchè potevano facilmente saperlo da quello che loro avea detto; e affinchè confessando essi la loro ignoranza potesse avere occasione di istruirli.
14,6:Io sono via, verità, ec. Gesù non bada a rispondere su quello che riguardava lui stesso, nè dice piu, dove vada, nè per quale strada vi vada; ma per maggior consolazione degli afflitti suoi Apostoli mostra loro la via, per cui potran giugnere dove egli va. Gesù Cristo è via, e unica via di salute, o lo è in più maniere: lo è per la sua dottrina, che è parola di salute, e di vita eterna; lo è per l'esempio di una vita tutta santa, e celeste; lo è pe' suoi meriti, i quali hanno aperto agli uomini il cielo chiuso già da tanto tempo per le loro iniquità; lo è finalmente, perchè egli è che conduce con la divina sua grazia gli eletti al Padre, infonde in essi la fede, li sostiene colla potente sua mano ne' pericoli, e nelle tentazioni della vita presente, e li mena sino al termine felice dello scabroso viaggio mediante il dono della perseveranza. Egli è verità, e la primaverità egli è la vita in origine, in principio, in fonte. Che può dirsi di più dolce, e atto a consolare e ravvivare gli smarriti animi degli Apostoli, che il farli ravvisare in un Maestro così amoroso la strada per giugnere, la verità per non errare, la vita per non temere la morte?
Nissuno va al Padre. È lo stesso venire al Padre, che conseguire la vita eterna. Io vo al Padre per mio solo merito; gli altri, quanti ci potranno venire sino alla fine de' secoli, non vi verranno, se non pe' meriti miei, per virtù del mio sangue, e della mia morte.
14,7:Se conosceste me, ec. Se perfettamente conosceste il mio essere, il quale traluce nelle mie operazioni, ne' miei miracoli, e in tutta la mia vita, conoscereste a un tempo il Padre mio, perchè una cosa stessa siamo egli, ed io, e le stesse proprieta, gli stessi attributi all'uno, e all'altro appartengono; e se non l'avete conosciuto finora, lo conoscerete in appresso, allorchè vi sarà data dallo Spirito santo l'intelligenza di quello che avete veduto in me; conciossiachè avete in me veduto lui stesso, essendo io una viva immagine di lui medesimo.
14,8:Facci vedere il Padre. Credè, che Cristo avesse promesso di fargli vedere con gli occhi del corpo quello che non si vede, e non s' intende, come dice s. Ilario, se non con la fede.
14,10:Io sono nel Padre, e il Padre ec. Ha già mostrato, che il Figlio, e il Padre sono una stessa sostanza; onde chi l'uno conosce, conosce anche l'altro: mostra adesso la distinzione, che è tra la persona del Padre, e quella del Figlio; imperocchè senza tal distinzione non potrebber essere questo in quello, e quello in questo: e finalmente mostra quello che gli antichi Padri chiamano il complesso delle persone, per cui le tre persone della Trinità sono strettissimamente l'una all'altra presenti, nè l'una è fuori dell'altra, ma ciascheduna è nell'altra.
Il Padre, che sta in me, ec. Ovvero, che abita in me. Vale a dire perpetuamente, inseparabilmente è con me, a differenza di quello che avveniva ai profeti, ne'quali ancora parlava il Padre, ma non era in essi immutabilmente, nè perpetuamente come nel Figlio.
Egli è, che agisce. In me parla il Padre, quand'io parlo, in me il Padre opera tutto quello che io opero: come uno stesso è l'essere, così una stessa è l'azione.
14,12:Ne farà delle maggiori ec. Questa grandiosa promessa fu adempita non solamente colla moltitudine, e varietà infinita de' prodigi operati dagli Apostoli, ma molto più con la ammirabile conversione di un mondo intero, quando alla predicazione di Cristo un piccolo numero di soli Giudei si erano convertiti.
Imperocchè io vo al Padre ec. Finito adunque il tempo delle umiliazioni, e de' patimenti, comincerà il tempo di far conoscere la mia maestà, e la mia gloria per mezzo delle meraviglie, che da voi saranno operate nel nome mio.
14,13:E qualunque cosa domanderete al Padre nel nome mio, la farò. l miracoli degli Apostoli erano effetto del supremo potere di Cristo, perchè operati dalla invocazione del nome suo. La Chiesa governata dallo Spirito santo ha di qui imparato a dirigere al Padre tutte le sue petizioni per mezzo del Figliuolo, sapendo benissimo, che non vi è altro nome dato agli uomini sotto del cielo, in cui fondamento sia di salute, fuori di quello del Salvatore, e Mediatore nostro, e Avvocato presso del Padre.
Affinchè sia glorificato il Padre ec. Vale a dire: affinchè tutti conoscano l'altissima potestà, alla quale il Padre ha sublimato il Figliuolo, e gloria rendano al medesimo Padre.
14,16:E io pregherò il Padre, e vi darà ec. Si esprime in tal guisa per riguardo all'ufficio suo di Mediatore, trattandosi del massimo de' benefizii meritatoci da lui con la sua morte: per questo non dice vi darò io, ma bensì vi darà il Padre, e in tutto questo discorso parla or come Dio, ora come uomo, e consola gli Apostoli, mostrando loro, quanto gran bene ne dovesse ad essi venire dalla sua morte.
Affinchè resti con voi eternamente. Queste parole sono particolarmente dette per gli Apostoli, e pe' successori di essi, a' quali si promette l'assistenza, e la direzione dello Spirito santo sino alla fine de' secoli.
14,17:Cui il mondo non può ricevere, perchè non lo vede, ec. Il mondo, cioè gli uomini mondani, sono guidati non dallo spirito di verità, ma dallo spirito di errore, nè capaci sono di vedere, e discernere quel che sia lo Spirito santo, nè meno da' suoi effetti, benchè gli abbiano sotto degli occhi; quindi meraviglia non è, se il mondo non può riceverlo, perchè non conoscendolo, non lo desidera, ne lo domanda.
Abiterà con voi, e sarà in voi. Dimorerà con voi, cioè con tutto il corpo della Chiesa, e sarà anche ne' cuori di ciascheduno di voi.
14,18:Non vi lascerò orfani; ec. Rimarrete per la mia morte come tanti orfani; ma non sarete cosi per lungo tratto di tempo: appena partito ritorno a voi: Vi lascerò oncor di nuovo, salendo al cielo; ma nè pur allora resterete lungamente orfani, perchè io manderò a voi un altro Avvocato, il quale non si stia per poco tempo con voi, ma con voi abiti sempre, e sia in voi eternamente.
14,19:Ma voi mi vedete, ec. Mi vedrete co' vostri propri occhi dopo la mia risurrezione; e la mia risurrezione medesima sarà il modello della vostra; risorgerete anche voi per sempre vivere.
14,20:In quel giorno voi conoscerete, ec. Dopo la mia ri surrezione, e molto più nel giorno della Pentecoste, spiegati già, e illustrati dall'evento i detti de' profeti, comprenderete gli altissimi misteri della unione mia col Padre, e della unione di me con voi, e di voi con me. Se l'unione essenziale di Cristo col Padre è un profondo mistero della infinita grandezza di Dio, l'unione spirituale di Cristo con la sua Chiesa è un altro incomprensibil mistero della sua carità. Vedi l'Epistola di s. Paolo a quelli di Efeso cap. v. 30. 32. E lo stesso Apostolo altrove dice, che i principati, e le potestà hanno conosciuto la molti forme sapienza di Dio per mezzo della Chiesa.
14,21:Chi ritiene ec. Stende a tutti i veri fedeli quello che aveva detto per gli Apostoli.
Gli manifesterò me medesimo. Farò sì, che mediante l'illustrazione del mio spirito cresca nella cognizione di me nel tempo di questa vita, e mi vegga di poi a faccia a faccia nella vita futura.
14,22:A noi, e non al mondo? Non dovrà egli il tuo regno stendersi per tutta quanta la terra?
14,23:Chiunque mi ama, osserverà ec. Non ti meraviglia re,dice Cristo a s. Giuda, se non a tutti io mi manifesterò, perchè non tutti mi amano, nè tutti osservano la mia parola; nè è giusto, che della mia gloria io renda partecipi i miei nimici. Per lo contrario poi tutti coloro, che avranno cura di mettere in pratica la mia parola, la quale è anche parola del Padre, saran distinti con le più tenere dimostrazioni di amicizia dal Padre, e da me.
14,26:Manderà nel nome mio. In grazia mia, per riguardo a' miei meriti, a mia richiesta.
14,27:La pace lascio a voi: ec. Gli Ebrei col nome di pace intendono la salute, e ogni bene. Non in quel modo, che la dà il mondo. Non con sole nude, e inefficaci parole, ma in realtà, facendo con la virtù mia onnipotente quello che vi annunzio. Ovvero, vi annunzio non la pace del mondo, breve, instabile, talor anche falsa; ma la pace vera, spirituale, eterna.
14,28:Il Padre è maggiore di me. È visibile, che ciò intendesi secondo l'umana natura, secondo la quale ha anche detto vo al Padre, dappoichè secondo la divina, disse già di essere una sola cosa col Padre.
14,30:Viene il principe ec. Il Diavolo da per se stesso, e sì ancora in persona de' suoi ministri, Giuda, e i nemici tutti di Cristo.
Non ha da far nulla. Non trova in me colpa da punire; non ha diritto sopra di me; perchè in me non può trovare reato alcuno.
14,31:Partiam di qui. Andiamo all'orto, dove per fare in tutto la volontà dell'eterno mio Padre debbo dar principio alla mia passione.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap