VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
27,1:La sua parabola. Ottimamente un Greco interprete: parabola dicesi nelle Scritture non solo ogni discorso, che sia diverso dal famigliare uso di ragionare, ma anche qual si sia grave, e dotto ragionamento.
27,2:Viva Iddio. Maniera di giuramento.
Ha abbandonata la causa mia. Non liberandomi dalle pene, ch'io soffro, benché innocente, ho abbandonatola mia causa agli storti giudizi degli uomini, i quali mi condannano come peccatore, perché sono nella miseria. Chiunque paragoni il nostro testo con quello d' Isaia LIX. 9., vedrà agevolmente, che il senso di queste parole: abstulit iudicium meum, è quello che si è espresso nella versione. Davidde per lo contrario esultava perché Dio liberandolo dai suoi mali avea preso cura della sua causa, e avea confusi i suoi nemici, Ps. IX. 5.
27,3:E il soffio di Dio ec. Quel soffio, che Dio ispirò nella faccia d'Adamo, e per cui questi fu fatta anima vivente, Gen. II. 7.
27,4:Le labbra mie non parleranno ec. Io giuro che né i miei mali, ne le vostre calunnie non mi faran deviare un sol punto dalla giustizia, né dalla semplicità e schiettezza di cuore osservata da me in tutto il tempo della mia vita.
27,5:Non sia mai, che giusti io vi creda. Io non mi sottoscriverò giammai a' vostri giudizii, non crederò mai giusta la vostra sentenza. Parla del giudicar, ch'e' facevano della giustizia, o ingiustizia dell'uomo secondo la maniara, ond'egli è trattato da Dio nella vita presente.
27,6:Non rinunzierò ec. Non mi straccherò di ritenere, e custodire la virtù abbracciata da me fino da' più verdi anni. La voce iustificatio significa in questo luogo la giustizia, la rettitudine, la santità dei costumi.
Non sento rimprovero nel cuor mio. Detto simile a quello di Paolo: nihil mihi conscius sum, I. ad Corinth. IV.4. Che se altrove Giobbe confessa di aver peccato, ciò s'intende delle colpe leggere, senza le quali non è il giusto stesso fino ch'egli vive in questa terra, come notò s. Gregorio.
27,7:Sia com'empio il mio nimico, ec. Sia riguardato, sia tenuto per empio chi mi contraria, chi contraddice alla dottrina di verità, della quale son io difensore, chi fa oltraggio alla mia innocenza, e di empietà mi condanna sul falso supposto, che un uomo afflitto da Dio non può essere se non peccatore, e che un uomo afflitto con tanto rigore non può essere se non un empio.
27,8:Qual resta speranza dell'ipocrita? I beni e i mali di questa vita son comuni a' giusti e agli empi; ma l'empio non può avere speranza di stabile felicità. Abbiasi egli tutti i tesori di questo mondo, Dio forse li toglierà a lui in un attimo, e lo precipiterà in una vostra miseria; che se Dio nol tratta com'egli merita nel tempo di questa vita, che può egli aspettarsi se non guai e disperazioni eterne nell'altra vita? Questa é similissima a quella di Cristo: che giova all'uomo l'acquisto di tutto il mondo se perde l'anima sua? Matth. XVI. 26.
27,11-12:I consigli dell'Onnipotente, ec. Le disposizioni della providenza divina riguardo agli uomini, i fini di Dio nella condotta, ch'ei tiene cogli uomini. Indi Giobbe per una maniera di correzione soggiunge, che di tali cose non avean bisogno di essere istruiti i suoi amici, i quali era piuttosto da meravigliarsi, che dotti e saggi com'erano, si fossero impegnati a sostenere opinioni vane e insussistenti senza ragione.
27,13:Ecco qual sarà la sorte, ec. Descrive pateticamente i supplizi dell'empio, onde non nega, che ordinariamente anche in questa vita sia punita l'iniquità; ma i veri supplizi e i veri premi serbati all'uomo sono in una vita avvenire.
27,15:Saran sepolti prima che morti. ec. Come suole accadere nelle generali epidemie e nelle pestilenze; onde soggiungesi, che le vedove dell'empio non faran duolo; imperocche in tali pubbliche calamità non avean luogo le cerimonie solenni de' funerali. Vedi Liv. Lib. xxv. nella descrizione della peste, che invase l'esercito romano sotto le mura di Siracusa, Lucret. lib. VI., ec. Notisi che Giobbe parla in plurale delle vedove dell'empio, perché li poligamia era comune nell'Idumea.
27,17:E l'argento sarà distribuito ec. Sarà distribuito a' poveri. Così Dio fa servire al bene e alla gloria de' giusti, le passioni e le facoltà dei cattivi.
27,18:Ei si fabbricò, qual tignuola, una casa. Del bene altrui l'empio si edificò una casa; appunto come una tignuola si fa una casetta nel vestito di un uomo, o come re la fa il tarlo in un legno. Ma come di brevissima duraata è la casa della tignuola, e del tarlo (perocchè l'una e l'altro quanto più van rodendo, e dilatando la casa, tanto più presto la distruggono); così l'empio quanto più si studierà di stabilire, e ingrandire colla roba altrui la sua cosa, tanto più presto ne procurerà la rovina.
E una capanna, come fa ec. Ecco un'altra similitudine, colla quale dimostrasì quanto sia breve, e fugace la felicità de' cattivi. Con tante loro sollecitudini, con tante industrie e rapine arrivano a fabbricarsi non una stabile e ferma abitazione, ma una capanna simile a quelle di frasche e di paglia, che si fanno i custodi delle vigne per custodire le uve, le quali capanne fatta che sia la vendemmia sono lasciate in abbandono, o vanno per terra.
27,19:Aprirà gli occhi suoi, ec. Quand'ei sarà morto. Quando libera dalla seduzione, e dall'incantesimo delle passioni l'anima di lui potrà mirare se stessa, e giudicare con verità di quel ch'è bene, di quel che e male, l'infelice vedrà come di tutti i suoi beni, di tutte l'opere sue nulla le resta, che possa esserle di consolazione e di giovamento. Vedi Ps. LXXV. 6.
27,20:Da notturna tempesta. L'epiteto di notturna, o vuol dir repentina, inaspettata, ovvero e posto per significare il tetro orrore, onde riempiesi l'animo di questo infelice nel terribil passaggio dalla vita all'eternità.
27,21:Un vento avvampante ec. nell'Ebreo leggesi il vento d'oriente, vento secco e ardente nell'Arabia deserta e nell'Idumea. Descrivesi vivamente la violenta morte dell'empio rapito dal mondo allorché meno se l'aspettava.
27,22:Si getterà sopra di lui. Come giudice e vendicatore pieno di giustissimo sdegno.
Ed ei tenterà di fuggire dalle sue mani. Tale sarà la perpetua veemente, ma inutile bramosia del dannato.
27,23:Batterà palma a palma, ec. Ammirando insieme, e approvando le disposizioni della divina giustizia nella pena dell'empio, la superbia del quale ha meritato gli schemi e le derisioni de' giusti.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap