VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
20,1:Per questo vari pensieri ec. Per questo appunto, che v' ha una spada ultrice delle iniquità, e perché v'ha un giudizio, e un giudice, per questo il tuo discorso medesimo, o Giobbe, mi riempie l'animo di pensieri, e di riflessioni, le quali mi agitano, e mi trasportano, e contenermi non posso dal farti vedere come la tua dottrina si applica a te medesimo, a te, che provi il taglio di quella spada, e il rigore de' giudizi divini, onde per le tue parole medesime vieni ad esser riconosciuto qual peccatore.
20,3:Ascolta gl'insegnamenti, ec. Rimprovera a Giobbe come una specie di presunzione l'aver voluto far con lui da maestro; e si vanta di aver tanto capitale di scienza da far sue difese.
20,4-5:Questo io so, che fin da principio ec. È il solito principio di Sophar, e degli altri amici di Giobbe, principio che essi applicavano a lui, onde (come notò un antico Interprete) lui pungono, e feriscono ad ogni parola.
20,7:Sarà egli alla fine gettato via come sterco; ec. Come cosa sordida, e impura sarà rimosso dagli occhi degli uomini.
20,10:E le sue mani renderanno ec. Le mani sono le azioni, le opere dell'empio, le quali si rivolgono contro di lui medesimo, e divengono sua pena, e tormento.
20,11:Le ossa di lui saranno imbevuta dei vizi ec. Penetreranno fino alle ossa dell'empio i cattivi abiti contratti nella sua adolescenza, e dureranno in lui fino alla vecchiezza, e fino alla morte, e fino al sepolcro. Le prave consuetudini, che lo dominano, diventano ogni giorno più dure, e si mantengano fino alta morte. S. Gregorio.
20,12-13:Quando il male al palato di lui ec. Assuefatto egli una volta a gustare il peccato, ben lungi dal rigettarne la funesta dolcezza, lo terrà qual dolce cibo, e soave sotto della sua lingua per assaporarlo più lungamente.
20,14:In fiele di aspidi. Il peccato stesso, che fu il suo caro cibo, si convertirà per lui in veleno, sarà sua morte. Gli antichi generalmente credettero, che il veleno di molti serpenti fosse nel loro fiele.
20,15:Vomiterà le ricchezze ec. Come chi ha bevuto del veleno e incitato al vomito, così quelli, che con ingiustizia raunarono le lor ricchezze, saran ridotti a vomitarle con gran dolore, e Dio stesso le torrà loro con tanto loro spasimo, come se dal ventre di essi, e dalle intime viscere fuor le traesse.
20,16:Succhierà il capo degli aspidi, ec. L'empio, che assetate tracanna con gran sapore le sostanze, e il sangue de' poveri, beve senza saperlo veleno di aspidi, e veleno di vipera. Fin ab antico fu creduto, che la vipera avesse il veleno nella lingue.
20,17:Non vegga egli mai le correnti ec. L'ampio non solo non goderà dell'abbondanza de' beni temporali, nm gli sarà tolto anche il piacer di vederli. L'affluenza de' beni e delle cose più utili e pregiate, e particolarmente dei frutti di un'ubertosa terra, quest'affluenza sovente nelle Scritture si esprime sotto l'immagine di fiumi, e di torrenti di latte e di miele.
20,18:Né però sarà egli consunto. Con tutti i mali, ch'ei soffrirà nella vita presente l'empio non sarà annichilato. Egli sussisterà, ma sol per suo danno, vale a dire per portare nell'altra vita il peso dell'ira divina, da cui sarà punito in eterno secondo il numero, e la gravezza delle sue colpe.
20,20:E il ventre di lui ec. L'appetito, l'ingordigia del bene altrui, la concupiscenza dell'empio.
20,21:Nulla è rimaso ec.Sarà ridotto ad estrema mendicità.
20,22:Quand'egli sarà satollo,ec. Dopo che l'ampio avrà fatto ogni sforzo per riempiersi, e satollarsi de' beni, e de' piaceri di questa vita, ec.
20,23:Finisca di empiersi ec. Si ampia egli pure, si satolli di beni, e di piaceri, che alla fine Dio lascerà libero il corso alle sue vendette.
20,24:Intopperà nell'arco di bronzo. Se fuggirà la spada vicina sarà ferito di lontano dalla saetta, che verrà dail'arco di bronzo. L'Ebreo legge: lo trapasserà l'arco di bronzo, dove ognun vede, ch'e posto l'arco per la saetta scoccata dall'arco.
20,26:La spada sguainata, ec. Questa spada e l'ira di Dio vendicatrice. Sophar ne parla con enfasi, come se vedesse questa spada tratta dal fodero, maneggiata dall'Onnipotente a sterminio degli empi, a recar morte e morte amarissima agli empi.
Le paure anderanno e verranno ec. Espressione piena di forza, e attissima a significare l'agitazione dell'empio, il quale straziato dal mal presente non puo aspettarsi se non di peggio nell'avvenire, vale a dire i mali eterni dopo i temporali.
20,26:Tutto e' tenebroso ec. Se per fuggire da tanti guai egli cerca qualche nascondiglio, che lo ricuopra, non vi trova altro che oscurità e orrori.
Un fuoco che non alluma.L'Ebreo: un fuoco, che non abbisogna di un soffio ovvero che non si accende col soffio. Ho seguito nella traduzione il sentimento più comune de' Padri, i quali credono indicata in questo luogo la particolar condizione del fuoco dell'inferno, vale a dire, che egli abbrucia, ma non da fiamma, ne chiarore. Grisost. Ciril. Prosp. Greg. ec.; sposizione, che ottimamente conviene col testo originale, perocchè col soffio si sveglia nelle combustibili materie la fiamma.
S'ei resterà ancora nella sua tenda, ec. Se egli muore cade in quel fuoco terribile, che abbrucia, e non da luce; se resta ancora per qualche tempo nella sua tenda, se reato ancora in vita, vivera in afflizione e miseria.
20,27:I cieli riveleranno ec. Contro l'empio porteranno testimonianza tutte le creature, sia quelle del cielo come gli Angeli, ec.; sia quelle della terra, e lo condanneranno. Combatterà per lui (per Dio) il mondo tutto contro gli stolti. Sap.
20,28:Saranno spersi i rampolli ec. Tutta la sua posterità sarà a parte delle sciagure dell'empio.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap