VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
2,1:Or egli avvenne, che un giorno, ec. Tra la prima e la seconda tentazione vi corse certamente non piccolo spazio di tempo.
2,3:Perch'io lo tribolassi senza motivo. Non essendo egli tale, che meritasse di essere punito come un grande scellerato, io per provarlo, e per farti vedere la fermezza di sua virtu, l'ho in tal guisa trlbolato. In quello che dice al Demonio tu mi hai invitato ec., parla Dio col linguaggio degli uomini, come notò s. Gregorio.
2,4:La pelle per la pelle, ec. Tutti convengono, che è questa una maniera di proverbio, ma non convengono nell'interpretazione. Sembrami questa la più chiara: la pelle degli altri darà volentieri l'uomo per la propria pelle; darà i figliuoli benché cari, darà i bestiami e tutte le sue sostanze per salvare la propria pelle e la vita. Giobbe ha perduto ogni cosa, ma egli è vivo, e sano, e se ha perduto i figliuoli può averne degli altri, se ha perduti i bestiami può agevolmente acquistarne di nuovo. Così il nemico estenua colla sua malignità la virtù di Giobbe celebrata da Dio medesimo, il quale perché e buono, considera i travagli e i pentimenti de' giusti. Vedi Ps. IX. 14.
2,7:Con ulcera orribile. Il Grisostomo, e molti altri antichi, e moderni Interpreti intendono una specie di lebbra la più schifosa e crudele. Noi vedremo infatti, che la malattia, onde fu afflitto questo sant'uomo gli cagionava dolori grandissimi in ogni parte del corpo. Vedremo ancora come a' mali del corpo si aggiungevano le noie, le inquietezze, gli affanni di spirito; onde lo stesso Grisostomo ebbe a dire, che Giobbe in un sol corpo portò tutti i mali del mondo.
2,8:Sedendo sopra un letamaio, ec. Nella versione del LXX si dice, che Giobbe sedeva sul letamaio fuora della città, ed è veramente certo per molti luoghi delle Scritture, che i lebbrosi stavano separati da ogni commercio cogli altri uomini. L'Ebreo e tutte le versioni fatte dall'Ebreo portano, che Giobbe era assiso sopra la cenere. Giobbe si serviva di un coccio per radere la marcia, che scaturiva dalle sue ulcere, o perché avendo anche le dita piegate non potesse valersi di questo, o perché al fastidioso prurito continuo, che egli sotfriva, poco sufficiente fosse l'ufficio delle sue dita.
2,10:Come una delle donne prive di senno tu hai parlato. Sovente nelle Scritture la voce stolto significa empio, scellerato, e la voce stoltezza significa la scelleraggine e l'empietà. Giobbe sgrida giustamente la moglie, e le dice non ch'ella sia donna empia e scellerata, ma che ha parlato come parlar potrebbe una donna, che fosse tale, vale a dire, che neaasse la providenza, o la giustizia di Dio, che non facesse alcun conto della religione e della pietà.
Se i beni abbiam ricevuti ec. Sentenza degna di Giobbe. Egli non solo dimostra essere grande sconoscenza l'amare, e servire Dio solamente quando ci consola, e ritirarsi da lui quando ci affligge, ma vuole ancora, che i mali stessi riguardiamo come un dono, e favore del medesimo Dio.
Non peccò Giobbe con le sue labbra. E l'Apostolo s. Giacomo dice, che chi non inciampa nelle parole è uomo perfetto. Ep. cap. III. 2.
2,11:Eliphaz di Theman. Il figliuolo primogenito di Esaù fu Eliphaz, e di Eliphaz fu figliuolo Theman. Gen. XXXVI. 4. II. Eliphaz amico di Giobbe discendeva dal primo Eliphaz e da Theman. Da questo ebbe il nome la città di Theman nell'Arabia in poca distanza da Petra, ed è celebrata nelle Scritture, e anche dagli scrittori profani la sapienza dei Themaniti e anche degli Arabi in generale. Ne' LXX, Eliphaz è detto re del Themaniti, Baldad re dei Suchiti, e Sophar re de' Minei.
Baldad di Sueh. Vale a dire Baldad, che era della stirpe di Sueh, ovvero Suah, figliuolo di Abramo e di Cetura, Gen. XXV. 2.
Sophar di Naamath. Credesi, che questo Sophar sia uno de' discendenti di Tzepho, ovver Sephi, fratello di Theman nipote di Esau. Gen. XXXVI.11. Egli è detto Sophar nella versione de' LXX si in quel luogo della Genesi, e si ancora I. Paral. 1. 36. Quanto al nome di Naamath non è certo se sia nome di uomo, ovvero di qualche città. Questi erano tre personaggi illustri per nobiltà, e per sapienza, e per pietà, come discendenti di Abramo, e istruiti da lui nella vera religione. Vedi Gen. XVIII. 19.
2,12:Sparser la polvere sopra le loro teste. Come si faceva in qualche grande afflizione. Vedi Thren. II. 10., Jos VII. 6., ec.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap