Giobbe - 17

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Giobbe per la sua grande afflizione afferma, che nulla più per lui vi rimane, fuorché, la morte, e accusa gli amici di stoltezza, perchè la sola presente rimunerazione stabiliscono: egli poi aspetta la requie futura.

1Si va consumando il mio spirito, si accorciano i giorni miei, e solo per me vi resta il sepolcro.
2Io non peccai, e gli occhi miei nuotano nelle amarezze.
3Liberami, o Signore, e pommi presso di te, e chicchessia armi sua mano a combattere contro di me.
4Il loro cuore hai tenuto lontano dalla saggezza; per questo ei non saranno esaltati.
5Egli promette acquisti a' suoi compagni; ma gli occhi de' suoi figliuoli verranno meno.
6Egli mi ha renduto quasi favola del volgo, e sono negli occhi loro oggetto di orrore.
7Pel gran dispetto ho perduto il lume degli occhi, e le mie membra son quasi ridotte nel nulla.
8Rimarranno di ciò stupefatti i giusti, e l'innocente si leverà contro l'ipocrita.
9Ma il giusto terrà sua strada, e quegli, che ha pure le mani crescerà in fortezza.
10Voi pertanto cangiate di parere, e venite, ed io non troverò tra voi verun capiente.
11Sen fuggono i giorni miei, i miei disegni si risolvono in fumo, e mi tormentano il cuore.
12La notte hanno cambiata in giorno, e di nuovo dopo le tenebre spero la luce.
13Quand' io avrò aspettato pazientemente, la mia casa el' è il sepolcro, e nelle tenebre ho disteso il mio letticciuolo.
14Alla putredine ho detto tu se' mio padre, e ai vermi voi siete mia madre, e mia sorella,
15Dov' è adunque adesso la mia espettazione, e chi è che consideri la mia pazienza?
16Nel cupo sepolcro scenderà ogni cosa con me; credi tu che ivi almeno io avrò requie?
Note:

17,1:Si va consumando il mio spirito. Lo spirito vale in questo luogo o gli spiriti vitali, ovver la stessa respirazione.

17,2:Nuotano nelle amarezze. In un mare di amarissimo pianto.

17,3:Liberami, o Signore, ec. Bellissima apostrofe a Dio, che solo è fedele, e la protezione di cui basta a difenderlo da tutti i nemici.

17,4:Il loro cuore hai tenuto lontano ec. Parla de' suoi amici, i quali non intendendo i consigli della sapienza di Dio, superbi della loro umana sapienza veggendo l'amico nell'afflizione lo giudicavano reo e peccatore a proporzione de' mali, che egli pativa. Per questo (dice Giobbe) alla fine non rimarranno con gloria, ma con ignominia e confusione. E cosi avvenne di fatto. Vedi cap. 42.

17,5:Egli promette ec. Ognuno di questi amici promette acquisti e vittorie a' compagni; ma sarà infelice ed egli e i suoi figliuoli. Forse queste parole sono dette per Eliphaz, come anche quelle del versetto seguente.

17,6:Sono negli occhi loro oggetto di orrore. Come esempio terribile de' rigori, co' quali la divina giustizia punisce i peccati. Mi considerano (dice Giobbe) come un esempio orrendo a vedersi di quello, che sa fare l'ira di Dio a danno de' peccatori.

17,7:Pel gran dispetto ec. Dimostra quanto lo affliggessero questi ingiusti giudizi de' propri amici.
E le mie membra son quasi ec. Questo interno dolore finisce di struggere anche il mio corpo.

17,8:Rimarranno di ciò stupefatti i giusti, ec.I giusti, veggendo afflitto l'innocente, ne resteranno altamente ammirati non intendendo i profondi segreti della Providenza divina. L'innocente stesso commosso da' falsi giudizi, che fanno di lui gl' ipocriti, e i cattivi, i quali perchè lo veggono infelice lo abominano come peccatore, non si può rattenere dal versarsi in querele, e riprensioni contro di essi. Sembra, che voglia scusare quell'acerbezza, colla quale egli inveisce in più luoghi contro di questi amici, i quali invece di consolarlo, nuovi motivi porgevano a lui di dolore.

17,9:Ma il giusto terrà sua strada, ec. Ma il giusto benchè non intenda i misteri della Providenza, che lo affligge, non si ritira per questo dalla pietà, ma appunto perchè egli è retto, e puro nel suo operare, si rende più forte, e costante nella tribolazione.

17,10:E venite, ed io non troverò ec. Cangiate pensiero, non mi condannate più come empio sul solo argumento di mie sciagure; e tornate pure a disputare con me; perocchè lo farovvi vedere, che non si trova tra voi chi meriti il nome di vero sapiente.

17,11:Sen fuggono i giorni miei. Rompe qui il suo discorso, e violentato (per cosi dire) da' suoi dolori ritorna alle querele, e a' lamenti.
I miei disegni ec. i miei disegni, le mie speranze tutte svaniscono, e mi straziano il cuore.

17,12:La notte hanno cambiato in giorno. Questi pensieri, queste speranze, che si dileguano e vanno in fumo fanno si, che la notte (il tempo della quiete) sia per me quello, che è il giorno per gli altri uomini, fanno si, che la notte sia tempo di agitazione e di turbamento perpetuo.
E di nuovo dopo le tenebre spero la luce. Queste parole sembrami, che debbano congiungersi con quelle del versetto seguente. La notte diviene per me giorno di fatica e di agitazione: dietro alla notte io spero il giorno della consolazione; ma qual fondamento ho io per isperarlo e aspettarlo, mentre nello stato in cui mi ritrovo, tutto quello ch'io posso aspettarmi si è il sepolcro?

17,13:La mia casa ell'e' il sepolcro. Ecco il luogo del mio riposo. La casa, ch'io avrò in comune cogli altri morti.

17,14:Alla putredine ho detto: ec. Non poteva più fortemente esprimere l'affetto, con cui riguardava la morte, che valendosi in tal maniera de' teneri nomi di padre, di madre, di sorella. Notisi, che la putredine e i vermi sono da lui considerati come la famiglia, ch'egli avrà nella casa dei sepolcro.

17,15:Dov'è adunque adesso re. Sembra rivolgere il discorso ad Eliphaz, che gli mostrava nell'avvenire una sorte migliore. Che mi resta egli da sperare in questa vita, la quale già e quasi finita per me?

17,16:Credi tu, che ivi almeno io avrò requie? Tutte le speranze di felicità temporale scenderanno con me nel sepolcro; e credi tu, che questa requie del sepolcro aspettata e bramata cotanto, verra una volta per me? Cosi esprime il vivissimo desiderio di morire.

Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap