VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
7,1:Entra nell'arca; cioè, preparati ad entrare nell'arca. Vedi Vers. 4.
7,2:Di tutti gli animali mondi ne prenderai a sette a sette. Ho creduto con S. Ambrogio, Crisostomo, Teodoreto, e colla maggior parte degl'interpreti, che tale sia il senso della nostra volgata, come dell' Ebreo: vale a dire, che di ogni specie di animali mondi debbano entrare nell'arca sette capi, e degli animali impuri una sola coppia per ogni specie. Or degli animali puri tre coppie voglionsi destinare alla conservazione della specie, il settimo pel sacrifizio, che offerse di fatto Noè, terminato che fu il diluvio, cap. VII 20. veggiamo da questo luogo, che la distinzione tra gli animali mondi e immondi, ripetuta di poi nel Levitico, fu osservata anche sotto la legge di natura, mentre Dio ordina qui a Noè di osservare questa distinzione; lo che suppone, che a lui fosse già nota.
7,4:Di qui a sette giorni ec. Da' dieci del secondo mese fino a' diciassette, Noè eseguendo l'ordine di Dio finì di disporre ogni cosa nell'arco e v' introdusse gli animali.
7,11:L'anno secentesimo della vita di Noè. Noè adunque era nell'anno secentesimo di sua età, quando principio il diluvio. Egli adunque dall'anno 500 (o piuttosto 480, come dicemmo di sopra) fino all'anno 600 della sua vita credette, e annunzio agli uomini il diluvio, benché la sua predicazione (come la chiama S. Pietro ep. 1. III. 20.) fosse schernita dagli empi; e tutto questo tempo la pazienza divina aspettò i peccatori invitandogli a penitenza, come dice lo stesso Apostolo...
Il secondo mese. Vale a dire dell'anno civile, il qual anno cominciava verso l'equilibrio d'autunno: imperocchè, non essendo ancora stabilito l'anno sacro, crediamo, che Mosè non abbia potuto parlare, se non dell'anno civile. Cosi il principio del diluvio, che fu a' diciassette del mese secondo, viene a cadere nel novembre.
Si squarciarono tutte le sorgenti del grande abisso, a s'aprirono le cataratte del cielo. Due ragioni del diluvio si assegnano qui da Mosè. Prima le acque del grande abisso: quelle acque dalle quali al principio del mondo era coperta la terra, e le quali secondo l'ordine di Dio si ritirarono ne' vasti seni giù preparati a riceverle, traboccarono da tutte le parti sopra la terra. In secondo luogo quella immensa quantità di acque, alla quale Dio avea dato luogo sopra del firmamento. Noi non cerchiamo altra prova d'un fatto si grande e miracoloso, fuora della parola di Dio. Può essere, che la filosofia trovi delle difficoltà, o difficoltà anche grandi per intendere e spiegare questo fatto: ma il fatto non lascerà d'esser vero e indubitato, benché la corta nostra ragione non possa arrivare a comprendere il modo, onde sia avvenuto. La divina autorità di Mosè così ben provata da tutto quello, che per ministero di lui operò il Signore, e sufficientissima a farci chinar la testa in ossequio della fede dovuta alla parola di lui che e parola di Dio. Ma lo stesso Dio ha voluto, che la memoria di questo fatto si conservasse nella tradizione de' popoli, e non solo de' popoli del mondo antico, ma anche di quelli del nuovo, dove certamente non ne fu tolto il modello delle nostre Scritture. La storia naturale e la fisica confermano la tradizione; onde noi potremo concludere colle parole di una de' piu violenti nemici della religione, che a dubitare del diluvio ci vuole una estrema ignoranza od una estrema ostinazione, ogni volta che si rifletta alla concorde testimonianza della fisica; o dell'istoria e alla voce universale del genere umnno, il diluvio universale adunque nulla ha, di contrario alla ragione: ma egli è un vero miracolo superiore alla ragione in molte sue circostanze: egli in opera di Dio, il quale volle con universale gastigo punire la universale corruzione degli uomini, e lasciar ne' secoli posteriori una terribile immagine della severità di sua giustizia affin di ritrarli dall'empietà. Veggasi nel giornale Ecclesiastico all'anno 1762, mese di novembre e dicembre, la spiegazione fisico-teologica del diluvio e de' suoi effetti opera del signor Abate Le Brun, degna di esser letta; perocchè salvando, anzi ponendo per fondamento le due cagioni del diluvio toccate da Mosè espone con molta semplicità e chiarezza questo grande avvenimento con tutto quello, che ne seguì.
7,13:In quello stesso dì. Ovvero, come altri traducono, nel principio di quel giorno, vale a dire nel diacessetesimo del mese secondo.
7,16:Ce lo chiuse per di fuori il signore. Il Signore, forse per ministero d'un Angelo fece riverniciar per di fuora col bitume tutto all'intorno la porta dell'arca. Siccome in tutto questo gran fatto spira per ogni parte l'ira di Dio contro gli empi; cosi spicca del pari la carità e la bontà di Dio, verso del giusto, e verso la sua famiglia, e verso gli animali stessi commessi alla cura di Noè.
7,20:Quindici cubiti si alzò l'acqua sopra i monti. Così nissun gigante, nissun animale poté salvarsi sopra alcun monte.
7,25:Per cento cinquanta giorni. In questi cento cinquanta giorni si computano anche i quaranta giorni della pioggia. Vedi Perer.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap