VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
37,2:E questa è la genealogia di lui. Queste parole si riferiscono al novero de' figliuoli di Giacobbe, cap. xxv. 23. 26. Or ivi avendo Mosè interrotta la storia di quel Patriarca per esser la serie de' discendenti di Esau, ripiglia adesso la sua narrazione, e viene a parlare del santo e casto e pazientissimo Giuseppe; onde è come se dicesse: la genealogia di Giacobbe, è quella, che già dicemmo: ma Giuseppe uno de' suoi figliuoli ec.
Essendo di sedici anni. Di sedici anni compiti, ed era entrato nel diciassettesimo, Hebr. Chald. LXX.
Stava co' figliuoli di Bala, e di Zelpha. Si vede, che Giacobbe avea divisi in due parti i suoi greggi, e una parte erano governati da' figliuoli di Lia, l'altra da' figliuoli delle due serve, co' quali unì Giuseppe, separandolo da' figliuoli di Lia, i quali essendo nati della prima moglie di Giacobbe, che era ancor viva, non vedevano di buon occhio questo figliuolo della defunta Rachele.
Di pessimo delitto. Alcuni per questo delitto intendono gli odj e le risse de' fratelli tra di loro; altri qualche cosa di più nefando.
37,3:Perché lo avea avuto in vecchiezza. E naturale ne' genitori una certa predilezione pe' figliuoli avuti nell'età avanzata; ma in Giuseppe nato a Giacobbe giù vecchio dovea questi notare una certa somiglianza e con se e con l'avo; perocchè come Giuseppe nacque di Rachele sterile, e di Giacobbe già vecchio; cosi Isacco da Sara sterile e da Abrahamo già vecchio, e Giacobbe stesso da Rebecca sterile e da Isacco, che già passerà i novant'anni. Oltre queste ragioni l'innocenza e santità di costumi rendevano più amabile al padre questo figliuolo: onde le più antiche parafrasi portano. Egli era un fanciullo saggio, e prudente.
Gli fece una tonaca di vari colori. La tonaca era la veste interiore, che portavasi sopra la carne, ed era di lino, almeno in que' luoghi, dove il lino si usava, il quale in que' paesi era comune.
37,6:Udite il sogno. Questo sogno, profezia delle cose future era stato certamente mandato da Dio; ma Giuseppe non ne intendeva il significato, e perciò con tutta semplicità lo racconta a' fratelli. Tutto dovea concorrere a rendere questo figliuolo odioso a' fratelli, l'amore del padre, le distinzioni, che questi usava verso di lui, la santità stessa della sua vita, che era un rimprovero continuo a' costumi degli altri, l'annunzio delle sue future grandezze, che Dio stesso poneva a lui in bocca, affinché questo figliuolo fosse un compiuto e perfetto ritratto di Gesù Cristo. I sogni profetici di Giuseppe ci richiamano alla memoria le profezie senza numero sparse in tutto il tecchio Testamento, nelle quali e i patimenti e la gloria del Messia erano stati predetti; profezie sovente citate in prova di sua missione da Gesu Cristo e le quali non illuminarono gli Ebrei, ma gl'irritarono ancor più contro di lui.
37,10:E la madre tua, ec. La madre era significato per la luna, come il padre pel sole. Ma Rachele era già morta. Quindi e queste parole debbono intendersi di Bala; la quale di serva di Rachele divenne moglie di Giacobbe, e riguardo a Giuseppe teneva il luogo di madre ovvero Giacobbe rammenta la vera madre Rachele per dimostrare, che quel sogno era stravagante almeno in questo, che quando fosse stato possibile, che il padre e i fratelli rendesseo a lui quegli onori, non potea rendergliene la madre già morta.
37,11:Il padre poi considerava la cosa ec. Giacobbe considerando la virtù del figliuolo, la sua innocenza, la sua semplicità, e riflettendo su questi sogni medesimi, si sentiva dire al cuore, che veramente Giuseppe fosse destinato da Dio a qualche cosa di grande. E da ciò vedesi, che s'ei lo sgridò, come dicesi nel versetto precedente, ciò egli fece non per altro fine, che per ammansire l'invidia dei fratelli e per avvertirlo di usare maggior circospezione nel trattare con essi.
37,12:In Sichem. Vale a dire nel territorio di Sichem, dove Giacobbe avea comprato un campo, cap. XXXIII 29. Da Hebron a Sichem v'erano più di sessanta miglia. Si vede da molti luoghi della Scrittura, che si menavano greggi molto lungi dal luogo, dove i capi di famiglia abitavano. Vedi cap. XXXI. 19. 22. E molto credibile, che Giacobbe mandò qualcheduno de' servi ad accompagnar Giuseppe.
37,16:Cerca i miei fratelli. Risposta piena di mistero, e verissima anche riguardo a quel Figliuolo unigenito, il quale mandato dal Padre venne a cercare i suoi fratelli, pe' quali dovea essere principio di salute. L'Apostolo ammirò altamente l'umiltà, e la bontà di Cristo, il quale non sdegnò di riconoscere la fratellanza, ch'egli avea contratta cogli uomini in assumendo la loro natura: Non ha rossore di chiamarli fratelli. Hebr. II. 1.
37,19-20:Ecco il Signore de' sogni... Su via, ec. La persecuzione, che soffrirà il Cristo dai suoi fratelli, gli schemi, le burle, e i crudeli disegni l'antro di lui sono adombrati nel ricevimento fatto da' figliuoli di Giacobbe a Giuseppe.
37,24:Lo calarono nella... cisterna, ec. Si ravvisa qui la sepoltura di Cristo, il quale poi liberato dalla morte, e dal sepolcro è comprato dagl'Ismaeliti (cioè da' Gentili) col prezzo della loro fede, dice S. Eucherio.
37,28:Per venti moneta di argento. Per venti sicli, cioè dieci di meno di quello, che sarà venduto il Salvatore del mondo: imperocrhè non dovea il servo esser venduto a prezzo uguale a quel del padrone, dice S. Girolamo. Ma ella è cosa degnissima di riflessione, come in tutto il tempo del negoziato fatto tra' fratelli, nel tempo, ch'ei fu spogliato di sua veste, gettato nella cisterna e poi venduto agl'Ismaeliti, non si nota una sola parola uscita di bocca a Giuseppe. I suoi fratelli però rimproveravano a se stessi il loro orrendo delitto, dicono: peccammo contro nostro fratello, reggendo le angustie del suo cuore, mentr'ei ci pregava e noi non ascoltammo, cap. XLII. 21. Ma lo spirito di Mosè intento più al divino originale, ch'egli avea dinanzi agli occhi di sua mente, che alla figura, tace qui le preghiere e le lagrime di Giuseppe; perché queste non convenivano al Giusto per eccellenza, il quale venduto e straziato non aperse sua bocca. Ricordiamoci, che di lui e per lui scrisse principalmente Mosè.
37,29:Tornato Ruben alla cisterna ec. Si vede, che Ruben non si trovò presente alla vendita, perché erasi allontanato col pretesto di qualche altare, ma in realtà per andar solo in tempo opportuno alla cisterna per trarne fuora Giuseppe.
37,35:Scenderà piangendo ec. Vale a dire, io non mi consolerò giammai, fino a tanto che io muoia e vada a trovare il mio figliuolo nell'inferno, cioè nel luogo, dove le anime de' giusti si stavano aspettando il Salvatore, che dovea condurlo seco nel Cielo. A questo luogo è dato anche da' Padri della Chiesa il nome d'inferno e di seno d'Abrahomo coerentemente alle Scritture, e da' Teologi più ordinariamente il nome di limbo. Sarebbe una gran semplicità (per non dire di peggio) quella di chi in questo luogo per la parola inferno intender volesse il sepolcro: imperocchè come dir potrebbe Giacobbe, che anderà nel Sepolcro a riunirsi col figliuolo, il quale era stato (com' ci dicea) mangiato da una fiera, divorato da una bestia? Riconoscesi adunque nelle parole del Patriarca la fede dell'immortalità dell'anime e della riunione di tutti i giusti in un'altra vita.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap