VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
35,1:Il Signore disse a Giacobbe: Sorgi ec. Dio viene a confortare Giacobbe nell'agitazione, in cui si trovava per quello, che i suoi figliuoli avean fatto contro dei Sichimiti, e per quello, che di ciò poteva avvenirne, irritati per tanta crudeltà gli animi dei Chananei.
35,2:Gettate via gli Dei stranieri, che avete ec. Può essere che gl'idoli i quali Giacobbe comanda di gettar via, fossero stati serbati della preda de' Sichimiti; e può anch'essere che in un grandissimo numero di seni, che erano in quella famiglia, condotti della Siria ve ne fosse più d'uno, che continuasse a rendere culto a' falsi dei. Ma non sembra credibile che alcuno dei figliuoli, o delle mogli di Giacobbe peccassero in questo. Il vedere, che questi intima l'ordine di gettar via gl'idoli, dopo che Dio gli avea parlato e l'avea avvertito di quello, che dovea fare a Bethel in suo onore, può dar fondamento per credere che non prima di adesso egli venisse in cognizione di questo disordine e che Dio stesso gliene desse notizia.
Mondatevi e cangiute le vostre vesti. Per un interno istinto del rispetto dovuto a Dio fu sempre costume, che volendo gli uomini accostarsi a lui per onorarlo, o si mutasser le vesti 2. Reg. XII. 20, ovvero le lavassero, Exod. XXX. 20. Levit.XV.13., e la nuova veste era simbolo di penitenza e di conversione. Così Giacobbe esorta la sua gente a prepararsi per andare a Bethel a onorare il Signore.
35,4:E gli orecchini che quegli avevano alle orecchie. La voce Ebreo significa propriamente anelli da attaccarsi alle orecchie e al naso, o da appendere per ornare la fronte. S. Agostino, il Grisostomo e altri interpreti credono, che questi anelli, o sia orecchini ornavano gl'idoli e non gli uomini. Vedi anche Plin. lib. XXIII. cap. 1. Simili anelli con figure dei falsi dei si portavano assai comunemente degli uomini e dalle donne, ed erano una specie di Talismani, o Amuleti contro le malattie, le disgrazie, ec. Vedi Auguri. de doctr. Christ. lib. n. 20.
Li sotterrò sotto il terabinto ec. Si può credere, che li mettesse in pezzi, ovvero li fondesse, e di poi segretamente li seppellisse sotto il terebinto, o sia quercia.
35,5:Il tenore di Dio invase ec. Il timore (dice il Grisostomo) con cui Giacobbe onorava Dio, merita, che Dio lo renda terribile a tutti gli uomini, onde nessuno ardisca di nuocergli, né di pensare a far vendetta della strage dei Sichimiti.
35,7:A quel luogo pose il nome di casa di Dio. Confermò il nome di Bethel dato già a quel luogo, cap. XXVIII. 29.
35,8:Appiè di Bethel. Appiè del monte sopra del quale fu edificata la città di Bethel. Quercia del pianto. Perché quivi Giacobbe coi suoi fece il lutto della morte di Debora, la quale dovette essere donna di non ordinario virtù.
35,9:La seconda volta, dopo il suo ritorno ec. Eragli giù apparso poco prima, quando gli ordinò di portarsi a Bethel.
35,14:Facendovi sopra le libagioni. Lavo col vino e unse con olio in pietra. Vedi cap. XXVIII. 18. Questa pietra servì all'altare, che egli eresse in quel luogo secondo l'ordine di Dio, vers. 1.
35,18:Figlio della destra. Come se dicesse figliuolo carissimo, amatissimo.
35,19:Sulla strada, che mena ad Ephrata, che è Bethlehem. Bethlehem ebbe il nome di Ephrata, dopo l'ingresso degli Ebrei nella Chananea, ed ebbe questo nome dalla moglie di Caleb, I. Paralip. II. 24. Vedesi anche adesso il luogo dove fu sepolta Rachele distante circa un miglio da Bethlehem: sopra il sepolcro di lei la eretto di poi un monumento più grande descritto dal Brocardo.
35,21:Di là dalla torre del gregge. Questa torre era un sol miglio di là da Bethlehem verso levante, dove erano ottimi pascoli, onde vi correvano i greggi. Simili torri servivano di ricovero a' pastori: di la badavano a' greggi e facevano sentinella per custodirli dai ladri. In questo luogo si vuole, che apparisse a' pastori l'Angelo che annunziò loro la nascita del Salvatore. Così S. Girolamo ed altri. Quindi vi fu poi eretta da S. Elena una chiesa sotto l'invocazioue dei santi Angeli.
35,22:E questi non lo ignorò. Vedremo il gastigo di Ruben cap. XLIX. 4. Non si parla del dolore che ebbe Giacobbe di questo fatto, perché era quasi inesplicabile.
35,26:Che a lui nacquero nella Mesopotamia. Eccettuato il solo Benjamin, nato nella Chananea. Simil maniera di parlarci: usata cap. XLVI. 15. Exod. XII.40. ec.
35,29:Si riunì al suo popolo. Vedi cap. xxv. 8. Abbiam più volte osservato in Isacco una espressa e parlante figura di Gesù Cristo. Isacco figliuolo della promessa, aspettato e desiderato si lungamente, nato non secondo l'ordine naturale, come osserva l'Apostolo: Gal. IV. 23. ma per divina virtù da genitori sterili e di età avanzata, era degno di rappresentare quel figliuolo d'Abrahamo secondo la carne che dovea nascere di una Vergine a consolare le brame e le suppliche dei giusti di tutti i secoli. L'obbedienza renduta da Isacco al padre, sino a contentarsi di dare la propria vita in sacrifizio per fare la sua volontà, l'andata al monte Moria colle legna pel sacrifizio sopra le spalle, tutto questo era una viva pittura dell'unico figlio l'atto obbedicnte fino alla morte, e morte di croce, che dovea andar al calvario portando egli stesso il legno, su cui dovea essere confitto. Ma il sacrifizio di Gesù Cristo dovea essere unico nella sua specie. Quel sacrifizio, per cui solo poterono essere accetti i sacrifizi di qualunque sorta offerti a Dio nella legge di natura, e sotto la legge scritta; quel sacrifizio, il quale solo bastava ad espiare tutti i peccati del mondo, e ad impetrare la riconciliazione degli uomini con Dio e la copia divini favori: questo sacrifizio non dovea avere esempio, e Isacco non doveva essere effettivamente sacrificato; quindi è sostituita a lui un'altr'ostia figura di quell'agnello di Dio, il cui sangue mondo le nostre coscienze dalle opere di morte per servire a Dio vivo, Hebr. IX.14.
Lo sposalizio d'Isacco con una donna di paese rimoto, la quale viene introdotta nella tenda di Sara, rappresenta l'alleanza di Dio con un nuovo popolo formato di tutte le nazioni del mondo riunite nella Chiesa cristiana, alla quale l'antica sinagoga cede il suo luogo. Isacco finalmente, il quale per superiore disposizione è condotto a benedire Giacobbe invece di Esau, ci annunzia la riprovazione della ingrata e infedele sinagoga, per cui principalmente era stato mandato il Cristo, e della quale egli fu (secondo la parola di Paolo) ministro e predicatore; riprovazione già stabilita ne' divini decreti; e la esaltazione della Chiesa delle genti, divenuta dopo questa benedizione l'amore del Padre e del Figlio, e feconda di un'amplissima e fedelissima posterità. In una parola, tutta la vita di questo gran patriarca ha una continua ammirabil somiglianza colla vita e colla missione di Gesù Cristo; ed e come una continuata profezia di questo Salvatore divino.