VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
28,2:Ma parti, e va ec. I LXX, sorgi, fuggi. Vedi Osea XII. 12. Sap. X. 10.
28,4:E dia egli le benedizioni di Abrahamo a te, e alla tua stirpe ec. Così le promesse di Dio concernenti il dominio della terra di Chanaan, la moltiplicazione della stirpe, e (quello che ogni altra felicità sorpassa) il Cristo. che da questa stirpe dovea nascere, queste promesse fatte ad Abrahamo o ad Isacco sono appropriate a Giacobbe, e ai discendenti di Giacobbe, come osserva S. Agostino de civ. XVI. 38.
28,9:Andò alla casa d'Ismaele. Ismaele era già morto quattordici anni prima. Con questo nuovo matrimonio sembra, che Esau cerchi di riacquistare la grazia de' genitori; ma per picca verso il fratello, che era andato a cercare una moglie della casa di Nachor, egli va a prendere una figliuola di Ismaele. Mahelcth è chiamata altrove Basemath. Vedesi Genesi XXXVI. 3.
28,12-13:Vide una scala appoggiata alla terra ec. E il Signore appoggiato alla scala ec. In questa scala, secondo la più ordinaria sposizione, si ha una immagine della Providenza divina; onde in capo di essi vedesi Dio. Gli Angeli, che salgono e scendono, sono i Ministri ed esecutori della Providenza. Volle Dio con questa visione consolare Giacobbe, il quale fuggiasco dalla casa dei genitori per timor del fratello, coll'animo pieno di tristezza riposava sopra di un sasso. A lui dunque fa vedere questa scala, che va fino al cielo; gli fa vedere gli Angeli, che per ordine di Dio si adoperano a benefizio e consolazione dei giusti: e gli fa vedere Dio stesso protettore e rimuneratore della virtù. Ma forse con più ragione diremo che per questa scala lo Spirito santo volle significare l'incarnazione del verbo di Dio, il quale dovea nascere di Giacobbe, e scendere per vari gradi e generazioni fino alla terra, quando lo stesso Verbo fu fatto carne, e il cielo riuni colla terra, e le somme alle intime cose, e l'uomo congiunse con Dio. Scendono ad annunziare si gran novità gli Angeli e salgono a riportare i ringraziamenti e le benedizioni, che a Dio danno i giusti per un'opera così grande. Qual consolazione all'afflitto e ramingo Giacobbe il vedere adombrato sotto i suoi occhi un mistero si grande, vedere il Cristo, che dovea nascere del suo sangue, e nel quale tutte le promesse di Dio fatte a lui, e a tutti i suoi padri doveano avere il pieno e perfetto loro adempimento!
La terra, in cui tu dormi ec. Giacobbe era tuttora nel paese di Chanaan, ma presso ai confini.
A te, e alla tua stirpe. Vuol dire a te, o sia alla tua stirpe; perocchè la particella e molte volte è esplicativa.
28,14:E IN TE, e nel seme tuo SARAN BENEDETTE ec. Anche questo parole debbono intendersi nella stessa maniera: IN TE, osia nel seme tuo: il quale seme è Cristo. Cosi Dio viene qui egli stesso colle parole ad esporre al Patriarca quello, che avea voluto dimostrare col simbolo della misteriosa scala.
28,16:Svegliatosi... disse: Veramente il Signore e in questo luogo. Giacobbe sveglia così colla mente piena di tutto quello che avea veduto, e udito, crede di essersi messo a dorire senza saperlo in un luogo consacrato al Signore; mentre ivi se gli era dato a vedere, e gli avea parlato con tanto amore.
28,17:Quanto è terribile... questo luogo! non è qui altra cosa, ec. Quanto venerabile e sacrosanto è questo luogo, dove Dio si fa vedere, come in sua casa, e dove mi è stata mostrata la mistica scala, per cui gli Angeli scendono, e salgono, e la via, e la porta dimostrano per entrare nel cielo! Questa via, e questa porta è Cristo, come dicemmo. Vedi Joan. X. 9. Non sarà inutile di osservare, come fin da quei tempi si degnò Dio d'illustrare certi luoghi con apparizioni, e miracoli, e favori a pro degli uomini.
28,18:La eresse in monumento, versandovi ec. Giacobbe alza in quel luogo la pietra per memoria sacra e religiosa del gran favore ivi ricevuto da Dio, e perciò unge con olio, la stessa pietra, come per consacrarla. La Chiesa cattolica prese quindi l'esempio della unzione sacra, colla quale a Dio si dedicano i suoi tempii egli altari. Giacobbe non si fa un idolo di questa pietra, né verun culto superstizioso le rende; ma la innalza soltantoin commemorazione delle grazie ivi ricevute da Dio. Vedi cap. XXXV. 3. Ma gl'idolatri, a' quali si vedo evidentemente, che passò la notizia di questo gran fatto, lo depravarono, e della pietà di Giacobbe si fecero argomento dell'antichissimo vituperoso culto, che da lor si rendette alle pietre, le quali furono chiamate Bethule dal luogo stesso di Bethel, dove lasciò Giacobbe il suo monumento. Alcune erano consacrate a Saturno, altre al sole, altre ad altri dei; e di esse raccontavano grandissime favole, come per esempio, che avessero vita e moto, rendessero oracoli, ec.
28,19:E alla città, che prima chiamavasi Luza, ec. il luogo prima chiamavasi Luza dalla copia de' mandarli, che vi si trovava, e lo stesso nome avea la città, o sia il borgo, presso il quale dormi Giacobbe; e questi al luogo, e alla città diede il nome di Bethel, cioè casa di Dio.
28,21-22:Il Signore sarà mio Dio, e questa pietra ec. Con queste parole il Signore sarà mio Dio. Giacobbe non promette a Dio il culto interiore ed esterno, secondo il quale egli lo avea per suo Dio fin dal primo momento della sua nascita; ma promette le speciali esteriori dimostrazioni di culto e di gratitudine, come l'erezione di un altare in quel luogo, l'offerta delle decime, ec.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap