VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
32,1:Udite, o cieli, il mio parlare, ec. Gli Ebrei dicono, e con ragione, che questo cantico è un compendio di tutta quanta la legge. Mosè comincia col prendere in testimonio il cielo e la terra, che non passano, nè finiscono in poco tempo, come l'anno gli uomini.
32,2:Stillin qual pioggia, ec. Sieno i miei insegnamenti tanto utili a' cuori degli uomini, come lo sono all'erbe e alle piante le piogge e le rugiade.
32,5:Peccarono contro di lui i non suoi figliuoli colle ec. L'offesero co' loro idoli immondi ( col culto, che a questi rendettero ) quei, che erano suoi figliuoli; ma si demeritarono un sì bel nome.
32,6:Il quale ti riscatto, ec. Ti comprò per se nell'Egitto a prezzo de' suoi prodigi. È qui una bellissima gradazione; perocchè è meno il riscattare, che il fare alcuno; ed è meno il fare, che il creare dal nulla. Quando Dio riscattò nell'Egitto Israele, questo era un popolo già numeroso: Iddio lo avea formato nell'Egitto medesimo mediante la pace, che gli fe' godere in quel paese, fino che salì sul trono il Faraone, che ignorava Giuseppe; creò in certo modo questo popolo dal nulla, allorché da una donna vecchia e sterile diede un figliuolo ad Abramo già vecchio. Vedi Rom. IV. 17.
32,8:Allorquando l'Altissimo fece la divisione della nazione...... egli fissò i confini ec. Quando Dio disperse i capi delle nazioni in Babele, a ciascheduna di queste nazioni fu assegnata da Dio stesso la porzion della terra, in cui doveva abitare. Egli a queste genti, che occupano adesso la terra di Chanaan, segnò i confini secondo il numero de figliuoli d'Israele, i quali in luogo di quelle dovevano abitarla. Sappi, o Israele, che Dio pensò a te, quando in questa terra stabilì le nazioni, alle quali tu succederai nel dominio della medesima terra; e diede ad esse quella estensione di paese, che era proporzionata al numero della tua gente, affinchè tu non fossi alle strette in un paese troppo angusto per te, ne un paese di troppa estensione ti fosse d'impaccio, non potendo tu nè coltivarlo, nè custodirlo.
32,10:Trovollo in un paese deserto, ec. Non si computo il tempo, che questo popolo passò nell'Egitto, dove egli non faceva figura di popolo. Nel deserto Dio cominciò ad appropriarselo, a fermarlo, ad istruirlo, e nel deserto contrasse con lui alleanza. Non era impresa si facile nè si breve il purgar questo popolo da' pregiudizj e degli errori imbevuti nella lunga dimora in Egitto: quindi il lungo soggiorno letto per ordine di Dio nel deserto.
32,11:Come aquila, che al volo, ec. S. Girolamo in Isai. 65. Tra tutti gli altri animali massimo è l'amore dell'aquila perso dei suoi pulcini, la quale fa i suoi nidi in luoghi altissimi e inaccessibili, affinchè il serpente non divori i suoi parti: scrivono di più, che la pietra Ametista si trovi negli stessi nidi; la qual pietra il rimedio contro qualunque veleno; lo che se è vero, l'amore di Dio verso le sue creature giustamente è figurato nell'aquila; perocchè egli con ogni attenzione i suoi figliuoli protegge, affinchè il dragone, l'antico serpente, il Diavolo non s'intruda tra i suoi figliuoli novelli, e affinché al nome di quella pietra, che si pone ne' fondamenta di Sion, rimangano senza forza tutte le insidie degli avversari.
32,13:
E succhi il miele dalla pietra, ec. Cosi non v'ha un palmo di terreno, che sia infruttuoso; nelle pietre de' suoi monti le api fanno i loro alveari; gli ulivi ne' masseti fruttificano mirabilmente.
32,14:Dagli arieti nati in Basan. La voce stessa di Basan significa pnguedine, come notò s. Girolamo in Isai. 33. I LXX dovunque nell'Ebreo leggesi un toro di Basan, un ariete di Basan, ec. traducono sempre un toro pingue, un grasso ariete, ec.
32,15:Il difetto. Il popolo amato da Dio.
32,16:Colle loro abbominazioni. Cogli abbominevoli loro dei, cioè col culto che a questi rendettero.
32,21:Colle loro vanità. Mi contrapposero i vani e bugiardi loro dei, quasi volessero tentarmi di gelosia.
E io li provocherò a invidia per mezzo d'un popolo, che non è, ec. Profezia della vocazione delle genti, le quali riguardante già dal Popolo Ebreo con sommo disprezzo, chiamate da Dio alla vera religione, ricolme de' doni dello Spirito santo, diverranno oggetto d'invidia e di astio agli Ebrei, come spiega, l'Apostolo, Rom. C. 19.
Teodoreto quaest. 41. spone in tal guisa queste parole. Siccome voi, abbandonato l'unico Dio, molli falsi dei avete a lui anteposti, così io abbandonando un solo popolo porterò la salute a tutte le genti; voi però avete adorati quelli, che veramente non erano dei, né dei avete potuto farli coll'adorarli; ma io le nazioni stolte riempierò veramente di spirito divino, e voi a tal vista vi consumerete d'invidia. I Giudei stessi convertiti alla fede dagli Apostoli non potevano credere, che a' Gentili dovesse esser aperta la porta dell'Evangelio, come si vede, Atti cap. XII. 2, e altercavano su questo punto con Pietro, e quando egli ebbe renduto conto dell'ordine dategli da Dio e de' singolari doni, onde erano distinti da lui i Gentili, che abbracciavan la fede, allora proruppero in quelle parole: Dunque anche alle genti ha conceduta Dio la penitenza affinché abbiano vita! O non credevano gli Ebrei, che potesser giammai i Gentili, immondi, depravati e corrotti, come erano, divenir popolo di Dio, o non credevano, che potessero essere ammessi senza passar pel Giudaismo.
32,22:Il mio furore ha acceso un fuoco, ec. La mia vendetta è già pronta; da lei verrà un fuoco, che divorerà gli empi non solo in questo mondo, ma anche nell'inferno: da questo fuoco sarà abbruciata e desolata la terra non solo nella sua superficie, ma fino alle profonde radici delle montagne. Sembra predirsi qui l'ultimo generale sterminio degli empi tutti col fuoco, che cadrà dal cielo alla fine del mondo, intorno alla quale vedi 2. Pet.cap. ult. 10. 12. Tutte le calamità e le sciagure mandate da Dio contro il suo popolo per mezzo o dei Caldei, o de' Romani, erano figura de' tremendi gastighi co' quali Dio punirà tutto il corpo de' reprobi, avanti e dopo il finale giudizio. Quindi Gesù Cristo nel suo vangelo la sua profezia della distruzione di Gerusalemme e del tempio unisce colla descrizione de' flagelli, onde sarà oppressa la terra prima ch'ei venga a far giudizio de' vivi e de'morti.
32,24:E il furore delle bestie, che si strascinano, ec. Gettati sulla terra quasi putrido carname saran pasto degli uccelli di rapina, delle fiere selvatiche e de' velenosi serpenti, che strisciano sopra la terra.
32,27:Ma pur differii a riguardo dell'arroganza, ec. Trattenni un tempo le mie vendetta per non dare a' nemici del popolo mio il piacere di vederne lo sterminio; onde prendesser quelli occasione di bestemmiare contro di me e di attribuire al loro valore quello, che non sarà opera le non di Dio sdegnato contro Israele.
32,28:Ella è una nazione, ec. Il mio popolo è divenuto una nazione senza consiglio e senza prudenza.
32,29:E prevedesser la fine! Se prevedessero a qual termine finalmente li condurrà la loro ingratitudine e la loro ribellione contro di me.
32,30:Come mai può un sol uomo...sbaragliarne mille, ec. Questo solo poteva servire ad illuminarli: avean veduto moltissime volte, come quando erano fedeli a Dio, resistevano anche in piccol numero ad immensi eserciti di nemici; or che son divenuti infedeli, un sol uomo nemico basta ad atterrarne mille di loro, e due ne sbaragliano dieci mila. Vedi il discorso di Ahior capitano degli Ammoniti, Judith. v. 17.
32,31:E ne sien pur giudici i nostri nemici. Gli Egiziani, gli Amaleciti, i Moabiti, i Madianiti, ec. avean veduto co' propri occhi, come Dio sapeva difendere e custodire il suo popolo.
32,32:Vigna di Sodoma, ec. La eletta mia vigna degenerò: ella è divenuta simile alle vigne di Sodoma e di Gomorra: ella è divenuta una pessima vigna e pessimi sono i suoi frutti il mio popolo, come se non da santi Patriarchi fosse diramato, da Abramo, da Isacco, ec., ma avesse avuto per suoi progenitori i Sodomiti e i cittadini di Gomorra, di questi e non di quelli ha seguitato l'esempio e il costume. Vedi Isai. 1. 10.
32,34:Non si fa egli conserva presso di me ec. Credete voi l'orso, che io non curi, o mi scordi delle prevaricazioui, de' pessimi frutti, che tu mia vigna hai prodotti in vece di quelli, che lo aveva diritto di aspettarmi? Tutto è serbato, tutto è sigillato presso dirne, di tutto al tiene registro e memoria, e a suo tempo ne farò giusta vendetta.
32,35:E i piedi mancheran sotto ad essi. Non potran più sostenersi, precipiteranno nei mali, che sono loro preparati.
32,36:Il Signore giudicherà il suo popolo, e farà misericordia a' suoi servi. Il popolo disertore sarà punito: i servi del Signore saran consolati e misericordiosamente salvati.
Veggendo come ec. Nell'Ebreo queste parole vanno unite alle precedenti; la che ho imitato nella versione. Dio si muoverà a pietà de' suoi servi veggendo l'estrema miseria, a cui sono ridotti. Mosè rappresenta la tribolazione mandata da Dio contro i Giudei; sotto l'immagine di una città assediata, della quale i combattenti si stancano e muojono: quelli, che sono nei torrioni più inespugnabili, vengono meno, e gli avanzi del volgo imbelle e periscon sotto la spada, e son messi in catena.
32,39:Imparate, che io solo son Dio. Felici se dalle vostre sciagure venite ad appurare che io solo sono il vero Dio, che a me dovete obbedire, se volete esser salvi; allora io vi resusciterò, sanerò le vostre piaghe e punirò i vostri e miei nemici. Questa punizione è predetta, Vers. 40. 41. 42.
32,42:De' prigionieri, che hanno il capo tosato. I vincitori solevano far tosare i prigionieri in segno di schiavitù onde presso un poeta latino l'Africa dicesi tosata dagli Scipioni; ma havvi chi crede additato in questo lungo non l'ignominia di tosar i capelli a' nemici vinti, ma l'orribile supplizio di scorticare le teste degli stessi nemici, supplizio usato contro gli Ebrei dagli Sciti allorché invasero la Palestina, e da Antioco contro due de' fratelli Maccabei. Vedi Herod. lib. I .cap. 103., Hubacuc cap. III. 13.
32,43:Nazioni, date laude al popolo del Signore. L'Apostolo, Rom. XV. 10., citò questo luogo secondo la versione de' LXX, nella quale si legge: Nazioni, data laude al popolo di lui: lo che fa un' espressa profezia della vocazione delle genti riunite a far festa col popolo di Dio. Ma seguendo anche la lezione nostra, e dell'Ebreo, viene ad aversi un senso molto somigliante: perocchè non potrebbero le nazioni ammirare e celebrare il popol di Dio, se unite nella medesima fede non riconoscessero l'ammirabil Providenza colla quale ha Dio fatto servire alla salute di tutto le nazioni i gastighi, e l'acciecamento stesso, onde ci punì la massima parte di questo popolo infelice. Vedi Rom. XI. 11. 12.
Spanderà sua misericordia sulla terra del popol suo. Seguendo il senso dato di sopra ben si comprende, come nella Giudea farà Dio risplendere mirabilmente la sua bontà e misericordia alla venuta del Cristo, e particolarmente allorché egli risuscitato da morte e salito al cielo spanderà lo Spirito santo e i suoi doni sopra la Chiesa. Vedi Teodor. q. 42.