VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
4,1:E' felice nella mia reggia. Egli conquistata la Siria, la Fenicia, la Giudea, l'Egitto, l'Arabia ec. tornato a Babilonia godeva tranquillamente il frutto di sue vittorie, sendo rispettato, e temuto da tutta la terra.
4,5:Il collega Daniele. Questa parola collega può riferirsi o a' Sapienti, Magi, Caldei, de' quali dicasi collega Daniele, ovvero allo stesso re, il quale dia al Profeta il titolo di collega per averlo in certo modo associato al regno dandogli il governo della provincia di Babilonia. La somiglianza tra due voci greche, delle quali una significa, il compagno, l'amico, il collega, e l'altra significa un altro, ha dato luogo alla diversa lezione, che trovasi presso Teodoreto, il quale lesse: Fino a tanto, che fu introdotto dinanzi a me un altro, Daniele ec. Vale adire, un altro indovino, un altro sapiente; e a questo senso, che è conforme al Caldeo, si riduce la nostra Volgatariferendo la voce collega agli altri sapienti, come si è detto. Balthasar dal nome del mio Dio, Vedi cap. 1.7
Ha in se lo spirito degli dei santi. È stato osservato da molti, che il Caldeo potrebbe ugualmente tradursi: Ha in se lo spirito di Dio santo; così pure nel V. seguente. Questo spirito è lo spirito di profezia.
4,8:E faceasi vedere fino ai confini di tutta la terra. Si faceva vedere, cioè si stendeva per tutta la terra coll'ampiezza de' suoi rami.
4,10:Il Vigilante, ed il Santo scese dal cielo. Il Vigilante egli è l'Angelo, e colla voce Angelo è tradotta la voce Caldea Hir ne' LXX; dalla qual voce Caldea notò s. Girolamo, che i Gentili trassero la loro dea Iride portatrice delle ambasciate de' loro dei. Questa parola vigilante viene a indicare la natura incorporea degli Angeli, i quali sendo puri spiriti mai non dormono, e la loro sollecitudine nell'eseguire i comandi di Dio, vegliando essi in cessantemente all'opra di lui, onde soggiunge s. Girolamo, che i monaci passando sovente le notti nell'orazione imitavano la vigilanza, e la sollecitudine degli Angeli.
4,12:Sia legato con catene di ferro, ec. Vale a dire, l'uomo di cui è figura quest'albero sia legato, e si lasci fuora all'aperta campagna esposto alle ingiurie dell'aria, a pascer l'erba colle bestie.
4,13:Cangisi a lui il cuore di uomo, e se gli dia un cuore di fiera. Il cuore è posto per gli affetti, le inclinazioni, la maniera di pensare.
E sette tempi passino (cosi) per lui. In tale stato viva egli per sette anni. Cosi l'intesero i LXX, e comunemente tutti gl'interpreti. Vedi Dan. VII. 25. ec. Intorno a questa famosa trasformazione di Nabuchodonosor dirò, primo, che secondo la più semplice, e più probabil sentenza tenuta da s. Girolamo, da Teodoreto, da s. Tom maso, e da moltissimi Interpreti, il re per giusto gastigo di Dio, che volle punita la sua superbia, diventò maniaco, e per effetto di guasta immaginazione cominciò a credersi non più uomo, ma bestia; secondo, in un certo senso potè veramente dirsi, ch'ei non fosse più uomo, ma bestia, perchè e il cuor di lui, e anche il temperamento fu cangiato in tal guisa, che divenne simile a bestia, e si credette un bue, e come bue andava carpone valendosi delle mani come di piedi, e pasceva l'erba, e intieriva col corno e cercava la campagna, e lasciava crescere i capelli, e le unghie. In tale stato veggendolo ridotto i suoi lo legarono, come è detto dal nostro Profeta; ma egli si fuggi, e andò a vivere lungi dagli uomini all'aria aperta, soffrendo per sette anni il freddo, e il caldo, e tutte le ingiurie delle stagioni. Di questo grande avvenimento un barlume, ed un cenno si trova in un passo di Vlegastene storico della Caldea, il qual passo è riferito da Alfeo presso Eusebio Praepar. Evang. IX. Un dotto medico Inglese moderno riferisce, che un contadino dei contorni di Padova caduto in simil malattia s'immaginò di esser lupo, e assalì, e trucidò molti nella campagna, e finalmente sendo stato preso sosteneva costantemente sè essere lupo vero colla sola differenza della pelle co' peli a rovescio. Ricardo Mead. Medica sacra. E di simili esempi ne ha molti la storia della medicina. Ma quello, che in molti altri uomini potè succedere per effetto di natural malattia, avvenne repentinamente in questo re per manifesto volere di Dio, il quale, quando a lui piacque, tolse in un momento a questo principe il cuore d'uomo, e gli diè un cuore di bestia, e quando a lui piacque il sanò, rendendogli il cuore di uomo, e richiamandolo dal viver ferino, alla conversazione degli uomini, e al vitto umano: in quel punto, in cui si fa sentire la voce del cielo, Nabuchodonosor (secondo la predizione di Da niele) alterata, e sconvolta la sua immaginazione, senza cessare di esser uomo prende le inclinazioni di bestia, e come bestia fugge il consorzio degli uomini, e colle bestie va a viver pe' campi, e in questo stato si rimane per quel determinato spazio di tempo, che dallo stesso Profeta era stato predetto.
4,14:Per sentenza de' Vigilanti è stabilito cosi, ec. Una stessa cosa significano qui le due voci, vigilanti e santi, vale a dire gli Angeli deputati da Dio al governodegli uomini, e degli imperi.
4,16:E i suoi pensieri lo conturbavano. Pel dolor, che sentiva di dover annunziare a un re benevolo, e amico si strane cose.
4,23:Il tuo regno resterà a te, ec. Tu sarai rimesso sul trono passato il tempo di sette anni.
4,26-27:Dodici mesi dappoi ec. Dio differì per un anno l'esecuzione della sentenza; e s. Girolamo crede, che veramente il re atterrito dalla predizione, e mosso ancora da' consigli di Daniele cominciò a fare il bene, e ad esercitare le opere di carità; ma lasciatosi trasportare dalla superbia perdè a cagione di questa il bene della misericordia, e allora si adempiè tutto quello che era stato predetto. Quanto alla magnificenza di Babilonia grandissime cose sono state scritte da molti storici. Vedi Giuseppe, Antiq. X. II., e Cont. Appian. I. Euseb. Praepar. IX. ult. ec.
4,31:Alzai al cielo gli occhi miei, ec. Da tutto quello, che leggesi in questo, e ne' seguenti versetti credettero parecchi dotti interpreti di poterne inferire, che Nabuchodonosor realmente si convertì, e abbracciò la vera religione. Ma tutto quello, che egli dice, sebben dimostri, che egli avea conceputa una grande idea del Dio degli Ebrei, non pare certamente, che serva a dimostrare, che egli rinunziasse assolutamente al culto degl'idoli per adorar solo quel Dio, di cui egli riconosciuta avea la sovrana potenza in tutto quello, che gli era avvenuto. Anzi in questo stesso capitolo, in cui egli descrive la sua mutazione non egli dà a Bel il titolo di suo Dio? vers. 5. Ciò vuol dire, che egli tenne il Dio degli Ebrei per un Dio supremo, più grande di tutti gli altri, senza rinunziare per questo agli altri suoi dei. Quindi è, che quegli stessi scrittori, i quali hanno parlato più favorevolmente della penitenza di questo re, sono costretti a confessare, che la sua conversione è almeno incerta ed incerta la sua salute.
4,32:Delle virtù del cielo. Le virtù del cielo sono gli Angeli, i quali non meno che gli uomini sono soggetti al supremo dominio del Signore, e Creatore del cielo, e della terra.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap