VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
8,1: Si fe' silenzio nel cielo, quasi di mezz'ora. Questo silenzio indica la grandezza delle cose, le quali si manifestarono all'aprirsi del settimo sigillo, le quali furono tali, che pell'espettazione, e ammirazione tennero per buona pezza di tempo il cielo tutto in silenzio. Alcuni credono, che questo stesso silenzio possa ancora significare, come la beatitudine descritta nei capo precedente non sarà data ai santi se non dopo un breve intervallo, viene a dire, dopo il supplicio degli empi, e passate le piaghe, che sono adesso descritte.
8,2:E furono ad essi date sette trombe. Queste sette trombe sono da te a questi sette Angeli (de quali vedi cap. 1. 4. ) come per intimare agli uomini le gravissime calamità, delle quali sarà alla fine del mondo invasa tutta la terra, e come per chiamare le stesse calamità, e mandarle ad opprimere i nemici di Dio, e del suo Cristo.
8,3: E venne un altro Angelo... tenendo un turribolo d'oro ec. Questo nuovo Angelo prima che i sette già nominati desser fiato alle loro trombe, preso un turribolo d'oro, si presentò all'altare, per offerirvi l'incenso significante le orazioni de' santi. Si allude all'altare d'oro, ne era nel santuario, sul qual altare il sacerdote ebdomadario offeriva mattina e sera i profumi, Erod. XXXI. 1. 8. 9. Gli scrittori Ebrei dieono, che l'incenso doveva esser messo nel turribolo da un altro, e non da quello che portavalo nel santuario, onde si dice: e fugli data gran quantità d'incenso. E quest'incenso formava si delle orazioni dei santi, le quali come prezioso e gratissimo timiama si alzano dalle mani dell'Angelo fino a Dio, il quale esaudì le orazioni de' santi, come vedremo.
8,4: Salì il fumo degl'incensi ec. Mentre il sacerdote nel tempio offeriva l'incenso, il popolo stava orando nell'atrio, Luc. 1. 10.; onde nel medesimo tempo l'incenso, e l'orazione (la figura, e la cosa figurata ) si alzavano al trono di Dio.
8,5: E prese l'Angelo il turribolo, e lo empiè di fuoco dell'altare. Questo altare è certamente quello degli olocausti, donde prendeasi sempre il fuoco per offerire l'incenso; vedi Levit X. 1. 2. Uscì adunque l'Angelo del santuario dopo l'obblazione dell'incenso, e prese dall'altare degli olocausti del fuoco entro un turribolo, e questo fuoco lo gittò egli sopra la terra, e ne scoppiarono tuoni, folgori ec., annunzi delle future calamità, le quali Dio, secondando le orazioni de santi, scaglierà sopra del peccatori. Simili cose furon predette anche da Gesù Cristo, Luc. XXI.
8,7: E il primo Angelo dette fiato alla tromba, e si fe' grandine, e fuoco ec. Dopo le minacce si viene agli effetti, e al suonar che fa il primo Angelo la sua tromba, cade sopra la terra grandine, e suoco, misto il fuoco, e la grandine col sangue, e da tutto questo composto riman desolata, ed arse la terza parte della terra. S. Ireneo lib. 4. cap. L., Lattanzio lib, VII. cap. XV, a Areta, ed il comune degl'interpreti convengono, che tutto quello che qui si legge de flagelli, che Dio manderà contro la terra, si, dee intendere letteralmente. Questa terza parte della terra s'intende non continuata, nè fatta insieme, ma, divisa, e spezzata in molte parti, facendo Dio piovere in luoghi diversi in uno stesso tempo questa grandine, affinchè tutti gli uomini in ogni parte del mondo, o co propri occhi, o per vicina relazione sappiano il cominciamento della tremenda tragedia, e abbiamo tempo per ravvedersi. Le parti adunque danneggiate, e consunte colla prima piaga, prese insieme faranno la terza parte della terra, volendo Dio, che luogo rimanga anche alle altre, che succederanno sempre più spaventose, e crudeli.
8,8-9:Un gran monte ardente di fuoco ec. Una massa immensa, un globo di fuoco ardente, il quale sarà dall'Angelo gettato nel mare, onde la terza parte del mare diventerà sangue, e la terza parte de' pesci, e delle navi sarà consunta. Si osservi, come e la terra pel primo flagello, e il mare pel secondo mostrandosi coperti di sangue, di grande orrore riempiranno i peccatori, a quali lo stesso sangue richiamerà in memoria le crudeltà usate da essi contro de giusti.
8,10:Cadde dal cielo una stella grande, ardente come una fiaccola ec. Questa stella credesi, che sia una qualche meteora infiammata. Ella cadendo su la terra, e dividendosi in molte parti, infetterà, e amareggierà la terza parte de fiumi, e delle fonti, onde ella perta il nome di assenzio. L'amaro, che ella spargerà nelle acque, sarà pestifero, e velenoso, mentre sarà cagione di gran mortalità.
8,12:Fu percossa la terza parte del sole, e la terza parte della luna. La terza parte del disco solare, e la terza del lunare rimasero nell'oscurità, onde il giorno ebbe una terza parte meno di luce, e di sole, e similmente un terzo meno di luce ebbe la notte dalla luna.
8,13:La voce di un'aquila ec. Il greco invece di un'aquila ha un Angelo; e per quest'aquila, o Angelo, e Beda, e Ticonio, ed Areta intendono i predicatori, che saran mandati da Dio a minacciare agli uomini i tre ultimi terribili flagelli, che verranno, quando gli altri tre Angeli suoneranno le loro trombe. Il tre volte replicato guai accenna i medesimi tre flagelli. E con gran senso, dise s. Girolamo, la miseria, e miseria estrema è minacciata agli abitatori della terra; imperocchè l'uomo giusto non è abitatore della terra, ma forestiero, e pellegrino, onde Abramo fu detto Ebreo, cioè forestiero, e pellegrino; in Ezechiel. VII. Vedi anche s. Ambrogio de Abraham lib. nr. 7., dove cita, ed espone nella stessa guisa queste parole.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap