VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
22,2: Nel mezzo della sua piazza, e da ambe le parti del fiume l'albero ec. Nel Paradiso terrestre tra varie specie di piante un solo era l'albero della vita: nel Paradiso del cielo l'albero, che è nella piazza, e quelli che sono alle rive del fiume, sono alberi di vita, de quali non solo i frutti, ma anche le sole foglie immortali fanno tutti coloro che le assaggiano. E con questo dimostrasi la immutabilità dello stato de beati. Per questo albero molti intendono la stessa visione beatifica. Imperocchè è da notare, che nelle visioni simboliche, od enimmatiche è rappresentata talvolta una stessa cosa con simboli, ed enimmi diversi, e ciò particolarmente, quando la cosa ha diverse proprietà e le quali con un solo simbolo nen possono esser adequatamente figurate. Gli esempi sono io questo, e negli altri profeti.
22,3-4: Ne vi sarà più maledizione ec. Sembra alludere al paradiso terrestre, dove l'uomo tentato dal serpente in corsa nella maledizione. Nel Paradiso del cielo non può entrare nè sentazione, nè peccato, nè pena di peccato, nè morte, nè cangiamento di sorte veruna. I beati saran sempre dinanzi al trono di Dio, e dell'Agnello, a cui renderanno in eterno il culto del loro amore, felici per la visione di lui, e felici per l'onore di portare l'amabile, e glorioso nome di servi del Signore scritto sulle loro sronti. Allude alla lamina del pontefice, sulla quale era scritto: santo al Signore, Exod. XXVI.II. 56.
22,5: Nè saravvi più notte ec. Vedi XXI. 11. 25. Ripete volentieri il nostro profeta questo gran privilegio della celeste città, che Dio stesso è il sole, la luce, e la felicità di lei. E questo sole mai non tramonta. Vedi Isai. LX. 20.
22,6: E dissemi: queste parole sono fedelissime. L'Angelo, che ha fatto fin qui vedere a Giovanni la celeste Gerusalemme conferma la verità, e la certezza di tutte le cose contenute in questa rivelazione.
A dimostrare a suoi servi le cose, che debbon tosto seguire. Non è nuovo, che dicasi nelle scritture, che una cosa debba presto succedere, quantunque non sia per venirne l'esecuzione se non dopo molti secoli. Imperocchè dinanzi a Dio, e in comparazione dell'eternità mille anni son meno d'un giorno. E si arroge, che alcune cose predette nell'Apocalisse venner ben presto, quelle, per esempio, che Giovanni predisse ne tre primi capitoli ai sette Vescovi dell'Asia, e le persecuzioni degl'Imperadori pagani.
22,7: Ecco, che presto io vengo. Sono parole del Signore degli spiriti de profeti, che esorta i Cristiani perseguitati alla costanza, promettendo di venir ben presto a soccorrerli, ed a ricompensare la loro fede, e a punire i persecutori.
22,10:Non sigillare le parole di profezia di questo libro. Tutta la profezia di Giovanni ha per principale oggetto di animare, e consolare i fedeli nella persecuzione, mostrando loro la protezione, e la cura paterna, che Dio ha di essi. Quindi quantunque la massima parte di questo libro divino riguardi gli ultimi tempi e la persecuzione dell'Anticristo, il Signore con tuttociò ordina al nostro profeta di non sigillare, di non nascondere, o tenere occulti questi oracoli, come quelli che grandemente servir possono a confortare i fedeli, e la Chiesa nelle tribolazioni, le quali e in quel tempo, e ne' seguenti doveva soffrire fino all'ultima dell'Anticristo, della quale tutte le precedenti sono figure.
22,11-12: Chi altrui nuoce, noccia tuttora ec. Fino al tempo della retribuzione io lascerò, dice Dio, che chi mal fa continui a far male; saprò ben io chiedergliene conto nel tempo stabilito ne consigli di mia giustizia. Ma i buoni, che amano la giustizia, non si trattengano per timor de' cattivi dal santificarsi ogni di più, perchè è imminente la mia venuta a distribuire i premi, e le pene.
22,13: Fuora i cani. Questi cani rabbiosi sono probabilmente i persecutori della Chiesa, i falsi apostoli, gli eretici, in una parola i nemici della Chiesa. E chiunque ama, e pratica la menzogna. Gli spergiuri, gl'ipocriti, i calunniatori, i falsi testimoni. Nissuno di tutti questi può aver parte nel regno di Cristo, e di Dio.
22,16: Io sono la stirpe, e la progenie di David, la stella ec. A confermazione maggiore della profezia Gesù autore di essa descrive se stesso coi caratteri del vero Messia, affinchè nè Giovanni, nè altri temano d'illusione. Vedi cap. 11. 28. Io son quegli che come figlio, ed erede di David risuscito il regno di lui, e lo rendo glorioso nella terra, e nel cielo. Io sono la stella del mattino, che annunzio a voi il chiaro giorno della eterna felicità.
22,17: E lo Spirito, e la sposa dicono ec. Una stessa voce è quella dello Spirito, e della sposa, perchè lo Spirito è quello che ne santi, e pei santi prega con gemiti inenarrabili; e lo Spirito, e la Chiesa dicono di continuo a Gesù Cristo: vieni; e ogni anima fedele, che le voci ascolta dello Spirito, e della Chiesa, ripeta la stessa parola. E chiunque ha tal desiderio, a me venga (soggiunge Cristo) e gli sarà data gratuitamente da me dell'acqua di vita onde dissetarsi. Vedi Isai. LV. 1.
22,18: Se alcuno vi aggiungerà ec. Gli eretici del primi secoli non ebber rossore di tentar di corrompere le sagre scritture. Tra questi è principalmente diffamato Marcione, il quale per questo enorme attentato è chiamato da Tertulliano comestore, e topo del Ponto, perchè era oriunde del Ponto. De carne Christi cap. IV.20. Certamente io vengo ben presto ec. Sono parole di Cristo, alle quali il nostro profeta con santa impazienza risponde e per se, e per noi: sì certamente vieni, Signor Gesù, vieni amor mio, mio gaudio, e solo oggetto de' miei desideri. Temano gli empi, e gl'increduli la tua venuta. L'amino, e impazientemente l'aspettino tutti coloro, che il tuo nome conoscono, e con fede i' invocano, e a questa stessa venuta si van preparando. Imperocché, che è quello che io ho nel cielo, e che è quello che io da te voglio sopra la terra? La mia carne, e il mio cuore vien meno in pensando a te, Dio del mio cuore, e mia porzione in eterno, Ps. LXXII.
22,21:La grazia del Signor nostro Gesù Cristo con tutti voi. Questo libro principia, e finisce in forma di lettera indiritta alle sette Chiese dell'Asia, e a tutte le altre del mondo Cristiano.
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