VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
7,1:Non giudicate, ec. Giudicare vale qui censurare, condannare; e s'intende de' privati giudizi temerari, e maligni, co' quali sinistramente s'interpretano le altrui parole, o azioni. A simili giudizi ingiusti, e senza misericordia è minacciato il terribile divino giudizio.
7,2:Secondo il vostro giudicare ec. Sarete con benignità giudicati da Dio,se con benignità giudicherete il prossimo; ma con giusto rigore ei vi giudicherà, se con malignità giudicherete i fratelli.
7,6:Non vogliate dare le cose sante. Due spezie di uomini o fedeli, o infedeli sono intesi per le due spezie di animali qui mentovati, ai quali vien proibito di dare le cose sante, e preziose; vale a dire, i divini misteri, la dottrina celeste: primo, quelli, i quali tali cose dispregiano come cani; i quali veruna differenza non fanno tra 'l sacro, e il profano: secondo, quelli, che non solo le disprezzano, ma se ne offendono, e contro gli stessi predicatori, e ministri delle cose sante si rivoltano: l'uomo animale non capisce le cose dello spirito: conciossiachè per lui sono stoltezza, I. Cor. II. I2.
7,7:Chiedete, e otterrete: cercate, ec. Una stessa cosa significano queste parole chiedere, cercare, picchiare; ma con questo cumulo di parole viene a indicarsi l'infinita importanza, e necessità dell'orazione, e anche l'istanza, e continuità, per così dire, dell'orazione.
7,8:Chiunque chiede, riceve. Sopra questa sentenza di Cristo egli è da notare, ch'ella ha luogo ogni volta, che quello, che domandiamo è buono, e utile per la salute (vers. 9. I0.), e lo domandiamo con fede, e con perse veranza. Vedi s. Luca cap. VI. 18. Imperocchè talvolta Iddio non così presto ci esaudisce, affinchè impariamo a stimare i suoi doni, e chiedendogli, e cercandoli ce ne rendiamo capaci. Aug. serm. 5. de verb. Domini.
7,9-11:E chi mai è tra voi, ec. Il Signore a chi gli domanda grazie, non dà nè un sasso, perchè è inutile, nè una serpe, nè uno scorpione, perchè sono nocivi; e siccome nocivi diventar possono all'uomo i beni di questo mondo, e le consolazioni terrene; quindi è, che con misericordia le niega, quando all'orazione nostra le niega.
7,12:Fate...agli uomini tutto quello, ec. Principio di grande evidenza, e conosciuto ancor da' filosofi del gentilesimo, e facilissimo ad applicarsi: imperocchè quello, che sia giusto, e doveroso, che gli altri facciano a noi, agevolmente lo conosciamo; onde non vi vuol altro, che usare con gli altri la stessa misura, la quale in eguali circostanze vorremmo usata con noi. Un Imperadore pagano diceva, che gli piacevano i Cristiani, perchè ponevano esattamente in pratica questo insegnamento. In esso dice Cristo, che sta la legge, e i profeti; perch' egli è come un compendio pe dei precetti riguardanti l'amore del prossimo, che si hanno nelle Scritture: E chi ama il prossimo, ha adempiuta la legge, Rom. XIII. 8.
7,13-14:Entrate per la porta stretta: La via larga è quella dell'amore del secolo, e delle massime regnanti nel secolo: la via stretta è quella del Vangelo. Così Gesù Cristo distrugge lo storto pregiudizio degli uomini mondani, i quali si difendono, e si acquietano sull'esempio del maggior numero, benchè lo stesso Cristo abbia predetto, che il gran numero non sarà di quelli, che seguiranno le vie della vita. Ma non dice egli altrove, che soave è il suo giogo, e leggiero è il suo peso? Sì certamente. Ma per chi è egli tale, se non per quelli, che son persuasi non essere paragonabili tutti gli affanni di questa vita alla gloria futura, che n'è la mercede? Rom. VIII.18; per quelli, i quali come un nulla tengono il momentaneo delle presenti tribolazioni, perchè mirano alla ricompensa? In una parola soave è il giogo di Cristo a chi ama, a chi distaccato dalla terra colassù ha fisso il suo cuore, dov'è l'oggetto delle sue brame: al quale oggetto, purchè ei pervenga, non cura la malagevolezza della strada, che dee battere.
7,15-16:Guardatevi da' falsi profeti, ec. Non vi fidate leggermente di tutti coloro, i quali si offerissero a voi per guide nella via stretta della salute. Havvene di quelli, i quali sotto mentita semplicità, e sotto le esteriori dimostrazioni di pietà nascondono il genio crudele di divorare le pecorelle del Signore. Li distinguerete da' veri pastori a' loro frutti. Per questi falsi maestri s'intendono principalmente gli eretici.
7,18:Non può un buon albero far frutti cattivi; ec. Nel buon albero è figurato il maestro della verità; nell'albero cattivo il maestro di falsita, e di dommi contrari agli insegnamenti del Vangelo.
Il segno, che da Gesù Cristo per distinguere il vero dal falso maestro, che sono le opere buone, o cattive, è, segno non certo, assolutamente parlando, e infallibile; ma probabile, e volgare. Imperocchè può il cattivo maestro ingannare i giudizi particolarmente de' semplici con tutte le apparenze della virtù; ma Cristo vuol dire, che, ove si ponga a esame tutto il corpo (per così dire) dell'opere del cattivo maestro, si scoprirà o prima o dopo la malvagità di lui: e Dio stesso non permettera, che lungamente egli possa colla mentita sua spoglia deludere i fedeli. Similmente il vero maestro può e peccare, e far frutti cattivi; nè perciò dovra' lasciarsi di ascoltarlo, co me insegnò Cristo parlando de' Farisei, XXIII. 2.3.; ma siccome in generale egli è verissimo, che dell'abbondanza del cuore parla la bocca, I. 34.; così dalla bontà delle esteriori operazioni si argomenta la rettitudine dei principi, e della dottrina concernente i dommi, e la morale Cristiana. La stessa regola nel medesimo senso è applicata in s. Luca cap. VI. al giudizio, che può farsi di qualsivoglia uomo in particolare.
7,21:Non tutti quelli, che a me dicono, Signore, ec. Si continua a parlare dei falsi profeti, i quali fingono di avere grande affetto per la verita, e per Gesù Cristo, mentre di fatto son suoi nemici.
7,22:Non abbiam noi profetato ec. E la profezia, e i miracoli possono essere scompagnati dalla vera carità.
7,24-25:Fondò la sua casa sul sasso ec. La fede in Cristo, ma fede viva operante per la carità, ella è il fondamento dell'edifizio dell'uomo Cristiano: edifizio, che resisterà a tutte le tentazioni, e a tutti gli sforzi dell'inimico.
7,26-27:Sopra la sabbia. Credere, e non viver di fede, nè secondo la fede, egli è un fabbricare sopra la sabbia; è un appoggiarsi a debolissimo, e instabilissimo fonda mento: e un tal edifizio non reggerà agli urti delle tentazioni; ma anderà per terra.
7,29:Le istruiva, come avente autorità. Parlava non come Mosè a nome di un altro; ma qual sommo, e assoluto imperante, e legislatore intimava i suoi comandi, ordinava i premi, e le pene, la vita, e la morte. Parlava con quell'autorità, e dignità, che conveniva all'uomo Dio facendo vedere lo spirito della legge, manifestan done la perfezione, congiungendo colle parole i miracoli, e molto più l'unzione interiore della sua grazia, la quale non solo persuadeva, ma ammolliva, e vinceva i cuori.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap