VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
25,1:Allora sarà simile ec. Nella mia venuta a giudicare gli uomini succederà nella mia chiesa, raccolta da tutte le genti, quello che avvenne a dieci vergini destinate ad accompagnare una sposa alla casa dello sposo. E si allude all'antico costume, secondo il quale, siccome gli sposi erano accompagnati da un numero di giovani, così le spose da un numero di fanciulle. Per queste dieci vergini sono significate tutte le anime aventi l'integrità della fede, e o la realtà, o almen l'apparenza delle buone o pere.
25,3:Non portaron seco dell'olio. L'olio significa la carità, ovvero la pienezza delle buone opere procedenti dalla stessa carità. Quest'olio non lo ebbero le vergini stolte, le quali contente di avere le lampane in qualche modo accese, secondo il parere degli uomini, contente dell'esterna apparenza di pietà e di qualche buon'opera, fatta o per solo timore, o perfine umano di interesse, o di laude, non si studiarono di portare nel loro cuore la vera e soda virtù.
25,5:Tardando lo sposo. Il tempo di questo ritardo è quello, che è conceduto alla penitenza, e all'esercizio delle virtù, onde meritarsi l'ingresso al banchetto nuziale.
Assonnarono tutte, e si addormentarono. Questo sonno comune alle prudenti e alle stolte, egli è la morte.
25,6:Levossi un grido: Ecco ec. Quand'uno meno se l'aspettava, si udì il suono della tromba, che citava tutti al giudizio.
25,7:Misero in ordine le loro lampane. Si prepararono come meglio poteva ognuna di esse a render conto della loro vita. Imperocchè, come osserva Agostino, ognuno allora disaminera la propria fede, e interrogherà la propria coscienza.
25,8-9:Dateci del vostro olio. Veggendosi prive del sostegno della buona coscienza, implorano l'aiuto dalle buone anime. Ma in primo luogo è troppo tardo un tal ricorso; in secondo luogo in quel giudizio tremendo la stessa buona coscienza diffida di se medesima, dice s. Agostino, e ciò significano quelle parole: perchè non ne manchi a non, e a voi.
Andate piuttosto ec. È una amara ironia: tempo già fu di prepararsi, e di fare il bene; or non è piu: andate da quelli, i quali colle loro adulazioni vi facean comparire a voi stesse quali non eravate, da quelli, che magnifi cavano la falsa vostra virtù.
25,10:In quello, che andavano ec. Mentre ansiosamente cercavano di rimedio alla loro sciagura, fu chiusa la porta: quella porta che non aprirassi più in eterno per chi è rimaso di fuora.
25,11:Signore, Signore, aprici. Viva espressione di dolore, e di pentimento, ma pentimento inutile, perche fuor di stagione.
25,12:Non so chi siate. Non vi riconosco per mie: non vedo in voi il segnale dello spirito di Dio, dice un antico interprete.
25,13:Vegliate adunque, perchè ec. Vegliare vuol dire star preparato, star sempre in ordine a ricever lo sposo, conservando viva la fede, e l'amore. Chi fino al tempo del sonno (o sia della morte) sarà stato vigilante, e ben preparato, lo sarà eziandio quando repentinamente udirassi la voce, che chiamerà i morti al giudizio.
25,14:Un uomo partendo ec. In quest'uomo è figurato Gesù Cristo, il quale dopo aver gettati i fondamenti della sua chiesa, salendo all'alto, donde era disceso, distribui agli uomini i doni, e le grazie celesti. Vedi Ephes. v. 8. Imperocchè per questi talenti non s'intendono i doni di natura, i quali son dati anche a chi non è servo di Cristo; ma s'intendono più particolarmente quelle grazie, le quali son concedute ad alcuni in benefizio, e vantaggio de' prossimi, come è il sacerdozio, il ministero Evangelico, e tutti quegli altri doni riportati da Paolo, 1. Cor. 12. Ephes. 4.
25,15:A proporzione della sua capacità. Nel conferir tali doni suole Dio presceglier coloro, i quali, mediante altre grazie ricevute da lui, sono disposti a ricevere, e far buon uso di questi: per esempio darà la potestà di governare le anime a chi è fornito di prudenza, e di scienza, ec.
25,24:Mieti, dove non hai seminato, ec. Si rappresentano con questa maniera di proverbio le vane scuse dei peccatori, i quali vorrebbero in Dio rifondere la causa della loro sterilità per le buone opere, e della inutilità, nella quale han lasciato i mezzi di salute dati loro dal medesimo Dio.
25,27:Dovevi adunque dare il mio denaro ai banchieri. Non approva il padrone la scusa del servo, ma contro di lui la ritorce: e con questa figura del danaro impiegato alla banca viene a significare, che debbe usarsi ogni industria per far fruttare il talento ricevuto, e che la sollecitudine degli uomini pe' loro temporali vantaggi può, e dee servire di esempio, e di incitamento per invigilare a quelli dell'anima.
25,29:A chi ha, sarà dato. Vale a dire, a chi tiene i doni di Dio in quel modo, che debbon esser tenuti, a chi ne fa uso, a chi li fa fruttare, sarà dato l'accrescimento de' medesimi doni: ma i doni stessi e ogni bene sarà tolto a chi per negligenza, e poca stima li terrà infruttuosi.
25,34:Venite, benedetti dal Padre mio. I giusti son debitori della loro felicità alla benedizione del Padre, e a quella amorosa elezione eterna, che fu per essi la sorgente d'ogni bene. Prendete possesso del regno. In qualità di figliuoli del Padre mio, e suoi eredi, e coeredi miei, entrate in possesso del regno paterno come vostro proprio regno preparato a voi ab eterno. Questa frase dalla fondazione del mondo è usata a signiticare l'eternità, Matt. XII. 35. Hebr. IV.3., e IX. 26. Apoc. XIII. 8., e altrove.
25,35:Ebbi fame, e mi deste ec. Si rammentano le opere di misericordia, non quasi siano sole necessarie per la salute, ma perchè nissuna cosa volle Cristo tanto raccomandata a' suoi fedeli, quanto la carità del prossimo, la quale non può mancare, senza che l'amore di Dio al tempo stesso non manchi.
25,41:Fu preparato pel Diavolo, ec. Prima della creazione dell'uomo fu preparato l'inferno per gastigo degli Angeli ribelli: per l'uomo non fu preparato, se non allora quando, trascurata la penitenza, si fece egli simile al Diavolo nella ostinazione.
25,44:Signore, quando mai ti abbiam veduto ec. Le stesse parole dicono qui i reprobi, e gli eletti vers. 37.; ma con quanto diverso affetto! La umiltà ignora il bene, che ha fatto; la superbia non conosce il male, di cui è rea.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap