VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
20,1:E simile il regno de' cieli ec. Il regno de' cieli è la Chiesa. Vuole adunque dir Cristo: avviene nel regno celeste, come se un padre di famiglia prendesse degli operai a lavorare nella sua vigna. Il padre di famiglia è Dio: la vigna ella è la giustizia, e i comandamenti divini, nell'adempimento de' quali debbono impiegare gli uomini la loro vita; ovvero l'anima di ciascheduno, la quale dee coltivarsi collo studio delle cose divine, e col l'esercizio delle virtù. I lavoratori sono gli uomini, i quali per mezzo della fede son chiamati alla chiesa. Il denaro significa la vita eterna, come premio comune a tutti i Santi, benchè, secondo i diversi meriti, diversi siano i gradi della ricompensa dei Santi, molte essendo, come altrove dice Cristo, le mansioni nella casa del Padre. Il giorno significa tutto il tempo della vita di ciascheduno: le di verse ore del giorno sono le diverse età, nelle quali sono chiama gli uomini a servire a Dio: imperocchè non tutti son chiamati di gran mattino. La sera è la fine del mondo, e il tempo dell'universale giudizio: sera comune a tutti in generale, come il punto della morte è la sera di ciascuno in particolare. Il procuratore, secondo s. Gregorio, è Gesù Cristo giudice de' vivi, e de' morti, a cui si appartiene di dare a ciascuno la sua mercede. Lo scopo della parabola egli è di far vedere, come nella distribuzione del premio, Iddio non ha riguardo all'essere stato chiamato l'uno prima, l'altro più tardi, nè all'avere lavorato l'uno per lungo tempo, l'altro per breve tempo. Alcuni Padri applicano la parabola anche ai Gentili, i quali, benchè chiamati molto tardi in paragone degli Ebrei, saranno però agguagliati a questi nell'eterna felicità.
20,3:All' ora terza, ec. Gli Ebrei, e i Romani dividevano il giorno in dodici ore, e in altrettante la notte. Il giorno (e similmente la notte) dividevasi in quattro parti eguali, ognuna di tre ore; e queste parti chiamavansi coi nomi di ora prima, terza, sesta, nona. Cominciando il giorno, e la parte prima allo spuntare del sole, que sia conteneva l'ora prima, seconda, terza: la seconda parte comprendeva l'ora quarta, quinta, e sesta; e così nella terza parte erano le ore 7. 8. 9.: nella quarta le ore 10. 11. 12. Nell'inverno le ore del giorno erano più brevi, più lunghe quelle della notte: nell'estate poi più lunghe quelle del giorno, più brevi quelle della notte. Quando si dice circa l'ora terza, circa l'ora undecima, ec., s'intende circa il fine dell'ora terza, dell'ora undecima, ec.
20,11:Mormoravano ec. Non può essere tra i Santi del cielo invidia del bene, che Dio faccia ad alcuno; ma con questo si esprime la meraviglia loro nel vedere con quanta liberalità tratti il Signore anche coloro, i quali non si sono dati a lui, se non alla fine della loro vita: imperocchè quantunque diasi a questi quello, che è giusto, vale a dire mercede proporzionata alle opere; contutto ciò perchè le opere sono effetto della grazia, a gran ragione si maravigliano, che a questi ultimi sia stata fatta tal grazia, che col fervore della carità compensando la brevità della fatica, siano stati agguagliati a' primi nella mercede.
20,14:Io voglio dare... a quest'ultimo ec. Non vuol dire che la mercede abbia da essere eguale per tutti; ma dice, che la diversità della mercede non dipenderà dall'essere stato l'uno chiamato prima, l'altro più tardi può anche in un certo senso dirsi, che uguale in tutti sia la mercede, perchè è la stessa, cioè Dio, di cui tutti godono, benchè non egualmente.
20,16:Cosi saranno ultimi i primi, ec. Alcuni considerano queste parole non come conclusione della parabola, ma come nuovo argomento, col quale Cristo raccomanda a suoi discepoli di esser umili, di non preferirsi ad alcuno; perchè avvenir può, che chi era primo diventi ultimo: conciossiachè (soggiunge ) molti sono i chiamati, pochi gli eletti. Altri vogliono, che il senso sia questo. Se recò stupore il vedere, che gli ultimi operai furon ricompensati, come i primi, molto più darà ammirazione un giorno il vedere, come gli Ebrei, che erano i primi chiamati, resteranno gli ultimi, come quegli, che al Vangelo non si soggetteranno, se non alla fine del mondo, dopo che la pienezza delle genti sara entrata nella chiesa.
20,18:Ecco, che andiamo a Gerusalemme, ec. Quanto più si avvicina il suo termine, tanto più chiaramente ripete la predizione della sua morte, preparando i suoi Apostoli a mirare senza sbigottirsi, o scandalizzarsi la ignominia della sua croce, la quale, dappoichè egli da tanto tempo la prevedeva, dovean intendere, che avrebbe anche potuto schivarla, se avesse voluto.
20,20:Domandandogli qualche cosa. Prima lo pregò in generale, che volesse farle una grazia, la quale si riserbava a specificare, quando avesse veduto, che Cristo fosse disposto a consolarla.
20,22:Non sapete quello, ec. Ei non intendevano, che il regno di Cristo è tutto spirituale; nè sapevano ancora la via per essere grandi in questo regno.
Potete voi bere il calice, ec. Con molta grazia esprime la sua passione sotto la figura del calice, il quale nei conviti dal capo di tavola si faceva passare a tutti i convitati,i quali bevevano secondo gli ordini stabiliti dallo stesso capo riguardo alla quantita, e alla qualita della bevanda.
20,23:Non tocca a me ec. Così parlando Gesù Cristo non intende di separarsi dal Padre, quasi non avesse con lui la stessa potenza; ma (come notò s. Girolamo, il Grisostomo, e altri) vuol dire: non si danno le prime sedi del regno mio per umani riflessi di parentela, o di amicizia; imperocchè e la madre, e i due apostoli si consideravano come parenti di lui. Queste sedi saranno date a coloro, a' quali, secondo gli eterni decreti del Padre mio, sono state assegnate, vale a dire a quelli, che meglio combatteranno. Così senza togliere a questi la speranza de' primi onori, gli stimola a pensar prima ai mezzi di meritargli; onde una bella lezione di umilta soggiunge ne' versetti, che seguono.
20,34:Lo seguitarono. Anche più col cuore, che coi piedi, dice s. Girolamo, e forse non senza segreta disposizione della providenza divina, perchè avendo Cristo fatti fin allora la maggior parte de' suoi miracoli nella Galilea, fossero questi due ciechi come due testimoni della sua carità, e onnipotenza a Gerusalemme.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap