VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
10,2:Non andate a inparare i costumi delle nazioni. Questi costumi sono il culto delle stelle e degli idoli, come spiega lo stesso Profeta dicendo: non temete i segni celesti: perocchè temere vuol dire adorare; e sono ancora le scelleratezze, che andavano congiunte coll'idolatria e sovente facevan parte di essa.
10,3-4:Le leggi de' popoli sono vane. Parla delle varie opinioni, e consuetudini delle genti prive di religione rivelata, le quali genti erano tutte cadute in assurdissimi errori intorno all'essere di Dio e intorno alla maniera di onorarlo.
L'artefice tronca colla scure una pianta, ec. Un artefice va nel bosco e tronca una bella e buona pianta e la lavora per farne un idolo: ricuopre il suo idolo di lame d'oro o d'argento unite insieme con chiodi e a colpi di martello, affinchè la veste della nobile statua non ca schi a pezzi. Vedi il libro della Sapienza XIII. e Isaia XLI. XLIV.
10,5:Ella è fatta come una palma, ec. Questa statua è diritta, immobile, inflessibile come è il tronco di una palma, e non parla; se si vuol ch'ella passi da un luogo all'altro, conviene alzarla di peso e portarla; altrimenti non darà mai un passo.
10,6-7:Non è chi somigli te, o Signore: ec. Come se dicesse il Profeta: eppure a cose tali si è renduto e si rende l'onore dovuto a te, o Signore, a te, che se' sì grande in possanza, a te sì glorioso, a te sapientissimo.
10,8:Argomento della loro vanità è il legno. Quel pezzo di legno, cui adorano come un Dio, grida e dimostra, ch'ei sono stoltissimi.
10,9:Da Tharsis l'argento ridotto in lamine. Tarso della Cilicia fu già celebre nell'oriente pel suo commercio. Forse ivi si faceva la lama d'argento meglio, che altrove.
E l'oro d'Ophaz. È lo stesso Ophaz, che Ophir, donde veniva l'oro più puro. Vedi Gen. II.11.
10,10:Dall'ira di lui sarà scommossa la terra, ec. Egli nell'ira sua agita e scuote con orrendi tremuoti la terra, e le genti si impauriscono e tremano alle sue minacce.
10,11:Voi adunque direte loro. Agl'idoli stessi direte e agli adoratori degl'idoli: Gli dei, che non hanno fatto il cielo e la terra, periscano dalla faccia della terra e dal numero delle cose, che sono sotto del cielo. Tutto questo è in Caldeo, ed è come una parentesi, che contiene una imprecazione contro i simulacri e i falsi dei, dopo la quale ripiglia il Profeta l'incominciato ragionamento. Alcuni credono, che questa imprecazione sia in Caldeo, perchè dovesse servire come di risposta e di preservativo agl'in viti, che sarebbon fatti agli Ebrei di andare a adorare gli idoli, allorchè si troveranno schiavi nella Caldea.
10,13:A1 una sua voce aduna nel cielo una gran massa di acque. A un suo comando si addensano le nuvole, che scaricano copiosa pioggia; ma dicendo: a una sua voce, allude al tuono, che è detto voce di Dio, Ps. XXVII. 3., che suol precedere la pioggia.
Scioglie i folgori in pioggia. Perchè dietro a questi, e anche con essi le squarciate nubi danno la pioggia. Vedi Ps, CXXXIV.7, dove è la stessa frase.
E dai suoi tesori ne tragge il vento. Così Giobbe parla dei tesori di neve e di grandine. Vedi. Job, XXXVIII.22.
10,14:Pel proprio sapere diventò stolto ogni uomo. L'abilità stessa, che egli ha un uomo di fare una bella statua, lo convince di stoltezza quando che l'adora come una divinità; egli sa, che senza di lui quella statua sarebbe sempre rimasa un pezzo di legno, e a lui deve se ha somi glianza di qualche cosa di meglio.
10,16:Non è come queste colui, ec. Ma non a questi vani e morti dei è simile quel Dio, che è la porzione e l'eredità d'Israelle, e di cui pure lo stesso Israelle è retaggio.
10,17:Metti insieme ... i tuoi obbrobri, ec. Confusione, obbrobrio, abbominazione, sono i nomi dati agl'idoli nella Scrittura. Cosi dice il Profeta a Gerusalemme: rauna da tutte parti i tuoi obbrobri, i tuoi idoli, che non ti gioveranno ad altro, che a colmarti di confusione e di obbrobrio; e dice, città, che se' assediata, ovvero, che se'in assedio, cioè, che sarai tosto assediata.
10,18:Tribolazione tale, che li troverà. Getterò schiavi in rimoto paese gli abitanti della Giudea, onde la tribolazione, che io manderò loro, li troverà tutti, nè ad essa alcuno sottrar si potrà.
10,19:Me infelice nella mia afflizione! Parole messe dal Profeta in bocca di Gerusalemme vinta e presa da' Caldei. Infelice me! E tanto più infelice perchè quello, ch' io soffro, lo ho meritato: questo male me lo son io creato da me stessa.
10,21:Il pastori si son diportati da stolti. Questi pastori sono i re, i principi, i sacerdoti.
10,23-24:Io so, o Signore, che non è dell'uomo il seguir la sua strada, ec. Io so, o Signore, che l'uomo, cieco e infermo com'è, non può tra tanti nemici, senza l'aiuto tuo grande battere la retta strada, la strada, che tu gli hai ordinato di battere, nè per le forze del suo libero arbitrio è egli possente a camminare per questa strada e a ordinare rettamente la sua vita. Abbi adunque, o Signore, pietà di noi, e se peccatori come noi siamo tu vuoi giudicarci e punirci, castigaci con misura, castigaci con giudizio misto di misericordia, e non nel tuo furore, di cui siamo degni, e il quale potrebbe in un momento di struggerci e annichilarci. Vedi Ps. VI. I., XXXVII. I.
10,25:Versa la tua indegnazione, ec. Queste parole sono prese dal salmo LXXVIII.9. Il Profeta predice, che la nazione stessa, di cui si servirà Dio come di strumento per punire il suo popolo, proverà ella stessa a suo tempo l'ira di Dio per le tue scelleratezze e per le crudeltà esercitate contro lo stesso popolo.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap