VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
29,1:Chi è misericordioso, dà in prestito al suo prossimo. La misericordia verso del prossimo si dimostra anche coll'inprestare gratuitamente al prossimo, che è in bisogno. La parola fonerari e qui e altrove si prende a significare l'imprestito, e non si può intendere per dare ad usura, perchè l'usura tragli Ebrei era proibita dalla legge, e solo permessa riguardo agli estranei. E chi è generoso di mano, osserva i comandamenti: osserva il comandamento dell'amore del prossimo, e osserverà anche gli altri comandamenti, perchè avrà da Dio grazia e aiuto grande per osservarli in premio di sua carità.
29,2:E tu vicendevolmente restituisci ec. Nella prima parte del versetto esortò il ricco a imprestare; in questa se conda parte esorta colui, che ricevè in prestito, a resti tuire con puntualità, e la stessa esortazione è continuata nel vers. 3. 4. 5. 6.
29,6:E danno la colpa al tempo. Accusano la calamità del tempo, le cattive ricolte ec.
29,11:Contuttociò sii tu di animo generoso ec. La cattiva corrispondenza e la ingratitudine di molti non ti ritraggano dal far del bene, anzi fallo con animo forte e generoso e con prontezza.
29,12:A riflesso del comandamento ec. La legge naturale e la legge divina ti comanda di assistere il povero nella necessità: assistilo adunque per non mancare all'oblbligo tuo. Vedi Luc. VI. 30, Matth. v. 42.
29,13:E nol seppellire sotto una pietra ec. Prestalo a un tuo fratello; prestalo e perdilo, se bisogna, per un fratello e per un amico: perocchè non è egli meglio l'imprestarlo a lui, che il seppellirlo, come gli avari, sotto una pietra, dove è come perduto, sì perchè non è impiegato pe' fini, pe' quali fu fatto, sì perchè venendo tu a morire repentinamente, e non essendo ad altri noto il tuo ripostiglio, il denaro sarà veramente perduto.
29,16:Contro il tuo nemico. Contro il nemico di tua salute, il Demonio. La limosina è arme difensiva o offensiva contro questo nemico.
29,19:Entra malievadore al suo prossimo, ec. Questa è un'altra specie di misericordia, entrar malievadore pel prossimo angustiato dai debiti. Salomone ne'Proverbi (cap. VI. I. ec.) più volte biasima chi è troppo facile a prestar simili malievadorie, attese le cattive conseguenze, che ne vengono o per la mala fede del debitore, o per mille acci denti, che possono nascere. Qui il Savio loda quest'opera di misericordia senza però omettere di farne vedere i pericoli. Abbandona il prossimo a se stesso. Lo lascia nella sua necessità senza moversi a dargli aiuto.
29,20:Ha esposta per te la sua vita. Ha esposto il suo bene, quello che è necessario a lui per sostentar la sua vita. Nella malievadoria, che si prestasse per un prigione o reo di morte, si esponeva anche la propria vita. Vedi 3. Reg. XX. 39. Questa sopreccellente carità di esporre, anzi di dare la propria vita per salvare i fratelli, la dimostrò Cristo, il quale entrato malievadore pe' peccati degli uomini, ne pagò la pena col proprio sangue e colla morte di croce: onde con gran ragione ai fedeli si dice: Non vi scordate del vostro malievadore, che diede la propria vita per voi.
29,21:E l'immondo. Il profano uomo, l'infedele, privo di pietà e di timor di Dio.
29,26:Chi vuol far molte cose ec. Chi abbraccia troppi negozi si troverà molte liti sulle spalle, perchè non potrà avere in tutti questi negozi l'attenzione e cautela e diligenza, che vi abbisogna.
29,27:E veglia sopra te stesso ec. Solleva il tuo prossimo quanto puoi, ma con tal discrezione, che non abbi tu a rovinare te stesso e la tua famiglia per le sconsigliate ed eccessive mnallevadorie.
29,28:La somma della vita umana è l'acqua ec. La natura si contenta di poco, e il Savio riduce tutte le cose necessarie per sostentare la vita, all'acqua per bere, al pane per mangiare, al vestito per coprire la nudità, e alla casa, nella quale si fanno molte cose, le quali con egual comodità e decenza non si possono fare fuori di essa.
29,29:Val più il vitto del povero ec. È meglio vivere poveramente in casa propria, che splendidamente fuori di casa sua: la ragione si è perchè in casa propria si gode quella libertà, che non può aversi altrove. Vedi vers. 31.
29,30:A' forestieri. Vale a dire a quelli, che vanno girando da una casa all'altra a desinare o cenare per avere una mensa migliore.
29,32-34:Uno alberga, e dà da mangiare e da bere ec. In questi quattro versetti si esprimono i rimprocci e le cattive maniere, che soffre il forestiero dal padrone della casa, in cui quegli è ricevuto in ospizio: il padrone adunque brontola e dice, che egli riceve e dà da mangiare e da bere a gente, che non ha riconoscenza, e non si contenta mai di quello che si fa per ben trattarla. Indi lo stesso padrone fa, che il forestiero si alzi, e come a un suo servitore gli comanda, che prepari la tavola, e se ha portato roba da mangiare nella sua bisaccia la metta fuora e ne dia agli altri. Finito poi che sarà il viatico del forestiero, il padrone di casa lo licenzierà dicendo, che dee dare albergo ad amici di gran merito, ovvero a un suo fratello, che conduce seco gran gente, onde non può tenerlo più in sua casa.
29,35:I rimproveri del padron di casa, ec. Acerba cosa e dura a soffrirsi per un uomo prudente sono, in primo luogo, i rimproveri del padrone di casa, che a lui diede albergo, descritti qui sopra; secondo, le ingiurie, colle quali è maltrattato chi avendo ricevuto in prestito del denaro da un altro, nol restituisce al debito tempo; ed è come se dicesse il Savio: guardati dall'esporti a soffrire alcuna di tali cose.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap