VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
BIBBIA MARTINI | NOVA VULGATA |
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1 Io fiore del campo, e giglio delle valli. | 1 Ego flos campi et lilium convallium. |
2 Come il giglio in mezzo alle spine, così la mia diletta tralle fanciulle. | 2 Sicut lilium inter spinas, sic amica mea inter filias. |
3 Come il melo tralle piante salvatiche, così il mio diletto trai figli; all'ombra di lui, che è il mio desiderio, io mi assisi, e il suo frutto al mio palato fu dolce. | 3 Sicut malus inter ligna silvarum, sic dilectus meus inter filios. Sub umbra illius, quem desideraveram, sedi, et fructus eius dulcis gutturi meo. |
4 M'introdusse nella conserva dei vini: contro di me pose in ordinanza la carità. | 4 Introduxit me in cellam vinariam, et vexillum eius super me est caritas. |
5 Sostenetemi co' fiori, stivatemi co 'pomi, perchè io languisco d'amore. | 5 Fulcite me uvarum placentis, stipate me malis, quia amore langueo. |
6 La sinistra di lui sotto il mio capo, e la destra di lui mi abbraccerà. | 6 Laeva eius sub capite meo, et dextera illius amplexatur me. |
7 Io vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, pe' caprioli, e pe' cervi de'campi, che non rompiate il sonno della Diletta, e non la facciate svegliare sino a tanto, che ella il voglia. | 7 Adiuro vos, filiae Ierusalem, per capreas cervasque camporum, ne suscitetis neque evigilare faciatis dilectam, quoadusque ipsa velit. |
8 Voce del mio Diletto: ecco, ch'egli viene saltellando pei monti, travalicando i colli. | 8 Vox dilecti mei! Ecce iste venit saliens in montibus, transiliens colles. |
9 Il mio Diletto è somigliante ad un capriolo, e ad un cerbiatto: eccolo che si sta dietro alla nostra parte riguardando per le finestre, e osservando per le gelosie. | 9 Similis est dilectus meus capreae hinnuloque cervorum. En ipse stat post parietem nostrum respiciens per fenestras, prospiciens per cancellos. |
10 Ecco, che il mio Diletto mi parla. Sorgi, affrettati, o mia Diletta, colomba mia, speciosa mia, e vieni. | 10 En dilectus meus loquitur mihi: “ Surge, amica mea, columba mea, formosa mea, et veni. |
11 Perocché già l'inverno passò, i tempo piovoso andò via, e sparì. | 11 Iam enim hiems transiit, imber abiit et recessit. |
12 I fiori apparvero sulla nostra terra, il tempo di potare è venuto: la voce della tortorella si udì nella nostra campagna. | 12 Flores apparuerunt in terra, tempus putationis advenit; vox turturis audita est in terra nostra, |
13 Il fico ha messo fuora i frutti suoi primaticci: le vigne fiorite han dato il loro odore: sorgi, o mia Diletta, mia speciosa, e vieni. | 13 ficus protulit grossos suos, vineae florentes dederunt odorem suum; surge, amica mea, speciosa mea, et veni, |
14 Colomba mia nelle fessure della pietra, nell'apertura della maceria: fammi vedere il tuo volto, la tua voce si faccia sentire alle mie orecchie; perocché dolce è la tua voce, e bello il tuo volto. | 14 columba mea, in foraminibus petrae, in caverna abrupta. Ostende mihi faciem tuam, sonet vox tua in auribus meis; vox enim tua dulcis, et facies tua decora ”. |
15 Pigliateci le piccole volpi, chedanno il guasto alle vigne; perocché la nostra vigna è già in fiore. | 15 Capite nobis vulpes, vulpes parvulas, quae demoliuntur vineas, nam vineae nostrae florescunt. |
16 A me il Diletto mio, e io a lui, il quale tra i gigli pascola. Fino a tanto che il giorno spunti, e le ombre declinino. | 16 Dilectus meus mihi, et ego illi, qui pascitur inter lilia, |