VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
23,1:Queste sono le ultime parole di Davidde. Il Caldeo porta, che queste son dette le ultime parole di Davidde, perché contengono una profezia del Cristo, che dee nascere nell'ultima età del mondo. Altri suppongono, che questo Cantico sia l'ultimo composto da Davidde; onde sarebbe come una conclusione de suoi Salmi. Egli può ancora considerarsi come il testamento spirituale di Davidde, in cui volle a tutte le future eta contestare l'umile sua riconoscenza pe'favori fattigli da Dio, e particolarmente pel massimo di tutti, che è la promessa del Cristo, che dee nascere del suo sangue.
Disse l'uomo, a cui fu data parola. A cui fu promesso con immutabil parola il Cristo, che sarà mandato da Dio, dal vero Dio adorato da Giacobbe e da'suoi discendenti.
L'egregio Cantore d'Israele. L'autore insigne delle sacre canzoni, le quali furono la consolazione e la voce della pietà nella Chiesa Giudaica, e sono, e saranno sino alla fine de' tempi la consolazione della Chiesa Cristiana, La quale tutti vi trova i suoi sentimenti e tutti i misteri della sua fede. Così lo Spirito del Signore commenda ed esalta il pregio de' Salmi di Davidde per bocca del suo medesimo autore.
23,2:Lo spirito del Signore ec. Ecco per qual ragione i salmi (e lo stesso intendesi di tutti i libri santi) sieno tanto cari e in tanta venerazione presso i fedeli; lo Spirito di Dio li dettò, egli fu, che parlò per bocca di Davidde, e della lingua di lui si valse a pronunziarli. Notisi, come nella dettatura delle sacre Scritture si attribuisce allo Spirito santo non solo l'ispirazione interiore, ma anche il movimento esteriore degli strumenti della favella.
23,3:Di què, che temono Dio. de' Santi, i quali egli riempie dello spirito del timor santo. L'Ebreo dice Dominatore del timor del Signore, ma secondo la frase Ebrea significa come abbiam tradotto e cosi l'intesero il Siro e l'Arabo.
23,4:Ei saranno, come ec. Mi son fatto lecito di aggiungere quelle due parole Ei saranno, le quali fissano il senso di questo versetto, riportandolo a' giusti, a quelli che temono Dio, come è detto, v. 3. Delle tante maniere, onde possono intendersi queste parole ( nelle quali ognun vede, che il senso e rotto), mi è paruta questa la più naturale, e che meglio combini col fare di Davidde, e con quello che segue. Egli ha celebrato la parola di Dio, celebra dipoi quelli che osservano, e fan sue delizie della stessa parola, quel che temono il Signore, e de' quali in ispecial modo egli è re e dominatore, perchè in essi regna per mezzo dell'anor suo. La felicità loro e il loro avanzarsi di bene in meglio è descritto in questo versetto, come nel versetto 6 e 7 è descritta la infausta condizione de' peccatori. Questo e il fare di Davidde in tutti i suoi salmi, paragonare in felicità di chi teme Dio colla miseria di chi nol teme. Della felicità di quali soggiunge una prova grandiosa nel versetto 5.
23,5:Ne' ella è da tanto la mia casa ec. Non e il merito mio, non è quello di mia famiglia per cui Dio siasi mosso a stabilire con me un'alleanza eterna e inviolabile, e a promettermi un regno durevole pe' miei discendenti, anzi eterno nel Messia, che nascerà dalla min stirpe: questo patto, questa promessa è pura grazia e liberalità e misericordia di lui verso di me.
Perocchè egli è tutta la mia salute e tutta consolazione. ec. Ne bene, ne prosperità alcuna io posso avere, se non in lui, che è mia salute (ovvero, mio Salvatore), da cui ha origine tutto quello che è, e tutto quello che io posse avere di bene.
23,6-7:Ma i prevaricatori saranno estirpati ec. con questa bella similitudine descrive il carattere degli empi, i quali sono incorregibili; onde nissuno può accostarsi ad essi, ne tentar di ridurli colle dolci maniere, ma il loro destino si è di essere schiantati con mano forte e severa, e gittati nel fuoco, affinchè rimanga annientata la loro superbia e il temerario ardimento, con cui se la prendono contro Dio.
23,8:Questi sono i nomi de' campioni di Davidde. Nel primo del Paralipomeni XX. 10. si aggiunge i quali lo aiutarono a diventar re di tutto Israele.
Colui, che siede in cattedra sapientissima principe trai tre. Comincla qui il primo ternario de' campioni di Davidde. Ma qui pure, ci si presenta subito una grandissima difficoltà, la quale consiste in vedere chi sia quegli, di cui si parla in queste parole, come del primo trai primi tre. Gli Ebrei, il Caldeo e vari Interpreti, come Eucherio, Lirano, Dionisio, ec. sostengono, che questi sia lo stesso Davidde, a cui nissun negherà il primo posto trai valorosi uomini dell'età sua; e la traduzione della nostra volgata sembra favorevole a questa opinione; almeno possiam dire, che secondo questa opinione si può esporre assai facllmente tutto quello che di questa personaggio è detto nella stessa volgata. Egli ha trai primi tre il primo posto non solo per la dignità reale, ma per la saviezza ugualmente e pel valore; egli congiunge con una somma elevazione un'altissima umiltà, per cui rassomiglia quel vermicciuolo, il quale in apparenza debolissimo e senza forze, trapana e rode il più duro legno; finalmente egli in un solo conflitto uccise ottocento uomini, prova di valore, la quale, benchè non registrata in questi libri, si può credere di Davidde, più, che di qualunque altro de' suoi campioni. I moderni Interpreti generalmente son persuasi primo, che nella volgata siasi cangiato in appellativo il nome proprio dell'uomo, di cui qui si parla, onde ripongono Jes baam ( secondo la volgata colui, che siede sulla cattedra), ei vero Adino Hesmita (secondo la vulgata il vermicciuolo delicato del legno ). In secondo luogo suppongono, che della stessa persona si parli, di cui è fatta menzione, I. Paral. XI. II. con queste parole: Jesbaam figliuolo di Hachamoni principe, o sia capo di trenta egli imbrandì la lancia contro trecento persone, le quali ferì in una sola volta. Ma ognun vedo, che è ben differente l'essere capo de' primi tre, e l'esser capo di trenta. Tutti confessano, che i primi tre, e i secondi tre, o sia il primo e il secondo ternario de' campioni di Davidde si dee distinguere dal trenta ( Ebreo Schaliscim ), che era un numero di altri uomini illustri e valorosi che servivano negli eserciti, e de' quali ne sono nominati qui sino a trentasette, e altri sedici ne' Paralipomeni. Quindi la vece di principe di trenta voglion, che leggasi principe di tre. Rimane però tuttora un'altra diversità, ed è, che Jesbaam ferì solamente trecento persone, laddove questo nostro campione ne uccise ottocento, e non piccola confusione fa ancora il porre per nome proprio Adino di Hesni, convertito in appellativo quello di Jesbaam, così dopo molte congetture sul testo sacro, e dopo i vari tentativi fatti per ridurlo a quella lezione, che ei suppongono migliore, non potendo rispondere alle difficoltà, che vi restano, lasciano indecisa la disputa, e riconoscono col fatto, che la questo luogo siam cinti da inestricabile oscurità. Lasciamola indecisa anche noi, ma sia questo un esempio di più per farci sempre rispettare, la nostra volgata.
23,9:Eleazaro Ahoite figliuolo dello zio paterno di lui. Questo Eleazaro nell'Ebreo è detto figliuolo di Dodo, nei settanta figliuolo di Dadi. Ma Dod in Ebreo significa lo zio paterno, e cosi l'intese qui l'autore della vulgata, secondo la quale Eleazaro e detto figliuolo dello zio paterno del primo campione già mentovato, e Ahoite dal nome della famiglia, ovvero della patria.
Allorché i Filistei lo insutavano essendo raunati, ec. Quando Gollath, e con lui i Filistei adunati a Phesdomim, schernirono il giovinetto Davidde, come si e veduto, 1. Reg. XVII. (vedi anche 1. Paral. XI. 13.). Allora Eleazaro ne' principj di questa guerra, e prima che David uccidesse il glgante, diede prove di suo gran valore.
23,13:I tre, che erano i primi de' trenta. Questi tre sono i già nominati. Abbiamo notato di sopra, che il nome di Schaliscim, i trenta, è generale, e significa gl'illustri e valorosi uffiziali delle schiere di Israele sotto Davidde. Quei tre erano del primo ternario, ed erano sopra tutti gli altri uffiziali.
E il campo de' Filistei era nella valle de' giganti. Vedi sopra cap. v. 18. Questa valle è tra Gerusalemme e Bethlehem. La caverna di Odollam era a mezzo giorno di Gerusalemme.
23,18:Abisai... era il primo di tre. Il primo del secondo ternario: questi tre erano secondi in valore e riputazione dopo i tre primi, ed erano Abisai, Banaia ed Asael. In vece di Asael alcuni mettono Jonathan.
23,20:Uccise i due lioni di Moab. Alcuni per questi due lioni intendono due giganti, che si facesser chiamare lioni di Dio, cioè lioni potenti, di forza divina.
23,23:Non giunse al segno di quei tre. De' tre del primo ternario.
23,39:In tutto trentasette. Oltre i due ternari già detti son qui nominati sino a trenta, onde farebbono trentasei; ma si osserva, che a questi va aggiunto Gioab nominato sol di passaggio, ma certamente degno pel valore di aver luogo in questa schiera, nella quale non si entrava per amore, ma solo per merito. Ed è giustamente notato che non è in essa noverato alcuno de' fratelli di Davidde.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap