VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
17,1-2:Dio creò l'uomo di terra, ec. Dopo di aver parlato delle opere di Dio, che si ammirano ne' cieli, e dopo aver toccato ancora le meraviglie fatte da lui nella terra, affin di eccitare nell'uomo i sentimenti di gratitudine e di ossequio dovuto al Creatore, passa a discorrere della creazione dell'istesso uomo fatto a immagine di Dio, portante la somiglianza di Dio nell'anima, che è puro spirito, dotata d'intelligenza e di libertà, e capace di conoscere e di amare Dio, e di goderlo, ed esser beata del gaudio stesso del suo Signore. Ma l'uomo avendo peccato fu condannato da Dio a tornar (quanto al corpo) nella terra, da cui era stato formato. E nell'animo e nel corpo Dio rivesti l'uomo di virtù e di forza conveniente e proporzionata alla sua natura.
17,4:Lo rendè terribile a tutti gli animali, ec. Diè all'uomo potestà e dominio sopra gli animali, e a questi ispirò rispetto e timore verso di lui. Questo impero fu limitato, ma non tolto all'uomo interamente dopo il peccato. Vedi Gen. IX. 2.
17,5:Un aiuto simile a lui. Eva, la quale come sua moglie lo aiutasse, e tenesse a lui compagnia amorosa e fedele.
17,6:La scienza dello spirito. La scienza delle cose spiri tuali, delle cose di Dio e delle regole della morale; onde soggiunge, che li riempiè di discernimento, e fe' loro conoscere i beni e i mali, vale a dire i beni della virtù e la gloria promessa alla stessa virtù, e i mali di colpa a'quali van dietro i mali di pena.
17,7:Appressò l'occhio suo ai cuori loro. Illustrò i loro cuori colla luce vivissima del suo occhio divino, affinchè conoscesser lui e le opere fatte da lui, e per esse il benedicessero e lo ringraziassero.
17,9:Legge di vita. Parla della legge data per mezzo di Mosè, la quale avea la promessa di lunga vita.
17,12:Di aver pensiero del prossimo suo. Parla del suo amore del prossimo, a cui tutti si riferiscono i comandamenti della seconda tavola: ma quelli della prima risguar danti quello che a Dio è dovuto s'intendono compresi nella seconda,perchè dall'amore di Dio procede il vero e retto amore del prossimo: onde anche l'Apostolo disse, che adempie la legge chi ama il suo prossimo. Vedi Rom. XIII. 9.
17,13:Tien sempre gli occhi su' loro andamenti, ec. Veglia sopra di loro, e osserva se sieno fedeli, o no, nell'adempier la legge.
17,14-15:Ad ogni nazione assegnò ec. Ogni nazione ha il suo capo, il suo rettore; ma Israele fu eletto per essere regno e popolo di Dio, governato con ispecial cura e providenza da lui. Vedi Deuter. XXXII. 8. 9.
17,16:E tutte le opere loro ec. A Dio sono manifeste tutte le opere d'Israele, tutto il bene ed il male che egli fa, tutto è veduto chiaramente da Dio, come il sole è manifesto a tutto il mondo; perocchè lo stesso Dio con gelosa attenzione considera tutti i passi e le azioni di questo popolo consacrato al suo culto. Dio vede egualmente anche tutte le opere di tutte le nazioni della terra, ma di esse nazioni infedeli, alienate dal vero Dio e immer se nell'obbrobrioso culto degl'idoli, sta scritto ch'egli permise, che..., battessero le loro vie (Atti XIV. 15.), abbandonandole in certo modo ai pravi desideri del corrotto loro cuore.
17,17:La sua alleanza non restò oscurata ec. Tutte le iniquità degli Israeliti non fecero abolire il patto da Dio fermato con essi: vide, ebbe presenti le molte loro infedeltà, ma non lasciò per questo di mantenere il suo patto. Così l'Apostolo Rom. III. 3. 4.: Forse la infedeltà loro (de' Giudei) renderà vana la fedeltà di Dio? Mai no. Dio è verace: gli uomini poi tutti menzogneri. Vedi questo luogo, e le annotazioni.
17,18:La limosina dell'uomo è come sigillo ec. Disse, che Diovede tutte le iniquità dell'uomo: aggiunge adesso, che Dio vede le opere buone, le opere di misericordia; nè so lo le vede, ma le tiene care, come si tien caro e si custodisce quell'anello, che porta il sigillo, col quale si segnano gl'istrumenti e le scritture, il qual sigillo si tien sempre nel dito e davanti agli occhi: così Dio terrà conto gelosamente di tutto il bene, che farassi dall'uomo, carissimacome di cosa stimata molto da lui, e a lui.
17,19:Si leverà (in giudizio), ec. Si leverà in giudizio, e renderà agl'iniqui la mercede, che ciascheduno di essi si è meritata colle opere sue, mercede proporzionata al male, che ha fatto ciascheduno, e li precipiterà nell'inferno.
17,20:Ma ai penitenti concede ec. Ma Dio, che è severis simo nel punire i peccatori ostinati, con somma indulgenza tratta i penitenti, e colla sua grazia li riconduce nella via della giustizia, e quando per la lor debolezza sarebbon vicini a cadere in peccato, gli aiuta mai sempre e li conforta, e tiene preparata per essi la porzione, la mercede, che egli rende alla verità, cioè alla giustizia. La parola verità in questo luogo è usata nel senso istesso, in cui fu presa da s. Giovanni VIII. 44., dove del cattivo Angelo si dice, ch'ei non perseverò nella verità, cioè nella virtù, nella giustizia.
17,21-22:Convertiti al Signore, ec. Avendo parlato della bontà, con cui Dio accoglie, aiuta e sostiene i peniten ti, da ciò prende il Savio occasione di esortare alla penitenza; nella quale si nota per prima condizione, che l'uomo si rivolga a Dio con tutto il suo cuore; secondo, che si abbandoni assolutamente il peccato; terzo, che il peccatore implori colla umile e fervente orazione la divina misericordia; quarto, che rimuova da sè, e schivi quanto mai può le occasioni di peccare e gli stessi peccati, guardandosi con molta attenzione da tutto quello, che a Dio dispiace e lo offende.
17,24:E fa'tuo studio de' comandamenti, ec. A sostenere il penitente nell'amore del bene e nell'odio del peccato, nissuna cosa può tanto giovargli quanto lo studio e la meditazione della divina parola, e la orazione; perocchè (come è indicato in quelle parole: e sta' costante ec.) il penitente avrà de' duri combattimenti da sostenere contro i nemici di sua salute, contro de' quali ho gran bisogno dello scudo della parola di Dio e della continua orazione. Dice,che il penitente stia costante nella sorte propostagli, vale a dire nel nuovo stato di virtù e di santità, a cui fu da Dio chiamato per grazia. Così de' fedeli convertiti dal Gentilesimo disse Paolo, che Dio li fece degni di partecipare alla sorte de' santi nella luce, Coloss. I. 12.Vedi anche 11. Pet. I. I.
17,25:Entra in società col secolo santo, ec. Il secolo santo egli è il secolo beato, la beata eternità, in cui vivono i Santi. Tu adunque, o uomo penitente, abbandona il secolo presente col cuore e coll'affetto, e unisciti, mediante la fede e mediante la viva speranza e l'amore, al secolo de' santi, al popolo de' santi; vivi per la santa e beata eternità: a questa sieno indiritti tutti i tuoi pensieri e tutti i tuoi passi: di quella patria beata tu sei già cittadino, se con que' santi, i quali lassù vivono eternamente, ti unisci a lodare e glorificare Dio, come essi fanno; comincia adesso a fare col cuore, colla bocca e colle opere quello, che dei fare per tutta l'eternità. Vedi Apocal. IV. 8, v. 9, VII. 10. Psal. CXLI. 6., XLI. 5. 6.
17,26:Non t'invischiare nell'errore degli empi, ec. L'errore grandissimo degli empi consiste nel preferire il pas seggiere vile piacere presente alla vera eterna felicità; da' tu lode e onore a Dio nel tempo della vita presente, e prima che venga la morte; perocchè morto che è l'uomo, non è più in istato di lodare Dio utilmente e con merito, e nissuno potrà lodarlo nella vita futura, se non lo avrà lodato nel tempo di adesso. il morto riguardo al meritare è come se più non fosse.Vedi Baruch, II. 17.
17,28-29:Quanto è mai grande la misericordia, ec. Dio è pieno di misericordia e di benignità verso i peccatori convertiti, perchè egli sa, che gli uomini non possono avere una assoluta perfezione; ei son fragili e deboli, perchè il figliuolo di un uomo mortale, e peccatore non può essere immortale e immutabile e senza colpa, e per questo pecca, e si compiace della vanità e della malizia, conciossiachè la mente, e i pensieri dell'uomo sono in clinati al male fin dalla adolescenza, Gen. VIII. 21. Questo luogo è similissimo a quello del salmo CII. 13.: Come un padre ha compassione de' figliuoli, così il Signore ha avuto compassione di que' che lo temono, perchè egli conosce di che siamo formati ec.
17,30:Che v'ha egli di più luminoso del sole? ec. Se il sole luminoso com' egli è riman talora ecclissato, qual meraviglia sarà, che cada nelle tenebre del peccato l'uomo, che è carne e sangue? Perocchè nulla può darsi di peggio delle inclinazioni e suggestioni della carne, le quali però nel giudizio saran condannate e punite da Dio. Così da un lato si umilia l'uomo, e si avvisa a tenersi nel santo timore, e a combattere contro i domestici suoi nimici (la carne e il sangue), e dall'altro si fa animo al peccatore, affinchè non disperi della divina misericordia, la quale e conosce la infermità della carne, ed è perciò inclinata a perdonare e a sanare il peccatore.
17,31:Le virtù di dell'altissimo cielo; ec. Il sole quasi duce e condottiere dell'esercito del cielo mira attorno a sè tutte le stelle e i pianeti; e contuttociò egli si oscura talvolta: molto più avverrà il simile all'uomo, che è terra e cenere. Esercito del cielo, potenze del cielo, milizia del cielo sono detti sovente nelle Scritture i corpi celesti, onde Dio si chiama Signore delle virtù, o sia degli eserciti.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap