VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
27,1:Non ti vantare ec. Lo stesso insegnamento è ripetuto da s. Giacomo cap. IV. 13. 14. 15.: Adesso voi dite: oggi, o domane anderemo a quella città, e vi starem per un anno, e mercanteremo e faremo guadagno: voi che non sapete quel che sarà domane... in cambio di dire: se il Signore vorrà, o se sarem vivi, farem questa o quella cosa.
27,3:L'ira dello stolto pesa più ec. È più difficile a portarsi, e a tollerarsi l'ira dello stolto nei suoi violenti trasporti.
27,4:Ma all'impeto dell'invidioso ec. Dall'Ebreo e da' LXX apparisce, che si paragona in questo luogo l'invidia coll'ira e col furore, e si dice, che l'invidia occupa e domina lo spirito, e spinge l'invidioso a fare tutto il male, che può a colui che ha preso di mira.
27,5:Un amore che si nasconde. Intende quell'amore delicato, circospetto, il quale non ardisce di biasimare in veruna cosa l'amico, nè di correggerlo dov' ei manca, amore simile a quello di una madre men saggia, che tutto permetta a'figliuoli; migliore assai è quell'amore forte, maschio, efficace e di cuore, il quale corregge e riprende l'amico, affinchè si emendi.
27,6:Le ferite, che vengono da chi ama. Vale a dire le riprensioni, le correzioni fatte dall'amico.
27,8:È come l'uccello, che scappa dal suo nido. Biasima quelli, i quali leggermente per incostanza d'animo abbandonano lo stato e la vocazione, in cui viveano. dicendo, che si espongono a molti pericoli, come l'uccello, che lascia il suo nido.
27,9:E i buoni consigli ec. Ovvero: così i buoni consigli ec. Siccome gli unguenti rallegrano il cuore, e i grati odori letificano, e confortano il capo; così i buoni e sinceri consigli dell'amico risvegliano e ravvivano il cuore oppresso dalla tristezza e dall'afflizione.
27,10:E l'amico del padre tuo. Vale a dire il vecchio amico. E non andare a casa del tuo fratello ec. Fidati più del vecchio amico, che del fratello, e all'amico piuttosto che al fratello ricorri nelle tue afflizioni per aver consiglio e conforto.
Giova più un vicino. L'Ebreo legge: un buon vicino: ma ciò s'intende nella Volgata da quello, che segue: piu utile sarà a te un vicino, che un fratello, il quale fa sua dimora lungi da te. La vicinanza fu detta da un antico prossima all'amicizia; e Salomone con queste parole c'insegna a tener buona e leale corrispondenza co' vicini e lo stesso documento inculca s. Agostino serm. I. de temp.
27,11:Affinchè tu possa rispondere ec. Affinchè a chiunque parlasse male di te tu sii in istato di far conoscere, che hai bene impiegato il tuo tempo nell'apparare quello che più a te importa.
27,12:L'uomo prudente ec. Vedi cap. XXII. 3.
27,13:Prendi la veste ec. Vedi cap. XX. 16.
27,14:Colui che prima del giorno ec. Con tutta ragione si dee poco fidarsi di un uomo, che inopportunamente e fuor di tempo usa certe dimostrazioni di stima e di rispetto, come farebbe quegli, che avanti giorno andasse a fare con voce sonora gran complimenti, ed espressioni di riverenza ad un altro. Questi, se è saggio, di tutte le belle parole del troppo ufficioso salutatore non terrà verun conto, anzi gli saranno moleste quanto gli sarebbe molesto il sentirsi da colui biasimare.
27,16:È come chi vuol tenere il vento. Impedire al vento, che non soffi.
E strigner l'olio ec. È impossibile il tenerla, come è impossibile di stringere colla mano l'olio, che non iscorra: perocchè quanto più stringerai la mano per tenerlo,tanto più ti scapperà; così quanto più cercherai di farla star cheta, tanto più ella garrira.
27,17:E l'uomo assottiglia ec. E l'uomo assottiglia l'ingegno dell'uomo nelle scienze, ne'consigli, nelle arti ec. Un Greco poeta dice, che il conversare degli uomini partori le arti.
27,18:Chi custodisce il suo padrone ec. Chi serve con amore e con diligenza il proprio padrone sarà onorato; per esempio essendo nato servo averà la libertà, se è libero sarà promosso ad impieghi.
27,19:Così i cuori degli uomini ec. I cuori dinotano le inclinazioni, il genio e il carattere particolare di ciascun uomo. Dice adunque Salomone, che l'uomo saggio conosce, e vede chiaramente le inclinazioni degli uomini, co' quali vive e conversa, come nelle acque (specchio naturale sincerissimo) vede il suo volto tal quale egli è l'uomo, che in esse si mira.
27,20:Così gli occhi degli uomini sono insaziabili. Per gli occhi s'intende la cupidità, perchè gli occhi sono quelli, che portano all'anima le immagini delle cose sensibili, che sono l'obietto della cupidità. Dimostra adunque il Savio la necessità di reprimere la cupidità, cagione e principio funesto di tutti i mali dell'uomo, il quale ha motivo di temerla come si teme la morte e l'inferno.
27,21:Così è provato l'uomo ec. Il fuoco fa vedere la schiettezza, o l'impurità dell'argento e dell'oro: se questi metalli restano interi, e non danno scoria, sono puri. Similmente se un uomo in vedersi lodato e celebrato non dà segno di superbia e di vanità, egli è saggio: se si gonfia e si invanisce, egli è stolto. Veramente (come dice s. Agostino ep. 64. ad Aurel.) ella è cosa grande il non insuperbirsi delle lodi e degli onori degli uomini; e con questo dimostrasi, che è nell'uomo il saldo fondamento di tutte le virtù, che è l'umiltà: è antico e bello assai quell'avvertimento: se uno ti loda ricordati di giudicare te stesso da te solo, e non credere del tuo essere più agli altri, che a te stesso. S. Agostino parlando al suo popolo per raffrenare l'impeto e l'affetto, con cui lo stesso popolo celebrava i suoi ragionamenti, dice: Queste vostre lodi sono a noi piuttosto di peso, e ci espongono a pericolo: le sopportiamo, e in mezzo ad esse tremiamo. Serm. V. de Verb. Dom. sec. Matth. Ecco un uomo ben provato per le lodi degli uomini.
27,22:Come si fa dell'orzo. La ptisana degli antichi si faceva coll'orzo mondato, e poi cotto nell'acqua, e si bevea da' febbricitanti, ed è celebrata da Plinio lib. XVIII.7 XXII.25 dove dice, che Ippocrate scrisse un intero libro dell'uso della ptisana.
27,23-24:Abbi esatta conoscenza ec. Era in grandissimo credito in que' tempi la vita pastorale nobilitata dagli esempi de' patriarchi Abramo, Isacco ec.; onde non sia meraviglia se Salomone ne dia qui de' precetti, egli il di cui padre di pastore di pecore fu chiamato ad essere pastore di uomini; ma a questi pastori di uomini sono in senso più elevato rivolti questi precetti. Tu non potrai sempre farlo: non sempre potrai pascere, governare le tue pecorelle: perocchè verrà la vecchiezza, e tu non avrai forze sufficienti per un mestiere, che richiede età vegeta e vigorosa. Vedi Varrone de re Rust. lib. II. 17.; ma se tu mentre il puoi sarai vigilante e sollecito nella cura del gregge, avrai corona perpetua di onore e di gloria. Ognuno vede come tutto questo si applichi perfetta mente a' pastori dell'anime, a' quali se nel ministero loro saran fedeli è promessa corona di giustizia.
27,25:I prati sono aperti, ec. Dimostra come Dio ha preparato facile e comodo il sostentamento pe' greggi. Le erbe e i fieni delle colline sono migliori, e di miglior nutrimento per le pecore. Quanto a' pastori di anime hanno essi i saluberrimi pascoli della divina parola, onde nudrire i loro greggi, e curarne le malattie, e renderli pingui e fecondi di ogni virtù.
27,26-27:E i capretti pagheranno il campo. Avrai da' tuoi greggi e vitto e vestito, e de' capretti venduti potrai anche comprare un podere. Vedi Gen. XXXIII. 19. I pastori di anime avranno per frutto della loro carità l'abbondanza de' beni della casa di Dio. Vedi Beda.
Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap