VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008
1,1:Il mese ottavo dell'anno secondo del re Dario, ec. Zaccaria adunque cominciò a profetare in Gerusalemme due mesi in circa dopo Aggeo. Vedi Aggeo cap. I. I.
1,2:Il Signore si adirò altamente co' padri vostri. Si adirò, e fece sentire il peso dell'ira sua coi suoi flagelli, colla cattività ec.
1,3:Tornate a me ....e io tornerò a voi. Ecco la bella sposizione di Gregorio sopra queste parole: Dio, che rigetta il delinquente, al penitente rivolgesi, chiama anche gli avversi, rimette le colpe ai convertiti, anima i pigri, consola gli afflitti, istruisce gli studiosi, aiuta que', che combattono, conforta i deboli, esaudisce que' che alzano a lui le voci del cuore; perocchè egli dice per bocca del Profeta: tornate a me, ed io tornerò a voi. Ma perchè a lui tornar non possiamo senza di lui, gridiamo a lui ogni di col Profeta: Non rivolger da me la tua faccia. In Psal.7. Poenit.
1,5:I padri vostri, dove son'eglino? e i profeti ec. I padri vostri peccatori, e ostinati non è egli vero, che perirono o nell'assedio e nella espugnazione di Gerusalemme, ovver nella trista loro cattività? E que' falsi profeti, che adulavano con false promesse i padri vostri, non son egli no morti anch'essi miseramente e di morte immatura, quantunque si promettessero lieta, e felice vecchiezza? Così s. Girolamo. Altri però la seconda parte di questo versetto espongono in tal guisa: E i Profeti, che Dio manda a parlarvi, e a esortarvi a penitenza, gli avrete voi per sempre? non morrann'eglino, come gli altri uomini? Sembrerebbe qui accennato il lungo silenzio di Dio, il quale dopo Aggeo, Zaccaria, e Malachia non mandò più altro Profeta agli Ebrei.
1,7:Dell'undecimo mese di Sabath. I nomi de' mesi li presero dai Caldei dal tempo della loro cattività, e li ri tenner sempre fino al giorno d'oggi. Questo undecimo mese lunare corrisponde al gennaio, o almeno a parte del gennaio, e a parte del dicembre, ovvero a una parte del gennaio, e a parte del febbraio.
Il Signore parlò ec. Parlò colla visione, che è qui de scritta.
1,8:Io vedeva un uomo. Cioè un Angelo in figura di uomo, e comunemente credesi, ch'ei fosse l'Arcangelo s. Michele, protettore della Sinagoga. Vedi Dan. X. 21. XII.1, e s. Girolamo.
In un luogo assai basso piantato di mirti. Il Caldeo ha voluto accennare, che il Profeta in questa visione fu trasportato in ispirito a Babilonia, mentre dice: Egli stava in mezzo alle piante di mirto, che sono in Babilonia. E ciò pare, che possa intendersi anche dall'Ebreo, dove dicesi, che que' mirti erano lungo le acque copiose. Si sa, che Babilonia era in paese molto umido vicina al Tigri, e all'Eufrate, che la bagnava.
De'cavalli rossi, e chiazzati, e bianchi. Sopra questi cavalli, erano altrettanti personaggi, cioè Angeli, i quali aveano fatto il giro della terra. E notò s. Girolamo, che il diverso colore di que'cavalli indicava il carattere dei diversi regni, e nazioni, delle quali avea cura ciascuno di questi Angeli, e particolarmente la buona, o cattiva disposizione degli animi di quelle nazioni verso il popolo Ebreo.
1,9:E l'Angelo, che parlava in me, dissemi. Ho tradotto così letteralmente, perchè quest'Angelo, secondo s. Girolamo, non era s. Michele, ma bensì l'Angelo custode del Profeta: Teodoreto poi, e gli Ebrei credono, ch'ei fosse lo stesso s. Michele, onde in tal supposizione dovrebbe tradursi: E l'Angelo, che mi parlava.
Io ti farò vedere quel che sieno queste cose. Farò, che l'Angelo Michele le spieghi, e ne faccia a te capire il significato.
1,10-11:Sono quelli, che il Signore ha spediti ec. Vale a dire: questi sono Angeli, che presiedono ai vari paesi, e sono andati per ordine di Dio a visitarli. Infatti questi Angeli dicono a s. Michele, che tutta la terra è abitata, ed ha quiete e riposo, lo che si intende de' regni, e paesi confinanti colla Giudea.
1,12:E l'Angelo del Signore rispose, e disse: ec. L'Angelo s. Michele, protettore del popolo Ebreo, dalla rispo sta di quegli Angeli prende occasione di pregare istantemente il Signore a finire di ristorare la Giudea, e Gerusalemme, e il suo tempio, ristorazione, che non avea potuto fin'allora effettuarsi pienamente, parte per le con traddizioni de' vicini popoli, e parte per lo scoraggimento, e negligenza de' medesimi Ebrei, come fu ad essi rimproverato da Aggeo cap. I. 2. Adesso, o Signore, che tutto è tranquillo ne' vicini paesi, concedi al tuo popolo di poter riparare intieramente le sue rovine.
Questo è già il settantesimo anno. Notisi, che altra cosa sono i settanta anni della cattività predetti da Geremia XXIX. 16., e altra i settanta anni della desolazione di Gerusalemme, e del tempio: quelli erano terminati l'anno primo di Ciro: questi finivano in quest'anno secondo di Dario figliuolo di Histaspe, ed ebber principio dall'assedio di Gerusalemme.
1,14-15:Ho avuto zelo grande ec. Questo zelo di Dio verso Gerusalemme indica il tenero, e intimo amore di lui verso questa sua sposa, e dall'altro lato, Dio, perchè ama Gerusalemme, odia quelle nazioni, delle quali si è servito come di strumenti per gastigarla ne' suoi eccessi; perchè queste nazioni sciolto il freno alle loro passioni hanno incrudelito contro il suo popolo senza legge, e senza misura, ed hanno stranamente aggravate le sue sciagure, senza averne mai compassione.
1,16:Si tenderà l'archipenzolo in Gerusalemme. Sarà ristorata, e riedificata la città, come il mio tempio.
1,17:Eteggerà di bel nuovo Gerusalemme. Gerusalemme, che è stata fin qui come una sposa ripudiata, e negletta, sarà di nuovo richiamata, e onorata da lui col nome, e co' diritti di sposa.
1,18-21:E vidi quattro corna, ec. Alcuni per queste quattro e o corna intendono quattro regni, i quali gettarono per aria i Giudei, come un toro furioso getta in aria tutto quello che se gli fa davanti; e questi regni sono l'Assiro, l'Egiziano, il Caldeo, e il Persiano; ma per verità quanto a quest'ultimo non sapremmo dire quel che avesse fatto contro Giuda, e Israele, e Gerusalemme; e Ciro fece del bene a' Giudei, e se sotto di lui fu interrotta la ristorazione della città, e del tempio, ciò non venne da cattivo animo, che egli avesse contro di loro, ma dalle suggestioni, e raggiri de' loro nemici; e quanto a Cambise, checchè si dica di lui, egli non potè far loro del male. Posto ciò, mi sembra più ragionevole il sentimento di Teodoreto, di s. Cirillo, e di altri Interpreti, i quali per queste quattro corna intesero le diverse nazioni, le quali dai quattro lati di oriente, occidente, mezzodì, e settentrione cingevano la Giudea, e vessarono in diversi tempi il paese: da oriente erano gli Ammoniti, e i Moabiti, da occidente i Filistei, da mezzodì gli Idumei, e gli Egiziani, da settentrione gli Assiri, e i Caldei. Contro tutte queste potenze sono preparati da Dio quattro fabbri, cioè quattro Angeli, i quali armati di gran forza e valore empieranno di terrore que'perpetui nemici del Giudaismo, i quali fecer tanta paura, e tanti mali a' Giudei, che nissuno di essi osava più di alzar la testa per opporsi ai loro cattivi disegni; e di poi gli stessi fabbri stritoleranno finalmente le ferree corna di quelle genti, che fecero il possibile per isterminare la Giudea.
Dove abbiam tradotto: E nissun di essi alzò la sua testa, intendendo i Giudei avviliti, e rimasti senza coraggio, dopo i replicati colpi sofferti da essi, le parole della Volgata potrebbero ancora riferirsi a quelle corna le quali non poterono alzar la testa, perchè venner que' fabbri a riempire di terrore le genti significate per quelle corna, e le corna stesse furon da essi abbattute. Io però preferisco il senso, che ho espresso nella Versione.