Zaccaria - 1

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


In quel tempo profetò Zaccaria. Egli esorta il popolo a penitenza, e a non imitare padri loro, i quali disprezzarono i profeti, e furono puniti. Con due figure si fa vedere come il Signore gastigherà le genti, che hanno afflitto il suo popolo: questo popolo tornerà a Gerusalemme, dove sarà edificato un tempio al Signore.

1Il mese ottavo dell'anno secondo del re Dario, il Signore parlò a Zaccaria figliuolo di Barachia, figliuolo di Addo, profeta, e gli disse:
2Il Signore si adirò altamente co' padri vostri.
3Tu però dirai a costoro: Queste cose dice il Signore degli eserciti: Tornate a me, dice il Signore degli eserciti, e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti.
4Non siate simili a' padri vostri, a quali i profeti prcedenti dicevano ad alta voce: Queste cose dice il Signore: Convertitevi dalle vostre male opere, è dalle pessime vostre intenzioni, ma eglino non m'ascoltarono, e non mi dettero retta, dice il Signore.
5E i padri vostri dove son'eglino? e i profeti viverann' eglino eternamente?
6Ma le mie parole, e i miei decreti intimati per mezzo de profeti miei servi, non venner forse a cadere sopra de' padri vostri? ed ei si convertirono, e dissero: Il Signore degli eserciti ha fatto quello, che avea pensato di fare a noi secondo le opere nostre, e secondo i nostri traviamenti.
7Ai ventiquattro dell'undecimo mese di Sabath, l'anno secondo del re Dario, il Signore parlò a Zaccaria figliuolo di Barachia, figliuolo di Addo profeta, dicendo:
8Ed io ebbi di notte tempo questa visione: Io vedeva un uomo sopra un cavallo rosso, che stava in un luogo assai basso piantato di mirti, e dietro a lui erano de cavalli rossi, e chiazzati, e bianchi:
9Ed io dissi: Signor mio, chi sono costoro? e l'Angelo, che parlava in me dissemi: Io ti farò vedere quel, che siano queste cose.
10E colui, che stava trai mirti, rispose, e disse: Questi sono quelli, che il Signore ha spediti a scorrere la terra.
11E quelli risposero all'Angelo del Signore, che stava trai mirti, e dissero: Abbiamo scorsa la terra, e abbiami veduto, che tutta la terra è abitata, ed è in quiete.
12E l'Angelo del Signore rispose, e disse: Signore degli eserciti, fino a quando non avrai misericordia di Gerusalemme, e delle città di Giuda, colle quali tu se' sdegnato? Questo è già il settantesimo anno.
13E il Signore rispose buone parole, parole di consolazione all'Angelo, che parlava in me.
14E l'Angelo, che parlava in me, dissemi: Alza la voce, e dì: Il Signore degli eserciti dice così: Ho avuto zelo grande per Gerusalemme, e per Sionne,
15E grand'ira ho io contro quelle potenti nazioni, perchè io era adirato un poco, ma quelle hanno aggravato il male.
16Per questo così dice il Signore: Mi volgerò con misericordia verso Gerusalemme, ed in quella città sarà riedificata la mia casa, dice il Signor degli eserciti, e si tenderà l'archipenzolo in Gerusalemme.
17Alza ancora la voce dicendo: Queste cose dice il Signor degli eserciti: Le mie città ridonderanno ancora di beni, e il Signore darà ancora consolazione a Sionne, ed eleggerà di bel nuovo Gerusalemme.
18E alzai i miei occhi, e osservai, e vidi quattro corna.
19E dissi all'Angelo, che parlava in me: Che è questo? Ed egli mi disse: Queste sono le corna, che hanno gettato in aria Giuda, e Israele, e Gerusalemme.
20E il Signore mi fece vedere quattro fabbri.
21Ed io dissi: Che vengono a far costoro? E quegli disse: Qelle sono le corna, che gettarono all'aria gli uomini di Giuda a uno a uno, e nissun di essi alzò la sua testa, e questi sono venuti a mettere terrore in esse, ad abbattere le corna delle genti, le quali alzarono il corno contro il paese di Giuda per isterminarlo.
Note:

1,1:Il mese ottavo dell'anno secondo del re Dario, ec. Zaccaria adunque cominciò a profetare in Gerusalemme due mesi in circa dopo Aggeo. Vedi Aggeo cap. I. I.

1,2:Il Signore si adirò altamente co' padri vostri. Si adirò, e fece sentire il peso dell'ira sua coi suoi flagelli, colla cattività ec.

1,3:Tornate a me ....e io tornerò a voi. Ecco la bella sposizione di Gregorio sopra queste parole: Dio, che rigetta il delinquente, al penitente rivolgesi, chiama anche gli avversi, rimette le colpe ai convertiti, anima i pigri, consola gli afflitti, istruisce gli studiosi, aiuta que', che combattono, conforta i deboli, esaudisce que' che alzano a lui le voci del cuore; perocchè egli dice per bocca del Profeta: tornate a me, ed io tornerò a voi. Ma perchè a lui tornar non possiamo senza di lui, gridiamo a lui ogni di col Profeta: Non rivolger da me la tua faccia. In Psal.7. Poenit.

1,5:I padri vostri, dove son'eglino? e i profeti ec. I padri vostri peccatori, e ostinati non è egli vero, che perirono o nell'assedio e nella espugnazione di Gerusalemme, ovver nella trista loro cattività? E que' falsi profeti, che adulavano con false promesse i padri vostri, non son egli no morti anch'essi miseramente e di morte immatura, quantunque si promettessero lieta, e felice vecchiezza? Così s. Girolamo. Altri però la seconda parte di questo versetto espongono in tal guisa: E i Profeti, che Dio manda a parlarvi, e a esortarvi a penitenza, gli avrete voi per sempre? non morrann'eglino, come gli altri uomini? Sembrerebbe qui accennato il lungo silenzio di Dio, il quale dopo Aggeo, Zaccaria, e Malachia non mandò più altro Profeta agli Ebrei.

1,7:Dell'undecimo mese di Sabath. I nomi de' mesi li presero dai Caldei dal tempo della loro cattività, e li ri tenner sempre fino al giorno d'oggi. Questo undecimo mese lunare corrisponde al gennaio, o almeno a parte del gennaio, e a parte del dicembre, ovvero a una parte del gennaio, e a parte del febbraio.
Il Signore parlò ec. Parlò colla visione, che è qui de scritta.

1,8:Io vedeva un uomo. Cioè un Angelo in figura di uomo, e comunemente credesi, ch'ei fosse l'Arcangelo s. Michele, protettore della Sinagoga. Vedi Dan. X. 21. XII.1, e s. Girolamo.
In un luogo assai basso piantato di mirti. Il Caldeo ha voluto accennare, che il Profeta in questa visione fu trasportato in ispirito a Babilonia, mentre dice: Egli stava in mezzo alle piante di mirto, che sono in Babilonia. E ciò pare, che possa intendersi anche dall'Ebreo, dove dicesi, che que' mirti erano lungo le acque copiose. Si sa, che Babilonia era in paese molto umido vicina al Tigri, e all'Eufrate, che la bagnava.
De'cavalli rossi, e chiazzati, e bianchi. Sopra questi cavalli, erano altrettanti personaggi, cioè Angeli, i quali aveano fatto il giro della terra. E notò s. Girolamo, che il diverso colore di que'cavalli indicava il carattere dei diversi regni, e nazioni, delle quali avea cura ciascuno di questi Angeli, e particolarmente la buona, o cattiva disposizione degli animi di quelle nazioni verso il popolo Ebreo.

1,9:E l'Angelo, che parlava in me, dissemi. Ho tradotto così letteralmente, perchè quest'Angelo, secondo s. Girolamo, non era s. Michele, ma bensì l'Angelo custode del Profeta: Teodoreto poi, e gli Ebrei credono, ch'ei fosse lo stesso s. Michele, onde in tal supposizione dovrebbe tradursi: E l'Angelo, che mi parlava.
Io ti farò vedere quel che sieno queste cose. Farò, che l'Angelo Michele le spieghi, e ne faccia a te capire il significato.

1,10-11:Sono quelli, che il Signore ha spediti ec. Vale a dire: questi sono Angeli, che presiedono ai vari paesi, e sono andati per ordine di Dio a visitarli. Infatti questi Angeli dicono a s. Michele, che tutta la terra è abitata, ed ha quiete e riposo, lo che si intende de' regni, e paesi confinanti colla Giudea.

1,12:E l'Angelo del Signore rispose, e disse: ec. L'Angelo s. Michele, protettore del popolo Ebreo, dalla rispo sta di quegli Angeli prende occasione di pregare istantemente il Signore a finire di ristorare la Giudea, e Gerusalemme, e il suo tempio, ristorazione, che non avea potuto fin'allora effettuarsi pienamente, parte per le con traddizioni de' vicini popoli, e parte per lo scoraggimento, e negligenza de' medesimi Ebrei, come fu ad essi rimproverato da Aggeo cap. I. 2. Adesso, o Signore, che tutto è tranquillo ne' vicini paesi, concedi al tuo popolo di poter riparare intieramente le sue rovine.
Questo è già il settantesimo anno. Notisi, che altra cosa sono i settanta anni della cattività predetti da Geremia XXIX. 16., e altra i settanta anni della desolazione di Gerusalemme, e del tempio: quelli erano terminati l'anno primo di Ciro: questi finivano in quest'anno secondo di Dario figliuolo di Histaspe, ed ebber principio dall'assedio di Gerusalemme.

1,14-15:Ho avuto zelo grande ec. Questo zelo di Dio verso Gerusalemme indica il tenero, e intimo amore di lui verso questa sua sposa, e dall'altro lato, Dio, perchè ama Gerusalemme, odia quelle nazioni, delle quali si è servito come di strumenti per gastigarla ne' suoi eccessi; perchè queste nazioni sciolto il freno alle loro passioni hanno incrudelito contro il suo popolo senza legge, e senza misura, ed hanno stranamente aggravate le sue sciagure, senza averne mai compassione.

1,16:Si tenderà l'archipenzolo in Gerusalemme. Sarà ristorata, e riedificata la città, come il mio tempio.

1,17:Eteggerà di bel nuovo Gerusalemme. Gerusalemme, che è stata fin qui come una sposa ripudiata, e negletta, sarà di nuovo richiamata, e onorata da lui col nome, e co' diritti di sposa.

1,18-21:E vidi quattro corna, ec. Alcuni per queste quattro e o corna intendono quattro regni, i quali gettarono per aria i Giudei, come un toro furioso getta in aria tutto quello che se gli fa davanti; e questi regni sono l'Assiro, l'Egiziano, il Caldeo, e il Persiano; ma per verità quanto a quest'ultimo non sapremmo dire quel che avesse fatto contro Giuda, e Israele, e Gerusalemme; e Ciro fece del bene a' Giudei, e se sotto di lui fu interrotta la ristorazione della città, e del tempio, ciò non venne da cattivo animo, che egli avesse contro di loro, ma dalle suggestioni, e raggiri de' loro nemici; e quanto a Cambise, checchè si dica di lui, egli non potè far loro del male. Posto ciò, mi sembra più ragionevole il sentimento di Teodoreto, di s. Cirillo, e di altri Interpreti, i quali per queste quattro corna intesero le diverse nazioni, le quali dai quattro lati di oriente, occidente, mezzodì, e settentrione cingevano la Giudea, e vessarono in diversi tempi il paese: da oriente erano gli Ammoniti, e i Moabiti, da occidente i Filistei, da mezzodì gli Idumei, e gli Egiziani, da settentrione gli Assiri, e i Caldei. Contro tutte queste potenze sono preparati da Dio quattro fabbri, cioè quattro Angeli, i quali armati di gran forza e valore empieranno di terrore que'perpetui nemici del Giudaismo, i quali fecer tanta paura, e tanti mali a' Giudei, che nissuno di essi osava più di alzar la testa per opporsi ai loro cattivi disegni; e di poi gli stessi fabbri stritoleranno finalmente le ferree corna di quelle genti, che fecero il possibile per isterminare la Giudea.
Dove abbiam tradotto: E nissun di essi alzò la sua testa, intendendo i Giudei avviliti, e rimasti senza coraggio, dopo i replicati colpi sofferti da essi, le parole della Volgata potrebbero ancora riferirsi a quelle corna le quali non poterono alzar la testa, perchè venner que' fabbri a riempire di terrore le genti significate per quelle corna, e le corna stesse furon da essi abbattute. Io però preferisco il senso, che ho espresso nella Versione.

Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap