Lettera ai Filippesi - 1

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VULGATA NOVA VULGATA CEI1974 CEI2008


Pel grande affetto, che egli ha verso i Filippesi, fa loro sapere, come le sue afflizioni hanno recato gran frutto al vangelo, la qual cosa se noi ritenesse, bramerebbe assolutamente di esser disciolto, e di esser con Cristo. Gli esorta a menare vita degna pel vangelo di Cristo, per cui avevano già sofferte tribolazioni.

1Paolo, e Timoteo servi di Gesù Cristo a tutti i santi in Cristo Gesù, che sono a Filippi, insieme co' vescovi, e diaconi.
2Grazia a voi, e pace da Dio padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
3Rendo grazie al mio Dio ogni volta ché mi ricordo di voi,
4(Porgendo sempre suppliche per tutti voi in ogni mia orazione con gaudio)
5A motivo della partecipazione vostra al vangelo di Cristo dal primo dì fino ad ora:
6Avendo pur questa speranza, che colui, il quale ha principiato in voi la buona opera, la perfezionerà fino al giorno di Cristo Gesù:
7Conforme è giusto, ch'io pensi così di tutti voi, a motivo, che ho fisso in cuore, come voi e nelle mie catene, e nella difesa, e confermazione del vangelo siete tutti compagni del mio gaudio.
8Imperocché testimone è a me Dio, in qual modo io ami tutti voi nello viscere di Gesù Cristo.
9E questo io domando, che la carità vostra abbondi ancora più, e più in cognizione, e in ogni discernimento:
10Affinchè eleggiate il meglio, affinchè siate schietti, e sicuri da inciampo fino al giorno di Cristo,
11Ricolmi di frutti di giustizia per Gesù Cristo a lode e gloria di Dio.
12Or io voglio, che voi sappiate, o fratelli, come le cose avvenutemi si sono maggiormente rivolte in profitto del vangelo:
13Di modo, che le catene mie per Cristo sono diventate note a tutto il pretorio, e a tutti gli altri.
14E molti de' fratelli nel Signore preso coraggio dalle mie catene, hanno avuto maggior ardimento di annunziare senza timore la parola di Dio.
15Alcuni veramente per invidia, e per picca, alcuni poi ancora con buona volontà predicano Cristo;
16Alcuni per carità sapendo, com'io sono stato collocato alla difesa del vangelo;
17Altri poi per picca annunziano Cristo, non sinceramente, credendo di aggiungere afflizione alle mie catene.
18Ma che? Purché in ogni modo, o per pretesto, o con lealtà Cristo sia predicato; di questo io pur godo, e ancora ne goderò.
19Imperocché io so, che questo gioverammi a salute per la vostra orazione, e pel soccorso dello Spirito di Gesù Cristo,
20Secondo la aspettazione, e speranza mia, che in niuna cosa sarò confuso: ma con tutta fidanza come sempre, così adesso sarà esaltato Cristo nel corpo mio sia per la morte, sia per la vita.
21Imperocché il mio vivere è Cristo, ed il morire un guadagno.
22Se poi questo vivere nella carne compie a me pel lavoro, o io qual cosa mi elegga, non so.
23E sono messo alle strette da due lati: bramando di essere disciolta, e di esser con Cristo, che è meglio d'assai:
24Ma il restar nella carne (è) necessario riguardo a voi.
25E affidato su questo io so, che resterò, e farò mia dimora con tutti voi per vostro profitto, e per gaudio della fede:
26Onde più abbondanti siano le vostre congratulazioni riguardo a me in Cristo Gesù nel mio nuovo ritorno a voi.
27Diportatevi soltanto, come esige il vangelo di Cristo: affinchè o venga io, e vi vegga, o lontano senta parlar di voi, siate costanti in un solo spirito, in una sola anima, cooperando per la fede del vangelo:
28Nè per cosa alcuna siate atterriti dagli avversari; quel, che è per essi causa di perdizione, lo è di salute per voi, e questo è da Dio:
29Imperocché per mezzo di Cristo a voi è stato dato il dono non solo di credere in lui, ma anche di patire per lui:
30Sostenendo lo stesso conflitto, che vedeste in me, e ora avete udito di me.
Note:

1,1:Paolo, e Timoteo servi di Gesù Cristo. Aggiunge il nome di Timoteo come di persona molto ben conosciuta, e amata da' Filippesi, perchè egli era stato a Filippi con Paolo, quando questi andò a gettare i fondamenti di quella Chiesa, e di poi altre volte. Vedi Atti XVIII. XX. Ed è da ammirare la umiltà di Paolo, il quale per uguagliare a sè il suo Timoteo dà a sè e a lui il comune nome di servi, cioè ministri di Cristo. Egli non aveva bisogno di far valere la autorità e dignità d'Apostolo a Filippi, dove ella era rispettata e venerata, e perciò non si qualifica, come in altre lettere, Apostolo di Gesù Cristo.
Co' vescovi, e diaconi. Tra tutti i santi, cioè fedeli, di Filippi distingue in primo luogo i vescovi, indi i diaconi. Ma eravi forse più d'un vescovo a Filippi? Vescovo di quella città comunemente credesi, che fosse Epafrodito, il quale allora trovavasi in Roma presso di Paolo, come vedremo. Ma in primo luogo questa lettera è bensì scritta principalmente per la Chiesa di Filippi, la quale per aver la prima di tutte abbracciata la fede, e per essere citta primaria della Macedonia (Atti, XVI. 12.21.) era considerata come capo, e metropoli delle altre di quel paese, ma doveva anche a queste secondo l'uso comunicarsi; e per questa ragione può dirsi, che nomini l'Apostolo in plurale i vescovi. In secondo luogo il nome di vescovi davasi in quel tempo anche a' sacerdoti indicati talora anche col nome di pastori, che noi diremmo adesso curati, o parrocchiani delle chiese si della città, e si ancora della campagna. Vedi il Grisostomo. Col nome di diaconi comprende tutti gli altri ministri inferiori.

1,4:Con gaudio. Vale a dire, con molta consolazione dell'animo mio per le buone nuove, che io ho di voi, della vostra fede, della vostra virtù. Questo versetto va chiuso in parentesi, legando ottimamente il terzo col quinto.

1,5:A motivo della partecipazione vostra al vangelo ec. Il motivo de' miei rendimenti di grazie a Dio si è per esser voi venuti alla partecipazione del Vangelo, abbracciando la fede, e conservandola pura, e perfetta fino a quest'oggi. Veramente comunicare al vangelo, partecipare al vangelo in altri luoghi di queste lettere significa contribuire alla propagazione dello stesso Vangelo, somministrando gli aiuti temporali a' ministri di esso, ed anche soffrire, e patire per lo stesso Vangelo; ma nè l'una, nè l'altra di queste due sposizioni mi sembra, che possa quadrare a questo luogo a motivo di quelle parole, dal primo di fino ad ora, con le quali niun'altra cosa può meglio significarsi, che la costanza de' Filippesi nel custodire il deposito della fede.

1,6:Colui, il quale ha principiato in voi la buona opera, la perfezionerà ec. Iddio, (dice il sagrosanto concilio di Trento) siccome l'opera buona ha incominciato, cosi pure, se eglino alla grazia di lui non manchino, la compierà, operando il volere, e il fare: sess. 6. 13.

1,7:Conforme è giusto, ch'io pensi cosi di tutti voi, a motivo, ec. Io ho buone ragioni per pensare, e sperar tanto bene di voi; imperocchè è sempre presente all'animo mio quella carità, per la quale avete voluto entrare a parte di tutte quelle cose, che sono l'argomento della mia consolazione, sì delle mie catene, mentre prigioniero per Cristo mi avete con tanta generosità assistito, e sì della difesa, e confermazione del Vangelo, mentre per lo stesso Vangelo avete patito, e patite tuttora. Vedi vers. 29. 30. Quando, come porta il greco, si legga: compartecipi della grazia, che ho io, ovvero, della grazia fatta a me, si avrà più chiaramente lo stesso senso. Imperocchè e Paolo, e i santi tutti come un vero gaudio, e una distinta grazia considerano il patire per Cristo. Ve di Jacob. I. 2.

1,8:Nelle viscere di Gesù Cristo. Vi amo con un amore non umano, o carnale, ma spirituale, fondato in Cristo, nel quale, e per il quale io vi amo, come suoi veri figliuoli.

1,9:Domando che la carità vostra abbondi ancora più e più ec. Ed ecco quello che il mio amore mi detta di chiedere a Dio per voi; io chieggo a Dio il continuo augumento della vostra carità coll'andar voi sempre avanti nella cognizione delle cose celesti, e nel discernere il vero bene.

1,10:Schietti, e sicuri da inciampo fino al giorno di Cristo. Affinchè in tutto vi appigliate al meglio in ogni cosa, ma particolarmente nella fede, e in questa vi conserviate schietti e sinceri senza mescolamento di errore, e lungi dall'essere a chicchessia con le azioni vostre occasione di scandalo. Vedi I. Cor. x. 32.

1,11:Ricolmi di frutti di giustizia per Gesù Cristo, ec. Frutti della giustizia cristiana sono le buone opere, e questi frutti noi non gli produciamo se non per la grazia di Cristo, senza di cui nulla possiamo far noi, Joan. XV. 5. Di questi frutti desidero, che voi abbondiate non per vostro onore, o mio, ma perchè Dio ne sia lodato, e glorificato dai prossimi edificati dalle vostre virtuose, e sante opere.

1,12:Si sono maggiormente rivolte in profitto del Vangelo. La mia prigionia, le mie catene, i patimenti, che io soffro in Roma, ben lungi di fermare il corso del Vangelo, lo hanno accelerato grandemente. Così Dio confonde i consigli, e i disegni degli uomini, così sa far servire a' suoi altissimi fini le loro contraddizioni, e gl'impedimenti stessi che tentano di frapporre all'esecuzione de' suoi voleri.

1,13:Le catene mie per Cristo sono diventate note a tutto il pretorio, e a tutti gli altri. La fama delle catene, che io porto per Cristo, ha penetrato nella corte dell'Imperatore, e in tutti gli angoli di Roma. È unanime sentimento de' Padri greci, che per nome di pretorio debba intendersi la casa di Nerone, perchè sebbene la casa dell'Imperadore si chiamasse palazzo, e non pretorio, è però molto facile, che i Greci avvezzi a chiamare col nome di pretorio la casa del preside della provincia, lo stesso nome dessero anche alla casa dell'Imperatore. Vedi IV. 22.

1,14:E molti de fratelli nel Signore preso coraggio ec. Animati, e incoraggiti dagli stessi miei patimenti, e dall'effetto, che producevano le mie catene per la propagazione del Vangelo, molti fratelli in Cristo, che prima erano più timidi, nuovo ardimento hanno preso per annunziar francamente il Vangelo.

1,15-17:Alcuni veramente per invidia, e per picca, alcuni poi ancora con buona volontà ec. Questi fratelli, che predicano il Vangelo, mol predican tutti con lo stesso affetto, e con la medesima intenzione. Alcuni per invidia, e per picca, gelosi della gloria, che mi hanno acquistata le mie catene, e i sudori sparsi per la fede, non sinceramente, non con retto animo annunziano lo stesso Vangelo, credendosi di aggiungere afflizione a me afflitto,perchè figurandosi, che io sia, com'eglino, invidioso, e avido di onore, agevolmente si persuadono, che io non possa senza gran pena vedermi tolta da essi la gloria di aver propagata la fede nella capitale del mondo. Altri poi predicano con vera carità, senza invidia, senza picca in verso di me, cui anzi portano affetto, perchè sanno, come da Dio sono stato destinato a sostenere la causa dell'Evangelio. Quindi amando Cristo, e la salute de' prossimi, ed anche me stesso, volentieri cospirano meco allo stesso fine.

1,18-20:Ma che? Purchè in ogni modo, ec. Mi offenderò io forse dell'animo poco retto de' primi? Mai no. Si predichi pur Cristo sia con buono, e vero zelo, sia con izelo non vero, ma che serva a coprire le passioni de' predicatori, io ne ho sempre, e ne avrò consolazione. Imperocchè io so, che tutto questo sarà utile per me, e per la mia salvezza spirituale, aiutandomi le vostre orazioni, e l'assistenza dello Spirito santo; imperocchè io mi aspetto, e spero, che ottimo fine averanno i miei desideri, e non soffrirò vergogna, o scorno per vedere deluse le mie speranze, ma come per tutto il passato tempo, così anche adesso conservando io tutta la libertà necessaria per predicare, e sostenere, e difendere il Vangelo, verrà ad essere esaltato grandiosamente Cristo nel mio corpo, sia che io viva, sia che io muoia: conciossiachè vivendo, spenderò il mio corpo in servigio di Cristo, morendo, lo stesso corpo offerirò ostia a Cristo, e sigillerò col mio sangue il Vangelo. Vedi I. Tim. V.6. Ecco tutte le speranze, e tutti i desideri di Paolo, la glorificazione di Cristo.

1,21:Il mio vivere è Cristo, e il morire ec. S'io vivo, Cristo è la causa finale, per cui io vivo, a lui è consa grata tutta la mia vita; e se io muoio, è per me un guadagno la morte, perchè è per me strada a Cristo. Alcuni traducono il greco in questa forma: Cristo è il mio guadagno e in vita, e in morte.

1,22-24:Se poi questo vivere nella carne comple a me pel lavoro, ec. Se il vivere è utile a me per il lavoro del ministero, per condurre molti a Cristo, io non so risolvermi a preferire il mio proprio bene al bene del prossimo, che anzi sono tutt'ora incerto, quale delle due cose io mi elegga, o di vivere, o di morire; onde stretto mi trovo tra due differenti desideri, dal desiderio d'essere sciolto dalla carne, ed andare a Cristo, lo che sarebbe infinitamente meglio per me; ma il restar nella carne (la qual cosa non sarebbe per me in alcun modo desiderabile) è più necessario per l'utilità vostra, e di tutti i fedeli. Delle due cose adunque, l'una brama ardentemente l'Apostolo, l'altra la soffre per amore de' fratelli.

1,25:E affidato su questo io so, che resterò, ec. Assicurato dallo Spirito del Signore, che è in me, il quale mi dice, che è necessario, ch'io viva pel bene vostro, io mi persuado, che resterò in vita, e resterò con tutti voi per vostro avanzamento, e per consolazione della vostra fede. S. Paolo fu di fatto liberato dalla prigione, anzi da questo luogo ricaviamo, che questa lettera fu scritta nel tempo della prima sua prigionia, la quale durò due anni.

1,26:Onde più abbondanti ec. Onde tornando io a voi, sempre maggiori motivi abbiate di congratularvi per causa mia, considerando la potenza, e la carità dimostrata da Cristo nella mia persona, per avermi tratto fuora da tanti pericoli, ed afflizioni.

1,27:Diportatevi soltanto, come esige il vangelo ec. Io certamente non dubito, che tornerò a rivedervi; ma quello però, che frattanto io vi raccomando, si è, che meniate una vita degna della fede vostra, onde, quand'io verrò, vegga da me stesso, e quando sarò lontano, senta dire di voi, che siete tutti costanti in uno stesso fervore di fede, e in una perfetta unione di sentimenti, e insieme con noi vi adoperate per vantaggio della fede evangelica. Tutti adunque i cristiani, di qualunque ordine, o grado sian essi, servir debbono alla fede, e al Vangelo di Cristo, gli uni col predicare, altri con esortare, e consolare i fedeli, quelli con le orazioni, questi co' soccorsi temporali,tutti finalmente coll'esempio delle cristiane virtù.

1,28-30:Nè per cosa alcuna siate atterriti dagli avversari; ec. Questi avversari sono i Gentili, i Giudei, gli Eretici. Non temete, dice Paolo, la rabbia di costoro; i loro attentati contro di voi, e contro la verità sono causa della loro perdizione, e sono ad un tempo principio di salute per voi, i quali con cristiana pazienza gli tollerate. E tutto questo viene da Dio, da cui avete voi ricevuto non solo la grazia di credere in lui, ma quella ancora più grande di patire per amore di lui, avendo voi sostenuto un combattimento simile a quello, che me vedeste sostenere una volta in Filippi (Atti XVI. 19.), ed a quello che ora ndite sostenersi da me in Roma.

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